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Il restauro della Basilica della Natività a Betlemme, colori in un mondo che crolla

Intervista a Giammarco Piacenti: dal 2013 la sua azienda è a Betlemme per il restauro della Basilica della Natività

Pubblicato:21-12-2017 09:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

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basilica_natività_betlemmeROMA – “Fa riflettere che, mentre nel Medio Oriente sembra che tutto venga distrutto, qui a Betlemme qualcosa viene conservato, riabilitato e rivalorizzato“. E’ orgoglioso del suo lavoro Giammarco Piacenti, che all’agenzia DIRE parla con quella sicurezza tipica di chi fa un mestiere che ama.

Dal 2013 la sua azienda, la Piacenti Spa, è a Betlemme per il restauro della Basilica della Natività, un simbolo per la cristianità eretto intorno al 330 dall’imperatore Costantino e da sua moglie Elena, nel punto in cui gli storici individuarono la grotta con cui Maria dette alla luce Gesù. “Siamo qui dal 2013, dopo aver vinto una gara d’appalto internazionale a cui hanno partecipato dodici gruppi” prosegue Piacenti. “A oggi abbiamo restaurato parte del tetto, 130 metri quadrati di mosaici su 200, intonaci, pietre, e realizzato vari interventi strutturali”.


Per capire la vastità dell’intervento, basta qualche cifra: 2.800 metri quadrati di ponteggi, 20 tonnellate di legno antico, 200 chili di resina per legno, 55.000 viti solo per il tetto.


Il presidente della Piacenti Spa, fondata a Prato nel 1875, continua: “Ora stiamo intervenendo sulle colonne e le pitture crociate realizzate all’epoca del Regno di Gerusalemme. E’ un’esperienza incredibile che ci ha trasformato, un lavoro internazionale a cui hanno partecipato 30 donatori, tra cui l’Autorità nazionale palestinese. Oggi siamo alla fine dei lavori, ma mancano i fondi che servirebbero per riportare alla luce i mosaici voluti da Elena che sono sotto il pavimento, terminando così un’opera incredibile”.

Piacenti non ha torto: oltre alle tante opere che contiene, la Chiesa della Natività continua a restituire tesori, come il mosaico del Settimo angelo riportato alla luce lo scorso anno grazie alla termografia, e che si credeva distrutto.

Ora, sotto il pavimento si cela un altro vasto mosaico, oggi visibile solo in minima parte poiché protetto da una copertura di legno. Quanti soldi mancano per completare gli interventi? “Circa 4 milioni e mezzo di euro” risponde Giammarco Piacenti.

“Attualmente abbiamo raggiunto una tappa sufficientemente buona nella messa in sicurezza della chiesa: all’interno, attraverso il tetto, non piove più. Ma sarebbe importante poter riportare alla luce i mosaici del pavimento per valorizzare la chiesa. Qui entrano un milione e mezzo di pellegrini all’anno: è fondamentale che il pavimento sia in buono stato, per consentire alle persone di accedere alla grotta della natività e agli altri luoghi che compongono questo meraviglioso monumento della civiltà cristiana”.

Betlemme si trova nei Territori palestinesi, separata da un muro elettrificato alto otto metri costruito per ragioni di “sicurezza” dallo Stato di Israele. Una regione in cui non cessano le tensioni tra due popoli che faticano a coesistere. Come si vive qui? “Questa è una città molto pacifica e bella da visitare” dice Piacenti. “Si vive benissimo. I pellegrini che vengono in questa chiesa non sono solo cristiani ma anche musulmani. E fa riflettere il fatto che, mentre altrove si distrugge, qui si lavora per conservare e ridare valore”.

di Alessandra Fabbretti, giornalista

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