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Giovanni Allevi racconta la malattia: “Ho dovuto camminare all’inferno, poi sono stato investito da felicità allo stato puro. Ero vivo”

Il musicista ha raccontato la sua esperienza in un intervento al Forum di Assago in occasione di Happiness on tour, evento della Fondazione della felicità organizzato proprio nella Giornata Internazionale della Felicità

Pubblicato:21-03-2024 15:01
Ultimo aggiornamento:21-03-2024 15:01
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ROMA – L’esperienza di Giovanni Allevi come testimonianza di felicità. Il musicista ha raccontato la malattia in un intervento al Forum di Assago in occasione di “Happiness on tour. Vite – Storie di felicità”, evento della Fondazione della felicità organizzato proprio nella Giornata Internazionale della Felicità, in calendario il 20 marzo.

Tra gli applausi e i sorrisi di 6mila studenti, il pianista ha rievocato i giorni difficili – quelli arrivati dopo la scoperta di un mieloma multiplo – e la successiva gioia, derivata dalle cure che facevano il loro effetto.

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“PERCHÉ ERO FELICE? ERO SEMPLICAMENTE VIVO”

Lo snodo fondamentale è stato un episodio che ricorda con un sorriso: “Dalla porta una mattina un giovane dottore entra con veemenza senza bussare, resta sulla porta, non ha la tuta, calzari e mascherina. Agita dei fogli e mi dice: ‘Maestro, hai tredici globuli bianchi!’. Io che ho il senso dell’umorismo gli rispondo: ‘Dottore, non sono un po’ pochini?’, ma lui sorride e se ne va. Cosa stava succedendo? Che le cellule stavano producendo nuovo midollo osseo. In realtà i globuli bianchi erano 13 per millimetro cubo. La bilancia che prendeva verso la mia morte iniziava di nuovo a pendere verso la vita. In quel momento sono stato investito da una felicità allo stato puro. Mi è venuto addosso un camion, un grattacielo di felicità. Perché ero felice? Per risultati professionali di qualche tipo? Perché avevo venduto dei dischi? Perché erano aumentati i follower? No, perché ero semplicemente vivo“. E quella sensazione si è trasformata presto in “gioia di vivere”.

Il buio c’è stato, però, e non è stato semplice da affrontare: “C’è stato un momento in cui ho dovuto mantenere lo sguardo dritto sui fiori, mentre camminavo all’inferno. Ho dovuto regalare un sorriso alle persone che mi stavano vicine, anche quando il dolore fisico era insopportabile. La mia vita era concerti in giro per il mondo, conferenze stampa, selfie, fino a due anni fa, quando è arrivata una brutta malattia e tutto è cambiato”.

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“Il midollo osseo malato- spiega- si mangia le ossa dall’interno e non potete capire il dolore. E infatti sono imbottito di oppioidi potentissimi, cento volte piu potenti dell’eroina e infatti andrò incontro alla crisi di astinenza, che è un’esperienza spaventosa”.

Poi, alla notizia che il midollo osseo aveva ricominciato a prodursi: “Ho provato un profondo senso di gratitudine, per essere vivo, per il talento dei medici, per l’affetto degli infermieri, per il colore rosso dell’alba che è diverso dal rosso del tramonto”.

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