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Esperti e istituzioni su bigenitorialità e Pas: “Bimbi come un bottino di guerra”

Al congresso hanno partecipato esponenti delle istituzioni, esperti e mamme che hanno subito l'allontanamento dei propri figli

Pubblicato:22-04-2022 17:22
Ultimo aggiornamento:25-05-2022 16:14
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autismo
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di Laura Monti

ROMA – Si è tenuto stamattina a Roma, a Palazzo Valentini, il congresso ‘Rivittimizzazione. Convenzione di Istanbul‘. A partecipare, esponenti delle istituzioni, esperti e mamme che hanno subito l’allontanamento dei propri figli perché giudicate da ctu e giudici alienanti, ostative, iperprotettive.

Nel corso di separazioni conflittuali e anche dopo la denuncia di violenze e maltrattamenti, “bambini e madri finiscono in un circolo vizioso e drammatico, fino allo strappo che ci impedisce di proteggere i nostri figli e ci fa diventare le carnefici”, denuncia Paola Pieri, dell’Associazione Maternamente. “I figli ci vengono strappati via per volontà del ‘pater familias’. Con il metodo del tutti contro una, i figli sono il bottino di guerra, l’oggetto del ricatto”, ha aggiunto.


Nel corso della mattinata sono stati proiettati tanti documenti video di bambini e bambine portati via, contro la loro volontà e con l’intervento delle forze dell’ordine, dalle loro madri, per essere trasferiti in case-famiglia e obbligati a recuperare il rapporto con la figura paterna. Ma “siamo davvero dalla parte dei bambini quando ignoriamo ogni loro richiesta con la scusante dell’età? Si parla di dovere di favorire il rapporto filiale. Ma quando il rapporto non c’è mai stato, di che parliamo?”, chiede Annamena Mastroianni, pedagogista.

Le mamme vengono accusate di ostacolare il rapporto tra i bambini e il padre: per questo e in nome della bigenitorialità, sembrerebbero giustificati anche interventi di prelevamenti coatti di bambini. “Tra padre e madre nessuno può sostituire l’altro, ma con la legge 54 2006 sulla bigenitorialità, laddove c’è violenza fisica o psicologica, la madre viene piano piano accantonata”, ha osservato Imma Cusmai, mamma e presidente del Comitato Femminicidio in vita. “Io non ho mai fatto la vittima, ho sempre assunto un atteggiamento assertivo- ha detto ancora Cusmai- Ma sapevo benissimo, dopo due ctu, che tutto quello che dicevo veniva pesato. Che c’erano delle frasi e delle parole ‘giuste’, sempre col timore di essere fraintesa”.

Luana Valle, mamma coraggio accusata di essere iperprotettiva, ha detto: “Sono vittima di violenza domestica e istituzionale” e ha sottolineato di aver dovuto lasciare la dimora coniugale per lasciarla all’ex compagno denunciato. “Le donne vittime di violenza vengono troppo spesso colpevolizzate, anche da parte degli psicologi”, ha dichiarato la psicologa Mina Rienzo.
Addirittura, per Emanuela Natoli, dell’Associazione Movimentiamoci, “siamo tutte in pericolo se entriamo in un Tribunale per una separazione. C’è uno schema ricorrente, lo si vede se si guardano certe carte dei processi”.

“Ciò che noi tutte dobbiamo fare è continuare a parlarne”, ha detto la consigliera della Regione Lazio Francesca De Vito.
“Siamo in una situazione perversa, per cui una madre che denuncia una violenza si trova sottratto il figlio a tutto vantaggio del ‘capo famiglia’ o del genitore che ha agito violenza. Ho conosciuto tante mamme che dopo aver denunciato hanno detto ‘Non l’avessi mai fatto’“, ha proseguito.
Facendo riferimento all’ordinanza della Cassazione sul caso Massaro, che ha messo al bando la Pas e ogni suo corollario, “Vi invito a fare squadra- ha detto la consigliera alle mamme- Unite tutte insieme siamo più forti. Un caso che vince può essere di forza di tutte”, ha concluso.

Al congresso hanno partecipato anche la senatrice membro della Commissione d’inchiesta sul Femminicidio Cinzia Leone (M5S), la psicologa Mina Rienzo la giornalista Federica D’Alessio, autrice di un’inchiesta sul fenomeno dei bambini strappati alle madri separate accusate di alienazione parentale, e la mamma coraggio Chiara (nome di fantasia), che da luglio non vede il figlio, portato in casa- famiglia alle porte di Roma.

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