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Lupo, in Valle d’Aosta niente ibridi: i branchi si difendono dagli ‘intrusi’

Anche il rischio di diffusione della peste suina africana attraverso la specie lupo sembrerebbe scampato

Pubblicato:23-02-2022 17:14
Ultimo aggiornamento:23-02-2022 17:20
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AOSTA – Per ora, la Valle d’Aosta sembrerebbe indenne dalla presenza di lupi ibridi, vale a dire esemplari di lupo derivanti dall’intreccio di un cane con altri esemplari di “canis lupus”. Lo ha reso noto l’assessore regionale all’Agricoltura, Davide Sapinet, rispondendo ad un’interpellanza proposta dal consigliere della Lega, Christian Ganis, dopo l’avvistamento, in Piemonte, del primo branco documentato di lupi ibridi. “La popolazione del lupo in Valle- spiega Sapinet- è ben monitorata grazie alla presenza uniforme su tutto il territorio regionale di fototrappole che hannno permesso di rilevare tutti i branchi di lupo presenti e lo loro distribuzione”, mentre “le indagini genetiche permettono di definire i rapporti di parentela tra i vari branchi e gli eventuali casi di ibridazione”. E aggiunge: “Fino ad ora non è mai stata riscontrata la presenza di lupi ibridi sul territorio regionale, né dal punto di vista fenotipico né genotipico. La situazione è quotidianamente monitorata e la guardia non va abbassata”. Riguardo alla preoccupazione, sollevata dal consigliere Ganis, che la vicinanza con il Piemonte “possa diventare un ulteriore problema, vista la nostra delicata situazione attuale di convivenza con la specie lupo”, Sapinet rassicura: “L’intero territorio regionale è occupato da branchi di lupo che difendono attivamente il loro territorio dall’intrusione di altri lupi non appartenenti al gruppo familiare”. Per questo, “gli esemplari in dispersione in ricerca di nuovi territori vengono spesso uccisi dai loro simili”, prosegue Sapinet, annunciando che “per ora in Valle d’Aosta sono stati ritrovati otto i lupi la cui morte è da ricondursi ad altri esemplari”.

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Anche il rischio di diffusione della peste suina africana attraverso la specie lupo sembrerebbe scampato: “Alcuni studi- conclude Sapinet- dimostrano che l’apparato digerente di lupi che si nutrono di suini infetti da peste suina africana renderebbe completamente inerte il virus della peste, arrestandone la diffusione”.


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