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“No alla biopirateria”, e il Kenya blocca l’azienda che vuole sradicare i Baobab

Il ministero dell'Ambiente revoca la licenza perché non è stata rispettata la procedura di autorizzazione

Pubblicato:22-11-2022 19:20
Ultimo aggiornamento:22-11-2022 19:20

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ROMA – “Troppi rischi per l’ambiente e la biodiversità”: con questa motivazione il Kenya ha deciso di bloccare lo sradicamento e l’esportazione di otto alberi di baobab dalla contea costiera di Kilifi. Lo ha annunciato in una nota il ministero dell’Ambiente, definendo “irregolare” l’accordo stretto con alcuni agricoltori locali da un’azienda della Georgia per l’acquisato di otto esemplari di uno degli alberi fra i più grandi del mondo, che arriva a vivere anche 2.500 anni.

Il ministero ha accolto il parere di alcuni esperti locali, che in questi mesi hanno denunciato la pratica dell’azienda di appropriarsi di queste piante fondamentali alla biodiversità dell’area, definendola “biopirateria“. La testata Guardian ricostruisce la vicenda, riferendo che la compagnia ha iniziato i negoziati nel 2019, monitorando l’area con dei droni per individuare gli esemplari più adatti. Una volta bloccato l’accordo però, i responsabili hanno giustificato il tentato acquisto sostenendo di voler “salvare gli alberi” perché “i contadini locali li avrebbero abbattuti per fare spazio a piantagioni di mais”. L’azienda invece puntava a trapiantare i baobab in un giardino botanico.

Ma per Gus Le Breton, presidente dell’African Baobab Alliance, questo tipo di affari “È biopirateria. Non vedo alcuna giustificazione nel voler prendere un albero che vive in una certa area del mondo e spostarlo in un’altra”.


Per motivare la revoca della licenza, il ministero ha spiegato che questo tipo di procedure devono prevedere “regolari autorizzazioni e benefici chiari e trasparenti per le comunità” interessate. Quindi, ha citato il fatto che il Kenya sia firmatario della Convenzione per la tutela della biodiversità del 1994 così come il Protocollo di Nagoya sull’accesso alle risorse genetiche del 2004. I contenuti di questi accordi saranno fra i temi di cui si discuterà alla Cop15 sulla biodiversità in programma in Canada fra il 7 e il 19 dicembre.

L’IMPEGNO PER IL CLIMA

Il Kenya ha varato diverse leggi a difesa dell’ambiente, una delle quali è stata approvata nei mesi scorsi, prima della fine del mandato del presidente Uhuru Kenyatta. Si tratta della legge sulla gestione sostenibile dei rifiuti, un problema che affligge molte grandi metropoli del mondo.

La misura è in linea con altre azioni volte a contrastare la diffusione della plastica: in un Paese che nel produce in media 480 tonnellate al giorno, nel 2017 è stata vietata la fabbricazione, l’importazione e la commercializzazione dei sacchetti monouso, prevedendo per i trasgressori multe pari a 35mila euro e fino a quattro anni di carcere.

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