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Altri due casi di vaiolo delle scimmie in Italia. E aumentano anche in Europa

Tutti presi in carico dall'Istituto Spallanzani. Ieri il primo caso

Pubblicato:20-05-2022 12:44
Ultimo aggiornamento:20-05-2022 15:33
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Di Rachele Bombace e Manuela Boggia

ROMA – “Ho appena ricevuto notizia dal Seresmi (Servizio regionale per la sorveglianza delle malattie infettive) che anche gli altri due casi sospetti correlati con il caso zero italiano, sono stati confermati, pertanto salgono a 3 i casi di vaiolo da scimmie tutti presi in carico dall’Istituto Spallanzani. Ho aggiornato il Ministro Speranza sull’evoluzione della situazione”. Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Ieri, sempre all’Istituto Spallanzani di Roma è stato isolato il primo caso.

L’AUMENTO DEI CASI IN EUROPA

“Il primo caso di vaiolo delle scimmie è stato segnalato dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) il 7 maggio e si ritiene che sia stato importato. Il 14 maggio scorso sono stati poi identificati altri due casi nel Regno Unito, entrambi residenti nella stessa famiglia, ma senza una storia recente di viaggi e nessun contatto con il caso segnalato il 7 maggio. Altri quattro casi sono stati confermati dall’UKHSA il 16 maggio, anche senza una storia di viaggi recenti in aree endemiche, e non erano contatti dei casi segnalati il 7 e 14 maggio. Tutti i casi segnalati il 16 maggio erano uomini che si identificavano come uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM). Inoltre, il 18 maggio, il Portogallo ha riferito cinque casi confermati di vaiolo delle scimmie e più di 20 casi sospetti. Tutti i casi erano giovani uomini e tutti a Lisbona e nella valle del Tago. Anche la Spagna ha segnalato otto casi sospetti”. Lo rende noto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).


TRASMISSIONE E SINTOMI

“Il vaiolo delle scimmie è una malattia virale. La trasmissione all’uomo può avvenire attraverso il contatto con un animale o un essere umano infetto o con materiale corporeo umano contenente il virus. La trasmissione tra gli esseri umani avviene principalmente attraverso grandi goccioline respiratorie. Poiché le goccioline non possono viaggiare lontano, è necessario un contatto faccia a faccia prolungato. Il virus può anche entrare nel corpo attraverso fluidi corporei, materiale della lesione o contatto indiretto con materiale della lesione“, spiega l’Ecdc.

I sintomi includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, brividi ed esaurimento. “In genere si sviluppa un’eruzione cutanea. Questo spesso inizia sul viso e poi si diffonde ad altre parti del corpo, compresi i genitali. Da notare, i casi recentemente rilevati tra gli MSM (uomini che fanno sesso con uomini) hanno riportato una preponderanza di lesioni nell’area genitale. L’eruzione cutanea attraversa diverse fasi – spiega l’Agenzia dell’Unione europea – e può assomigliare alla varicella o alla sifilide, prima di formare finalmente una crosta, che in seguito cade. La differenza nell’aspetto da varicella o sifilide è l’evoluzione uniforme delle lesioni. Il periodo di incubazione è in genere da 6 a 16 giorni, ma può arrivare fino a 21. Quando la crosta cade una persona non è più infettiva”.

STORIA DELLA MALATTIA

Dal 2018 sono stati segnalati sette casi di vaiolo delle scimmie nel Regno Unito (nel 2021, 2019 e 2018), principalmente con una storia di viaggi in paesi endemici. “Tuttavia, questa è la prima volta che vengono segnalate catene di trasmissione in Europa senza collegamenti epidemiologici noti con l’Africa occidentale e centrale. Questi sono anche i primi casi al mondo segnalati tra gli MSM. Si ritiene che il virus del vaiolo delle scimmie abbia una trasmissibilità moderata tra gli esseri umani. In questo caso – continua l’Ecdc – la trasmissione tra partner sessuali, a causa del contatto intimo durante il sesso con lesioni cutanee infettive, sembra la probabile modalità di trasmissione tra MSM. Data la frequenza insolitamente elevata di trasmissione da uomo a uomo osservata in questo evento e la probabile trasmissione nella comunità senza precedenti di viaggi in aree endemiche, si considera essere alta la probabilità di un’ulteriore diffusione del virus attraverso uno stretto contatto, ad esempio durante attività sessuali. La probabilità di trasmissione tra individui senza stretto contatto è considerata bassa”.

L’entità della trasmissione comunitaria è attualmente sconosciuta. “Tuttavia, nei paesi colpiti dell’Ue/See stanno iniziando test mirati su individui con tali manifestazioni cliniche. La manifestazione clinica del vaiolo delle scimmie è generalmente lieve. Negli studi condotti nei Paesi africani è stato osservato che nell’area dell’Africa occidentale il tasso di mortalità è del 3,6%. La mortalità è maggiore tra i bambini e i giovani adulti e gli individui immunocompromessi sono particolarmente a rischio di malattie gravi. La maggior parte delle persone guarisce in poche settimane”.

RACCOMANDAZIONI IMMEDIATE

“Gli operatori sanitari dovrebbero considerare l’infezione da vaiolo delle scimmie come una diagnosi differenziale per le persone che presentano sintomi clinici compatibili e dovrebbero contattare i servizi specializzati. Le organizzazioni di salute pubblica e le organizzazioni comunitarie dovrebbero adottare misure per aumentare la consapevolezza sulla potenziale diffusione del vaiolo delle scimmie nelle comunità di individui che si identificano come MSM o che hanno rapporti sessuali occasionali o che hanno più partner sessuali. Gli individui che presentano tali sintomi – sottolinea l’Ecdc – dovrebbero cercare cure specialistiche. Quegli individui che interagiscono con più partner sessuali o che fanno sesso occasionale dovrebbero essere particolarmente vigili”.

I casi sospetti “devono essere isolati, testati e notificati tempestivamente. Per i casi positivi dovrebbe essere avviato il tracciamento dei contatti a ritroso e in avanti. Se nel Paese sono disponibili vaccini contro il vaiolo, la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio. Per i casi più gravi, può essere preso in considerazione il trattamento con un antivirale registrato, se disponibile nel Paese”.

L’Ecdc sta monitorando da vicino la situazione ed è in contatto con gli Stati membri dell’Ue e i Paesi partecipanti al comitato per la sicurezza sanitaria. “Una rapida valutazione del rischio è in fase di sviluppo e sarà pubblicata all’inizio della prossima settimana”, conclude il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

VAIOLO DELLE SCIMMIE, PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ

Chiamata ‘vaiolo delle scimmie’, perché scoperta per la prima volta nel 1958 in alcune scimmie da laboratorio, questa rara patologia ciclicamente presente in numerose zone dell’Africa occidentale e centrale può però colpire anche altri animali, come roditori, topi, scoiattoli e conigli.

VAIOLO DELLE SCIMMIE E CLUSTER GAY

Per capire meglio di come avviene il contagio e se c’è il rischio di una nuova epidemia abbiamo intervistato l’infettivologo Matteo Bassetti, il quale ha sottolineato che “la maggioranza dei casi ad oggi riportati sono avvenuti all’interno di comunità chiuse, di cluster, fatte soprattutto da omosessuali che hanno avuto rapporti con altri uomini. È allora probabile che il contagio sia avvenuto durante o in prossimità di rapporti intimi sessuali“.

LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA A MATTEO BASSETTI QUI”

Non si è fatta attendere la risposta di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale il quale ha chiesto “chiarimenti al ministero della Salute e che siano vietate affermazioni come quella del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che afferma che le persone gay sono a rischio, per tale epidemia”.

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VAIOLO DELLE SCIMMIE E VACCINO

In Europa si contano già 20 casi e in Italia oggi si è arrivati a tre. Se dovessero aumentare sarà necessario vaccinarsi? Lo abbiamo chiesto al presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. “Il vaiolo umano è stato eradicato- ha affermato Anelli- e se quello delle scimmie dovesse potersi trasmettere anche agli umani, avremmo una fascia di popolazione oggi non protetta. Mentre chi ha una certa età possiede la vaccinazione fatta contro il vaiolo, che è permanente, ci sono infatti larghi strati di generazioni che non si sono vaccinate. Ma, ripeto, oggi è presto per pensare di vaccinarsi contro il vaiolo”, ha dichiarato il presidente della Fnomceo.

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