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Firenze è un paese per donne lavoratrici: prima per il tasso di occupazione, 74,2%

La Città metropolitana presenta il bilancio di genere 2022 e il tasso nazionale, fermo al 55%, è sotto di 20 punti

Pubblicato:20-11-2023 17:21
Ultimo aggiornamento:20-11-2023 17:21
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federmanager
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FIRENZE – Firenze è un paese per donne lavoratrici. L’area della Città metropolitana “è in prima posizione per il tasso di occupazione femminile”: il 74,2% (+6%) delle donne tra i 20 e i 64 anni lavora, “a fronte del 55% registrato a livello nazionale”. E’ il dato che spicca nel primo ‘Bilancio di genere’ dell’ex Provincia, redatto sui numeri del 2022 dall’Università di Firenze. Firenze è anche la metrocittà “in cui c’è una minor differenza tra il tasso di occupazione femminile e maschile”: lo scarto è calcolato in 6,8 punti percentuali, inferiore alla media italiana che sale a 12.9 punti. Stando all’analisi, curata per l’Ateneo da Maria Paola Monaco, delegata della rettrice all’Inclusione e Diversità, e da Enrico Marone (Bilancio), Firenze è anche la prima tra le Città metropolitane per tasso di attività (il rapporto tra la forza lavoro e la popolazione di riferimento) con il 76,5%, in crescita di 4,2 punti rispetto al 2021, con una differenza donne-uomini del 5,4%, inferiore al dato nazionale di 12,8 punti.

FIRENZE PRIMA ANCHE PER IL TASSO DI ATTIVITÀ: 76,5%

Il tasso di disoccupazione è pari al 6,3% (3,1% in meno della media nazionale) e qui Firenze si piazza terza dietro a Bologna e Venezia. La metrocittà, però, è quella con la minor differenza tra il tasso di occupazione maschile e femminile: si attesta al primo posto con lo 0,6% di differenza. Il tasso di inattività, invece, si attesta al 26,2%, ovvero 17,4 punti in meno del dato italiano (43,6%) e in diminuzione del 5,4% sul 2021. Per quel che riguarda, infine, l’incidenza delle start-up femminili, il dato passa dal 14,5% al 15,8.

Non sono tutte rose e fiori, ovviamente. E i problemi non mancano, come segnala Monaco: “Il dato più negativo sono le risorse destinate in via diretta alle azioni per la parità di genere”. Non solo, “stando ai dati, le donne imprenditrici sono molto poche rispetto al numero di imprese attive. Quindi si potrebbero fare dei corsi di formazione per stimolare moltissimo l’imprenditoria femminile”.


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