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Vaiolo delle scimmie, rilevato il primo caso in Italia: isolato allo Spallanzani

In Europa altri venti casi: in Spagna, Uk e Portogallo

Pubblicato:19-05-2022 12:18
Ultimo aggiornamento:20-05-2022 10:58
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ROMA – “Ho comunicato al ministro Roberto Speranza l’isolamento avvenuto all’INMI Spallanzani del primo caso a livello nazionale del cosiddetto monkey pox, ‘vaiolo delle scimmie’. Isolato già in precedenza in UK, Spagna e Portogallo. Finora i casi isolati in Europa sono stati una ventina. La situazione è costantemente monitorata”. Lo afferma l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato.

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CHI È IL PRIMO ITALIANO CONTAGIATO DAL VAIOLO DELLE SCIMMIE

“È stato identificato allo Spallanzani il primo caso italiano di vaiolo delle scimmie (Monkeypox). Si tratta di un giovane adulto, di ritorno da un soggiorno alle isole Canarie, che si era presentato al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I. Il quadro clinico è risultato caratteristico e il Mokeypox virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona è attualmente ricoverata in isolamento, in discrete condizioni generali“. Si legge nella nota diffusa dall’Istituto Spallanzani di Roma.


“Sono in corso le indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti. Altri due casi sospetti sono in fase di accertamento. Al momento i tre casi osservati e gli altri casi verificatisi negli altri Paesi europei e in Nord America non presentano segni clinici di gravità. La trasmissione può avvenire attraverso le goccioline di saliva e i contatti con lesioni o i liquidi biologici infetti“, conclude lo Spallanzani.

VAIOLO DELLE SCIMMIE, COSA SAPPIAMO

“Il Monkeypox, o vaiolo delle scimmie, è un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale“. È quanto si legge in una nota dell’Istituto superiore di sanità.

I SINTOMI DEL VAIOLO DELLE SCIMMIE

“Nell’uomo – prosegue il documento dell’Iss – si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee”.

NON VACCINATI CONTRO IL VAIOLO POSSONO ESSERE PIÙ A RISCHIO

Il testo dell’Istituto superiore di sanità riporta poi che “è possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo, vaccinazione abolita in Italia nel 1981, siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi”.

L’infezione è relativamente infrequente nell’uomo – sottolinea l’Iss – e comunque fuori dall’Africa, ma sono stati riportati casi sporadici ed anche un’epidemia in Usa nel 2003, in seguito all’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario”.

VAIOLO DELLE SCIMMIE, IL DECORSO DELLA MALATTIA

Per quanto riguarda la guarigione “la malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche. Possono venir somministrati degli antivirali quando necessario”. L’Iss informa, inoltre, che “attualmente sono stati segnalati alcuni casi in Portogallo, Spagna, Regno Unito e Italia, finora maggiormente in giovani Msm, ovvero maschi che fanno sesso con maschi. L’Ecdc ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’Iss. Inoltre, l’Iss ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale”.

COSA FARE IN CASO DI SOSPETTO VAIOLO DELLE SCIMMIE

L’Istituto superiore di sanità fornisce, infine, alcune raccomandazioni che “prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali, quali vescicole o altre lesioni, sulla cute del partner. Questo comportamento è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse”.

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