ROMA – “In Italia su tanti temi, dalla vita all’immigrazione, è che non c’è più la possibilità di ragionare, di confrontarsi: subito si viene iscritti nella lista dei perdenti. E questo non è segno di civiltà. Mentre su alcuni temi, dove non c’è da perder voti, si trova subito l’accordo. Stiamo trasformando tutto a merce elettorale: questa non è serietà, non è politica. Lo dico con grande dolore. A me piace confrontarmi, su tutto. Il primo che griderà avrà ragione”. Monsignor Galantino, vescovo di Cassano all’Ionio e segretario generale della Cei, lo dice a Circo Massimo, su Radio Capital.
Uno schema che si ripete spesso quando si parla di Ius soli: “La mia ossessione sono tanti ragazzi che parlano romano e napoletano che devono sentirsi dire che non sono italiani. Ed è triste che chi sta lucrando su questa cosa lo fa basandosi sulla disinformazione– dice Galantino- la gente non sa che lo Ius soli italiano è uno Ius culturae soprattutto, cioè mette alcune condizioni precise”.
Ius soli, Ius sanguinis e Ius culturae: come diventare cittadini in Italia e nel mondo
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it