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Isole ambientali a Testaccio e nel Tridente. Ecco le idee di Labbucci

Intervista all'assessore del I Municipio di Roma a Trasporti, Ambiente, Memoria e Lavoro, Adriano Labbucci

Pubblicato:19-06-2023 14:14
Ultimo aggiornamento:19-06-2023 14:14

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Nuove isole ambientali nel centro di Roma, dall’ansa barocca al Tridente, e poi a Testaccio e a San Saba, con possibili pedonalizzazioni tra cui quella di via del Governo Vecchio. Comunità energetiche rinnovabili. E poi percorsi sulla memoria, per non tradire l’impegno istituzionale di non dimenticare mai gli orrori del nazifascismo e le ferite causate alla città. Sono tanti, e molto differenti, i temi che sono stati affrontati dall’assessore del I Municipio di Roma, Adriano Labbucci, nel corso di un’intervista con l’agenzia Dire. Ma, d’altro canto, con deleghe così differenti, Trasporti, Ambiente, Lavoro e Memoria, non si poteva fare altrimenti. Partendo dal tema forse più caro alla maggioranza dei romani: la viabilità, soprattutto quella in centro.

“Il piano urbano della mobilità del Comune, approvato circa un anno fa- ha esordito, in tal senso Labbucci- indica la realizzazione di isole ambientali, soprattutto nel territorio del I municipio. Questo significa ridurre il traffico, prevedere zone 30, aumentare la mobilità dolce, ovvero quella pedonale e ciclabile, e valorizzare gli spazi. Da questo punto di vista stiamo ragionando con il Campidoglio su due ambiti: il primo comprendente l’area del Tridente e dell’ansa barocca e il secondo a Testaccio e San Saba“.

“All’interno di questi ambiti stiamo pensando ad isole ambientali con la previsione anche di alcune pedonalizzazioni- ha aggiunto Labbucci- ad esempio penso a via del Governo Vecchio e via dei Banchi Nuovi. Pedonalizzarle per me sarebbe una grande idea anche perché si potrebbero ricongiungere a via dei Banchi di Santo Spirito e a piazza Navona. Così anche tutta l’area dei Coronari, già in parte pedonalizzata, e le aree limitrofe. Lo stesso si può immaginare infine per Trastevere per decongestionarla, ad esempio nell’area della Lungaretta“.


Dai trasporti all’ambiente il passo è breve. Il tema, in questo caso, è quello delle comunità energetiche sostenibili, vere e proprie associazioni di cittadini, enti e imprese che decidono di realizzare impianti per produrre e condividere energia rinnovabile, con il duplice vantaggio per l’ambiente e per la bolletta. “Siamo partiti con la prima Comunità energetica rinnovabile chiamata ‘Le Vele’ in una scuola, l’istituto Vaccari- ha spiegato Labbucci- Si sta procedendo con il progetto di fattibilità e abbiamo trovato le risorse. C’è già poi un altro progetto per una seconda Comunità, ancora una volta in una scuola, l’istituto Umberto I in Prati“.

“Ricordo poi- ha aggiunto- che abbiamo anche attivato il primo sportello per le Comunità energetiche a Roma, nella sede del I Municipio in circonvallazione Trionfale, che sta andando molto bene a cui si stanno avvicinando anche gli amministratori di condominio. Per la transizione ecologica costruire comunità energetiche rinnovabili è importantissimo, sia perché queste rappresentano un vantaggio, anche economico, per coloro che decidono di realizzarle sia perché permettono di reinvestire in progetti di comunità, sociali e culturali”.

Infine la memoria. “Abbiamo iniziato questo percorso che si chiama ‘Sulla Memoria – Incontri e percorsi’ e organizzato tre eventi con scrittrici, storici e psicanalisti- ha concluso Labbucci- Ne abbiamo in programma altri in autunno, quando faremo un incontro dal titolo ‘Memoria e politica’, con il filosofo Mario Tronti. L’idea è quella di lavorare sulla memoria in diversi ambiti e attraversando diverse discipline. Voglio anche ricordare, tra le iniziative già realizzate, l’anniversario per i 90 anni dal rogo dei libri che fecero i nazisti a Berlino e, in ricordo del 25 aprile, pochi giorni prima, l’incontro su via Rasella per ricordare cosa è stata via Rasella, anche di fronte alle dichiarazioni assurde fatte dal presidente del Senato che ha sostenuto che fossero musicisti. L’iniziativa messa in campo con lo storico Portelli l’abbiamo intitolata proprio ‘Non erano musicisti’. Un incontro che è stato molto partecipato”.

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