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VIDEO | Sanità, 130 aggressioni dall’inizio dell’anno a Napoli tra 118 e pronto soccorso

"Nell'ultimo periodo c'è stato un incremento degli episodi di violenza negli ospedali". É l'allarme lanciato da Giosuè Di Maro, segretario sanità della Fp-Cgil Campania

Pubblicato:20-12-2019 12:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:47

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NAPOLI – “Nell’ultimo periodo c’è stato un incremento per quanto riguarda gli episodi di violenza negli ospedali. Soprattutto, le associazioni parlano di 130 aggressioni dall’inizio dell’anno a Napoli tra 118 e pronto soccorso”. È l’allarme lanciato alla Dire da Giosuè Di Maro, segretario sanità della Fp-Cgil Campania e area metropolitana di Napoli, sigla che stamattina si è riunita fuori alla prefettura per un sit-in.

Professionisti sanitari, medici e infermieri chiedono “rispetto” per il proprio lavoro, invitando “la prefettura e la questura di Napoli – spiega Di Maro – ad attivarsi per installare le telecamere di videosorveglianza e a garantire la vigilanza. Ma militarizzare i pronto soccorso non è la soluzione: bisogna agire sull’organizzazione dei pronto soccorso, garantire un numero adeguato sia di personale infermieristico che medico.

Spesso il pronto soccorso è un corpo avulso rispetto al resto dell’ospedale: dobbiamo sostenere gli operatori che operano quotidianamente sia lì che al 118 che nella medicina d’urgenza, sono lavoratori che nelle condizioni date cercando di garantire la massima assistenza e cure appropriate a tutti i pazienti”.


Il sit-in vuole essere anche una protesta contro “le aggressioni che fanno riferimento a una cultura di inciviltà, sopraffazione e prevaricazione” e che vanno sempre “denunciate e condannate”.

Di Maro, su questa emergenza, rivolge anche delle richieste precise alla politica. Alla Regione Campania, dopo la fuoriuscita dal commissariamento, si chiede di “programmare bene l’attività territoriale, adeguando i fabbisogni di personale”.

Al governo viene riconosciuta “una inversione di tendenza, vista nella recente sigla del Patto della Salute. Ma è solo l’inizio di un percorso. C’è bisogno di investimenti per garantire il bene più prezioso che abbiamo: la salute pubblica“.

“Nel nostro ospedale un medico ha avuto frattura alla mandibola e al naso – racconta Luigi Paganelli, Rsu Cgil dell’ospedale San Giovanni Bosco -. Abbiamo bisogno di un presidio di polizia e della qualifica di pubblico ufficiale, così che possa scattare subito la denuncia da parte dell’azienda sanitaria. La situazione è divenuta oramai insostenibile: sfido chiunque a recarsi al lavoro ogni giorno senza sapere se poi tornerà a casa integro o se avrà avuto ingiurie o minacce. I colleghi hanno perfino smesso di denunciare perché non abbiamo riscontri dalle istituzioni”.

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