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L’EVENTO – Giovani farmacisti ospedalieri italiani premiati a Goteborg

Quasi tremila partecipanti in tre giorni di meeting

Pubblicato:23-03-2018 10:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:40
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GOTEBORG (Svezia) – Quasi tremila partecipanti, tre giorni di meeting, 250 relazioni: questi i numeri del convegno Annuale dell’Associazione Europea dei Farmacisti Ospedalieri (EAHP) che è in corso di svolgimento a Goteborg. Espressione di una professione centrale rispetto al mondo delle cure, i farmacisti ospedalieri hanno colto l’occasione del loro simposio europeo per dichiarare la necessita di un maggior dialogo con gli altri stakeholders di sistema, cercando di farsi conoscere soprattutto dai cittadini e dai pazienti, che sono spesso i primi a non coglierne il valore in termini di sicurezza delle cure.

La giornata dei giovani italiani

In questo contesto, all’EAHP è stata la giornata dei giovani italiani. Un team di farmacisti ospedalieri under 30 è stato infatti protagonista: tra i prestigiosi EAHP Poster Awards (otto premi distribuiti su diverse categorie scientifiche e professionali) è stato selezionato anche un lavoro presentato da un gruppo di giovani farmacisti del nostro Paese che analizza il vissuto ed i punti critici della professione vista dal punto di vista dei più giovani. Lo studio – “Becoming an hospital pharmacist: an observational cross-sectional study”, firmato da nove specializzandi provenienti dalle università di Milano, Bari, Firenze, Padova e Parma – è stato presentato in sessione plenaria da Daniele Mengato (Ospedale di Bolzano) e Melania Rivano (Scuola di Specializzazione, Università di Milano), due under 30 molto attivi anche a livello di “rete di specializzandi”.

“Il nostro studio parte da una survey che abbiamo realizzato in questi anni”, ha dichiarato Daniele Mengato, “e che ha coinvolto il 70% degli specializzandi in corso a termine 2016. Si tratta di circa 180 colleghi attivamente coinvolti, a cui abbiamo chiesto di analizzare i mille aspetti che incidono sul vissuto della professione di farmacista ospedaliero proprio nel periodo più importante, quello della specializzazione, una fase che in una qualche maniera può decidere profondamente del futuro professionale”. La ricerca premiata a Goteborg, che fotografa l’impegno richiesto per una formazione complessa e delicata, conferma che la “professione del farmacista ospedaliero” mantiene un fascino inalterato, ma ha anche messo inevitabilmente il dito su una piaga tutta italiana, a cui la politica accademica e sanitaria nazionale non ha ancora posto rimedio: la differenza di trattamento tra specializzandi in farmacia e specializzandi in medicina.


“In effetti la nostra ricerca ha mostrato il bello di questo percorso professionale, con le ovvie diversità strutturali esistenti tra le varie scuole di specialità,”, ha dichiarato Melania Rivano, “ma soprattutto ha anche espresso un dato: gli specializzandi che riescono ad ottenere un finanziamento o una borsa di studio riescono a vivere con maggior stabilità il loro periodo di specializzazione, facendo più ricerca ed impegnandosi con maggior intensità all’interno di un percorso formativo già molto duro e impegnativo. Senza finanziamento la specializzazione si presenta per molti come una parete verticale da scalare, lasciando tracce negative molto profonde”.

Il premio EAHP attribuito allo studio dei giovani italiani ha sottolineato l’originalità di approccio “bottom up”, la capacità di fotografare una situazione professionale non sempre nota, facendo parlare gli stessi protagonisti, oltre ad aver avuto il pregio di dare ai giovani professionisti l’opportunità di portare a galla le proprie speranze, ambizioni e paure, elementi che inevitabilmente possono incidere (positivamente o negativamente) sul loro futuro professionale. Il convegno annuale EAHP si chiude nella giornata odierna, 23 marzo. La presenza italiana è di circa 170 farmacisti ospedalieri: tra questi anche una quarantina di under 30.

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