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Cronisti malpagati e minacciati dai no vax, da Bologna parte l’allarme

Cronisti nel mirino dei negazionisti del Covid: a Bologna l'Associazione stampa Emilia-Romagna ha fatto il punto invitando il presidente della Fnsi

Pubblicato:21-01-2022 13:37
Ultimo aggiornamento:21-01-2022 13:49

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BOLOGNA – Pagati pochi euro a pezzo, aggrediti o minacciati dai ‘negazionisti’ del Covid e poi anche costretti ad affrontare ingenti spese legali in Tribunale. E’ la situazione in cui si trovano molti giornalisti precari e su chiede di accendere i riflettori l’Associazione della stampa dell’Emilia-Romagna (Aser), che ieri ha organizzato un evento a Bologna a cui ha preso parte anche il presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), Beppe Giulietti.

L’iniziativa, preceduta da un incontro con un gruppo di precari, ha preso le mosse in particolare dalla vicenda di Valerio Lo Muzio che a Bologna, un anno fa, documentò il mancato rispetto delle norme anti Covid da parte del pub Halloween e per questo ha subito un tentativo di aggressione, successive minacce e poi due querele da parte del titolare del locale e di un cliente. L’obiettivo è “richiamare l’attenzione su una questione che ci sta molto a cuore- spiega il presidente dell’Aser, Matteo Naccari- e cioè il lavoro dei giornalisti precari che in questa situazione, con i gruppi negazionisti e no vax che imperversano, si ritrovano allo sbaraglio mentre raccontano i fatti di cronaca. Fanno il loro lavoro per pochi euro e rischiano, come succede per Lo Muzio, un’odissea in Tribunale“. Situazioni di cui “molto spesso la politica e le istituzioni si dimenticano”, lamenta Naccari.

PRECARIO NEI GUAI “PER AVER FATTO IL MIO MESTIERE”

Intanto, in ballo ci sono anche “spese molto pesanti dal punto di vista legale e quindi cerchiamo di essere al loro fianco”, aggiunge Naccari, segnalando che nel caso di Lo Muzio si parla di un esborso di 20.000 euro. “Cifra che da precario freelance non potrei permettermi neanche in sette vite”, sottolinea il diretto interessato. Allo stesso tempo, “le persone che ci insultano e picchiano non vengono punite perchè la magistratura è carente“, afferma Naccari. Lo Muzio, intanto, l’1 febbraio dovrà presentarsi davanti al Gup. Il titolare del pub lo ha querelato per diffamazione a mezzo stampa, violenza privata, violazione della privacy “e tutto questo semplicemente per aver fatto il mio mestiere“, afferma il cronista. La Procura ha chiesto l’archiviazione, ma il querelante si è opposto. L’archiviazione è stata richiesta anche per la querela del cliente, ma per la tenuità del fatto: quindi “secondo la Procura avrei commesso dei reati, ma credo sia ingiusto- dichiara Lo Muzio- dato il contesto e la presenza di tutti i criteri di notiziabilità e di interesse pubblico”.


“DOVREBBE ESSERCI UNA LEGGE SULLE MOLESTIE AL DIRITTO DI CRONACA”

Quella nata a Bologna “è un’iniziativa che non si ferma qui ma sarà assunta a livello nazionale”, assicura Giulietti. “Bisogna costituirsi parte civile ovunque a tutela dei cronisti, a prescindere dalla loro posizione contrattuale” ed è “vergognoso” che questo non venga fatto dagli editori, aggiunge il presidente della Fnsi, sottolineando che aggressioni e minacce sono mirate “non solo a colpire il singolo cronista ma ad impedire ai cittadini di sapere quali sono i covi da cui partono le minacce alla loro vita e salute”. Per questo, “dovrebbe esserci una legge sulle molestie al diritto di cronaca che oggi non c’è”, afferma Giulietti. Nel corso dell’iniziativa esprimono solidarietà a Lo Muzio e agli altri cronisti che si sono trovati in situazioni simili anche Silvestro Ramunno (presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna) e Loriz Mazzetti per Articolo 21. All’incontro, infine, ha partecipato anche il Coordinamento precari di Repubblica: “E’ da due anni che chiediamo un incontro all’azienda per affrontare il tema del lavoro precario”, segnala Valerio Tripi, ex collaborarore del quotidiano a Palermo.

NACCARI (ASER): IN EMILIA-ROMAGNA LA LIBERTÀ DI STAMPA È SOTTO ATTACCO

“In questa regione la libertà di stampa è sotto attacco”. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (Aser), Matteo Naccari, nel corso dell’evento svoltosi ieri a Bologna. In Emilia-Romagna, fa alcuni esempi Naccari, “abbiamo un giornalista della ‘Gazzetta di Modena’ che ha ricevuto migliaia di messaggi di insulti e minacce, anche di morte, solo per aver scritto articoli a favore dei vaccini”. Mentre a Bologna “il precedente rettore l’Università sceglieva chi poteva partecipare o meno a un evento su Patrick Zaki”, continua Naccari. Oppure, c’è il caso del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, che “ha querelato e portato in Tribunale un giornalista (di Estense.com, ndr) che aveva scritto un editoriale che considera scomodo”, afferma il presidente dell’Aser, aggiungendo che il primo cittadino si è anche affidato ad un avvocato “legato al Comune”, in quanto legale di diversi esponenti della maggioranza e nominato nel cda del Teatro comunale. Il risultato è che un giornalista deve affrontare delle spese legali “per un editoriale in cui giustamente fa le pulci a un’amministrazione”, sottolinea Naccari: è dunque un tentativo di “tappargli la bocca”. Insomma, “anche qui abbiamo questi problemi, lo abbiamo detto più volte ma la politica ha dato pochi segnali”, afferma il presidente. Anzi, non va dimenticato che proprio a livello istituzionale “ci sono tantissimi uffici stampa con giornalisti precari e contratti fuori da qualsiasi norma e quindi i primi a dover fare autocritica per il precariato nel nostro mondo sono i politici”, manda a dire Naccari, riconoscendo che l’unico “molto attento” a questi temi è il parlamentare Andrea De Maria (Pd).

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