PALERMO – La mafia “non è affatto rassegnata a soccombere”, anzi “mantiene una piena operatività” ed “è capace di incutere timore alle vittime e di avvalersi della forza fisica come forma estrema di controllo del territorio”. Lo sottolineano i carabinieri del Comando provinciale di Palermo che hanno arrestato tre persone smantellando il vertice della famiglia di corso Calatafimi e portando alla luce l’imposizione sistematica del racket ai commercianti della zona.
Commercianti che venivano tenuti sotto “una costante pressione estorsiva” e un ‘pizzo’ che si intensificava con l’avvicinarsi del Natale e della Pasqua. L’obiettivo della famiglia mafiosa di corso Calatafimi era quello di alimentare le proprie casse e sostenere gli affiliati in carcere, oltre che le loro famiglie. Il clan, secondo i carabinieri, “ha dimostrato di saper esercitare un costante controllo del territorio, monitorando capillarmente gli esercizi commerciali”. I boss individuavano per tempo anche le attività di nuova apertura avvicinando i proprietari e convincendoli sin da subito della necessità di “mettersi a posto”, anche attraverso minacce esplicite.
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