NEWS:

A Modena un ‘figlio’ dell’unico albero sopravvissuto a Nagasaki

Sarà piantato nel giardino di una scuola media come simbolo di fratellanza e di pace: è una delle pianticelle di seconda generazione nate dall'albero sopravvissuto al bombardamento atomico

Pubblicato:21-03-2019 18:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:16

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

MODENA – È il ‘figlio’ dell’unico albero miracolosamente sopravvissuto alla bomba atomica, che distrusse Nagasaki alla fine della seconda guerra mondiale. È un alberello di cachi e ora a lui ci penseranno a Modena gli studenti della scuola media Marconi e del Comprensivo 10: lo pianteranno domani nel giardino della scuola, in largo Pucci, come simbolo di fratellanza e di pace.

Alla cerimonia verde, che come informa il Comune comincerà alle 16, saranno presenti bambini e ragazzi di tutte le scuole del Comprensivo 10 (Madonnina, Collodi, Bersani, Anna Frank-Marconi, Gramsci e appunto Marconi) e interverrà l’assessore alla scuola Gianpietro Cavazza, vicesindaco. L’alberello di cachi giapponese sarà piantato nell’ambito del progetto “Revive time: kaki tree project” (la rinascita del tempo) a cui partecipano tutti i ragazzi delle scuole, come la media Marconi, impegnate da tempo nel più ampio piano europeo Erasmus+ “Let’s cultivate peace through universal brotherhood”.

LEGGI ANCHE: Da cenere a monumento: a Ferrara l’incredibile storia del ‘Survivor tree’ di Oklahoma City


L’iniziativa è centrata sul prendersi cura della pianticella di cachi, simbolo di pace e di vita, ‘discendente’ dell’albero che Masayuki Ebinuma, arboricoltore di Nagasaki, iniziò a curare dopo il bombardamento atomico, riuscendo a farlo riprendere fino a ottenere delle pianticelle di seconda generazione che donava ai bambini in visita nella città, affinché le curassero come testimoni di pace e di vita che vince la morte. Nell’ambito di “Let’s cultivate peace”, gli studenti della Marconi hanno già partecipato lo scorso ottobre alla marcia della pace da Perugia ad Assisi.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it