NEWS:

Niente ‘pappa pronta’ e fotografie: ecco il manuale per convivere in pace con il lupo

La Prefettura di Piacenza ha diffuso un documento con le buone pratiche per evitare che questi animali selvatici si sentano invitati a gironzolare vicino alle case

Pubblicato:17-05-2021 16:42
Ultimo aggiornamento:17-05-2021 16:42

Lupo
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – Un modo, anzi più d’uno, per non gridare “al lupo, al lupo” c’è: a Piacenza hanno deciso che era venuto il tempo di elencare, nero su bianco, le “Buone pratiche per una corretta convivenza con il lupo in aree agricole ed antropizzate”. Perché per questo animale, “come per gli altri grandi carnivori”, bisogna evitare che si sentano invitati a gironzolare nei pressi delle case, “ciò costituisce l’elemento essenziale per una convivenza più pacifica possibile”.

Regola numero uno, dunque, è non attirarli con il cibo perché “anche se indirettamente, aumenta il rischio di innescare il processo di abituazione, cioè un’assuefazione progressiva alla presenza dell’uomo e delle sue attività”, recita il documento diffuso oggi dalla Prefettura di Piacenza che nei giorni scorsi, per redigerlo, ha riunito Carabinieri Forestali, i rappresentanti di Ispra, del Servizio veterinario dell’Ausl di Piacenza, del Servizio Caccia della Regione Emilia-Romagna, di Provincia, Comune, Questura, Guardia di finanza, Vigili del fuoco, Polizia stradale, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, dell’Ordine dei medici e del Centro recupero Fauna selvatica. Attorno allo stesso tavolo hanno scritto un decalogo che indica come fare i conti, e per bene, col lupo, specie rispetto ad “alcune norme comportamentali da seguire”. Del resto, come si legge nel documento, la diffusione del lupo “ha avuto consistenza variabile nel corso del tempo. I frequenti avvistamenti anche in aree di collina e pianura ed i recenti rinvenimenti, in numerose occasioni, di esemplari deceduti per vari motivi inducono a ritenere che il numero di esemplari attualmente sia in costante aumento”.

La prima buona regola dunque è non fargli trovare la ‘pappa pronta’ vicino alle case: spesso i lupi si sfamano con ciò che resta attorno alle stalle e questo li disabitua al loro ruolo di predatore; li impigrisce dal procacciarsi cibo da soli: più ‘imparano’ che nei paraggi delle case possono comodamente sfamarsi, più saranno a rischio vitelli, ovini, cani e gatti domestici, e più ci sarà un “aumento della ‘confidenza’ verso l’uomo e le sue attività”. E così, ad esempio, il documento consiglia che “i bovini adulti morti, in attesa dello smaltimento, dovrebbero essere deposti in un luogo inaccessibile ai lupi. Le soluzioni possono essere diverse come, ad esempio, alzare la carcassa con il trattore o braccio dell’escavatore”. Le vacche che per qualsiasi motivo “non siano in grado di reggersi in piedi non dovrebbero essere lasciate fuori dalla stalla, ma in appositi locali infermeria in cui la bovina rimane protetta anche dall’eventuale attacco da predatori”. Poi bisogna ricorrere a recinti (fissi, elettrici, dissuasori acustici) e cani da guardia (come i maremmani, “uno o meglio due esemplari permettono un pattugliamento costante di stalla e aree contermini e dissuadono i lupi dall’avvicinarsi”). Un’altra raccomandazione è di non lasciare i cani (specie quelli piccoli) “incustoditi nei pressi della stalla” e di notte.


Il lupo non ‘disdegna’ neanche cani e gatti e il loro cibo vicino alle case, alle colonie feline e alle stalle, “rappresenta una forte attrazione”, dunque “si sconsiglia vivamente” di far trovare qualsiasi tipo di ‘pappa’ che può ingolosirlo. Il documento parla anche delle “Buone norme nei casi di presenza di cucciolate di lupo in ambiente antropizzato”.

I lupi sono diffidenti e temono l’uomo e dunque “i comportamenti delle persone devono essere volti a mantenere questa loro caratteristica”: per cui se si trovasse una cucciolata, non va disturbata “per esempio appostandosi sistematicamente nelle immediate” per fare fotografie o osservare. “Questo, a lungo andare, potrebbe abituare i cuccioli alla presenza umana; per lo stesso motivo è fondamentale non alimentare mai artificialmente i piccoli”. Ci sono anche le “Buone norme in caso di incontro con un lupo”: pur essendo “un grande carnivoro potenzialmente pericoloso, il rischio che attualmente rappresentata per l’incolumità delle persone è ritenuto modesto ed inferiore a quello rappresentato da altri animali, selvatici e domestici, della stessa taglia. È comunque buona norma rispettare la natura del lupo e trattarlo come un animale selvatico“. In caso di “incontro fortuito con uno o più lupi non è necessario nessun comportamento particolare. Non si hanno segnalazioni di aggressioni dirette di lupi a danno di persone”. È importante invece, nelle passeggiate con il cane, “richiamarlo per evitare che insegua il lupo nel bosco”.

I lupi che nascono e crescono in ambienti antropizzati hanno anche meno paura di edifici, auto e trattori, quindi “avvistare un lupo con atteggiamento ‘tranquillo’ in questi ambienti non è da considerarsi come una stranezza comportamentale, ma un semplice adattamento all’ambiente in cui vive”. Se poi si avesse a che fare con lupi “confidenti”, cioè che tollerano le persone anche vicine poche decine di metri, “o che si avvicinano attivamente e ripetutamente alle persone all’interno di questa distanza, è buona regola avvisare” Carabinieri Forestali, vigili e Servizi veterinari, ma stando attenti che “non si tratti di un cane più o meno inselvatichito”, che sembra un lupo.

LEGGI ANCHE: L’ape nera del ponente ligure è un nuovo presidio Slow Food

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it