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W20, sul divario di genere le imprenditrici puntano su welfare e avanguardia

La conferenza nella seconda giornata del programma che ha animato il summit Women20, ha visto riunite in un tavola rotonda amministratrici delegate e presidenti di aziende di lunga storia

Pubblicato:18-07-2021 15:35
Ultimo aggiornamento:18-07-2021 15:35
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IMPRENDITRICI
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ROMA – “Rompere il soffitto di cristallo” è stato il titolo assegnato a un panel che ha visto diverse imprenditrici a confronto raccontare la propria storia professionale, le esperienze virtuose della propria azienda, le criticità e le conquiste in una sorta di mappa concreta di come si possano sfidare ostacoli e pregiudizi che spesso non permettono a donne di competenza di arrivare all’apice. La conferenza, nella seconda giornata dell’intenso programma che ha animato il summit Women20, ha visto riunite in un tavola rotonda, moderata dall’agenzia Dire, media partner, amministratrici delegate e presidenti di aziende di lunga storia.

Hanno partecipato Roberta Gili dell’Italia Cargo srl; Barbara Paglieri, di Paglieri spa; Lilli Samer della Samer & Co. Shipping spa e Rosi Sgaravatti della Sgaravatti Group. Ha concluso con un dibattito a tutto tondo sull’agenda politica Antonella Giachetti, presidente di AIDDA nazionale (associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda).

“Nella mia carriera professionale- ha raccontato Roberta Gili a capo di Italia Cargo, azienda di trasporti e logistica- mi sono dovuta confrontare con le disparità di genere: sono stata alto dirigente di una società quotata in borsa, ero l’unica top manager donna e ho subito il gender gap retributivo. Avevo la retribuzione più bassa di tutti, senza motivo, oltre a una considerazione più bassa rispetto agli altri dirigenti. Ragione per la quale, 11 anni fa ho deciso di staccarmi e iniziare a lavorare in proprio. Ho rilevato una realtà già esistente sul mercato e ho iniziato il percorso di imprenditrice, che è decollato anche grazie al sostegno delle reti estere e di una donna imprenditrice, Luz Cecilia Palazuelo, che è stata un po’ il mio mentore e mi ha spinta a lanciarmi in questa avventura a riprova che le donne, se fanno rete tra loro, possono farcela, possono avere successo. Ma ho incontrato anche uomini illuminati”.


Barbara Paglieri, titolare dell’azienda omonima famosa per marchi come Felce Azzurra, ha descritto il business dell’impresa: “Facciamo 140 milioni di fatturato e abbiamo circa 140 dipendenti tra cui 70 uomini e 70 donne” e tra le ultime progettualità ha voluto ricordare: “l’ultimo di digital trasformation per cercare i trend e le opportunità nuove. Il progetto riformerà tutti i nostri processi operativi e riformerà tutti gli operatori dall’operaio al dirigente. Abbiamo vinto nel 2018 il premio SMAU per azienda 4.0”.

E’ stata Lili Samer, amministratrice delegata della Samer & Co. Shipping spa, una società che “ha più di 100 anni, 400 dipendenti e 13 sedi e il 70% delle dipendenti donne”, a parlare dell’importanza delle materie STEM per le giovani ricordando l’iniziativa di AIDDA Friuli Venezia Giulia che promuove borse di studio per le giovanissime e di un progetto che lega AIDDA alla Turchia.

“Il nostro partner è la Cady Girl e già un anno fa- ha spiegato Samer- abbiamo fatto un protocollo di intesa in cui si cerca di far conoscere le business women italiane e turche e promuovere incontri e lavori tra di noi. Ne è seguito un be to be interessante, in cui hanno partecipato più di 80 aziende tra italiane e turche. Oggi invece stiamo festeggiando il primo anno del progetto ‘We care for women’ che serve a dare ad aziende di donne turche o di donne italiane ed europee la possibilità di avere scali gratuiti sulla Turchia. Ci sono già circa 108 aziende turche in questo programma e dei contratti che vanno avanti”.

Rosi Sgaravatti a capo dell’azienda omonima ha parlato di tutte quelle qualità che in un’azienda ‘verde’ hanno a che fare con tratti peculiari e speciali del femminile. “In questi 200 anni abbiamo lavorato in tutto il mondo, sempre usando gli stessi ingredienti che usiamo ancora adesso e che dovremmo usare sempre: innovazione, passione, professionalità, il guardare lontano. La crisi di oggi, del Covid non è soltanto sanitaria ed economica. E’ una crisi dello spirito- ha detto- e lavorare con le piante e con i fiori aiuta da questo punto di vista perché aiuta psicologicamente e fisicamente. La siccità verde si è attenuata e cominciamo a vedere finalmente tutto quello che può fare il verde, le piante. Siamo più consapevoli che sono generatrici di ossigeno, raccolgono le polveri sottili e che lavorare con le piante è terapeutico. Dobbiamo essere alleati con la natura”.

Sgaravatti ha anche sottolineato come sia importante che le donne siano pronte a conquistare un mondo spesso ostile: “Per me, in un’azienda completamente al maschile, non è stato facile. Ho dovuto conquistarlo, come tutte le donne, lavorando. E dopo mi hanno riconosciuta, ma non mi hanno imposta: imporre non si può in azienda”.

La conclusione del panel ha portato a ragionare sull’agenda politica delle pari opportunità: cosa è necessario fare, come le Istituzioni si stanno muovendo. Il parere unanime è che si dovrebbe dare voce a quelle donne che vi lavorano, che hanno fondato aziende o che ne sono a capo. “Servono rimedi, ma bisogna vedere quali e come sono fatti. Se la decontribuzione non è sul lungo periodo- ha concluso la presidente di AIDDA- in un periodo di emergenza come questo si finanzia solo la perdita. Le donne hanno meno collateral, meno accesso a proprietà, a eredità, tutti elementi che vengono messi in garanzia per accedere. E in più c’è lo stereotipo di genere. Noi come associazione stiamo facendo dei corsi per le associate di educazione e formazione finanziaria col nostro sponsor Unicredit quindi aiuteremo questa transizione economica ed ecologica supportata dal punto di vista finanziario. Credo che nei prossimi anni ci sarà un momento di grandissima crisi nell’adeguare le aziende più piccole ad adeguarsi ai nuovi modelli di consumo, ai nuovi stili di vita. E’ necessario che le donne siano maggiormente presenti: sostenibilità, responsabilità sociale, è la visione che naturalmente viene dalle donne. Ce ne è bisogno adesso, ora”.

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