NEWS:

Salvini all’arrembaggio: i Fratelli d’Italia non se lo filano, il Pd spera

L'editoriale del direttore Nicola Perrone

Pubblicato:18-07-2023 19:46
Ultimo aggiornamento:18-07-2023 19:46

salvini-meloni
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Questi del Centrodestra sono più bravi di noi – dice sconsolato un esponente del Pd di lungo corso – litigano tra di loro, anche di brutto, ma alla fine trovano sempre l’accordo, come spartirsi i posti e il comando. Non come noi del Centrosinistra che litighiamo per motivi personali e solo per rompere…”.

Ormai siamo già in campagna elettorale anche se per le Europee ci vorrà ancora un anno. Si voterà con il proporzionale, tutti contro tutti, e così Matteo Salvini, leader della Lega, con i sondaggi che lo inchiodano ad un misero 8%, ha già cominciato a cannoneggiare contro il maggior competitor: Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia. “Sì è vero che ogni giorno se ne inventa una – risponde un Fratel meloniano- ma il poverino dove va? Non si schioda da numeri bassi, cercherà sempre di più di farsi notare ma ormai il suo momento è passato, è una lotta per l’esistenza“.

Vero che dentro il partito di Meloni ci possono essere situazioni che potrebbero creare delle difficoltà, a partire da come andrà  finire la partita delle rate da riscuotere dall’Europa per finire con la vicenda che interessa la ministra Santanché, col voto di sfiducia chiesto dal M5S che ci sarà tra poco in Senato.


Non solo, vanno anche soppesate le parole usate nell’intervista a Libero di Giovanbattista Fazzolari, Sottosegretario alla Presidenza, che Giorgia Meloni considera ‘la persona più intelligente e giusta che abbia avuto la fortuna di conoscere’. Proprio sul clima politico che si respira, Fazzolari non cita Salvini ma sottolinea: “… Registro ottimi rapporti con molti esponenti della Lega e di Forza Italia: da Giorgetti a Tajani. Persone che provengono da una lunga esperienza militante, tutti perfettamente consapevoli che perdere questa occasione sarebbe anche una sconfitta personale oltre che politica”.

Non solo, Fazzolari indica anche un rischio che si corre sottotraccia quando insiste sulla necessaria riforma per l’elezione diretta del premier: “… che prevede governi saldi, che durano cinque anni, conviene ai cittadini ma non a certi grandi attori – economici e non –   presenti in Italia”. Con una bella stoccata pure a Paolo Gentiloni, ex premier del Pd oggi Commissario europeo, che addirittura agirebbe contro il Paese, facendo da sponda a quello Stato dentro lo Stato che grazie a lobby e reti nascoste di potere sono in grado di agire contro i governi che non obbediscono: “… Rilevo un’anomalia- dice Fazzolari-  quella di un Commissario che si sente ogni volta in dovere di fare il controcanto al governo italiano, con dichiarazioni che mettono in difficoltà la Nazione e che credo comincino a sorprendere anche molti a Bruxelles”.

Per non parlare poi di quanto sta accadendo a Forza Italia dopo la scomparsa del Presidente Fondatore. Il segretario Antonio Tajani, infatti, dovrà portare il partito alle Europee contando su un risultato a due cifre altrimenti saranno guai. E non sarà facile, perché dentro al partito c’è una minoranza che vuol marcare un profilo sempre più autonomo e sganciato dalle logiche di Governo, che punti al rilancio del partito magari allargandosi al centro politico dove Calenda e Renzi continuano a litigare e a perdere pezzi.

Che le ‘salvinate’ possano portare ad una crisi di Governo non ci crede nessuno, ma dentro il Pd qualcuno spera: “Certo che se ci si dovesse ritrovare di fronte ad un collasso economico e  finanziario, con le rate che vengono bloccate per l’incapacità del Governo, beh si potrebbero ricreare situazioni di emergenza nazionale”, dice ancora l’esponente Dem di lungo corso.

Ancora un governo tecnico? “Chi lo sa- replica- noto in questi giorni l’attivismo del Governatore di Bankitalia, in uscita, Ignazio Visco, che parla di salario minimo e giustizia sociale, come potrebbe il Pd dire di no?”.

Sognare non fa male, come fa male invece la dura realtà che vive il Pd guidato dalla segretaria Elly Schlein. Fratel Fazzolari è contento perché “questa guida del Pd a noi conviene- spiega- quindi lunga vita alla Schlein e alla sinistra. Come sistema Paese però avere una sinistra così conviene un po’ di meno”. “La nuova segretaria – replica il Dem di lunga esperienza- non ha ancora ingranato, anche ieri nel suo giro in Emilia-Romagna mi risulta che molti amministratori l’hanno considerata quasi una invasione di campo, solo una passarella. Ha poco carisma, la sua debolezza si aggiunge alla debolezza del Presidente Bonaccini, e ora le due debolezze si affidano al professor Romano Prodi che venerdì a Cesena ci dirà che cosa dobbiamo fare… spero non di rifare l’Ulivo”. 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it