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Giulia Cecchettin, preside di Bologna ‘ingaggia’ gli studenti: “Rivoluzione culturale tocca a voi”

Il preside dell'istituto Salvemini di Bologna ha scritto una lettera aperta ai suoi studenti dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin

Pubblicato:20-11-2023 12:04
Ultimo aggiornamento:20-11-2023 12:04
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Superare la visione “retrograda e primitiva così diffusa” tra gli uomini. Ed essere in prima persona “artefici di una vera rivoluzione culturale”, da ragazzi di oggi e adulti di domani. E’ l’accorato appello lanciato dal preside dell’istituto Salvemini di Bologna, Carlo Braga, che ieri, di domenica, ha scritto una lettera aperta a tutti i suoi studenti dopo l’assassinio di Giulia Cecchettin.

LE DOMANDE AI RAGAZZI

“Vi scrivo per condividere con voi il profondo dolore per l’ennesimo femminicidio“, inizia la lettera del preside, pubblicata anche sui social. “Quanti di voi si sono informati e hanno riflettuto sull’accaduto?- chiede ai ragazzi- quanti di voi ne hanno discusso con gli amici o in famiglia? Quanti hanno fatto propria la sofferenza per un gesto che ha colpito ingiustamente e immotivatamente un ragazza priva di alcuna responsabilità?”.

“INTERVENIRE SULLE CAUSE CULTURALI”

Braga scrive agli studenti perchè è convinto che “bisogna intervenire tutti sulle cause culturali che hanno determinato quanto accaduto, con la consapevolezza che ognuno di noi è portatore di un messaggio culturale”. Da qui l’esortazione ai ragazzi. “Ciascuno di voi- scrive il preside del Salvemini- ora come adolescente e domani come adulto, può e deve diffondere la cultura del rispetto, superando la visione retrograda e primitiva così diffusa nella componente maschile“.


“OGNI FORMA DI POSSESSO È SBAGLIATA”

Il professore ricorda che “esercitare qualsivoglia forma di possesso su un’altra persona è profondamente sbagliato. Manifestare con gesti o parole comportamenti violenti è inaccettabile, nonchè segno in realtà di grande debolezza”. Braga invita quindi gli studenti a essere “realmente forti. Intervenite fattivamente nei vostri gruppi di pari a scuola, al bar, in palestra, fatevi portatori di un messaggio inequivocabile di rifiuto di qualunque atteggiamento violento, discriminatorio, aggressivo. Siate artefici di una vera rivoluzione culturale“, conclude.

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