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VIDEO | Quando era Montesano a denunciare il fascismo…vaccinista

L'Enrico Montesano eroe nero di se stesso, alla ricerca di un rilancio televisivo, arriva da lontano

Pubblicato:17-11-2022 18:16
Ultimo aggiornamento:17-11-2022 18:16

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ROMA – A guardare il film dall’inizio, la maglietta della X Mas è l’epilogo prevedibile di una sceneggiatura coerente e a tratti avvincente. L’Enrico Montesano eroe nero di se stesso, alla ricerca di un rilancio televisivo, arriva da lontano. Riavvolgiamo la pellicola.

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Ciak, si gira: è il 12 settembre del 2020. Esterno giorno, fa caldo in piazza del Popolo. Alla manifestazione contro il 5g, organizzata dalla no vax Sara Cunial, arriva un po’ a sorpresa Enrico Montesano. Da settimane è molto attivo sui social per denunciare la “dittatura sanitaria” instaurata dal governo Conte, ma in piazza si veste da protagonista. “Mentre stavamo chiusi in lockdown hanno installato le antenne”, dice. “Noi siamo difetti di fabbricazione, siamo sfuggiti al controllo di qualità. Siamo pochi, siamo eretici, siamo guerrieri”. E’ un successo: il nome inizia a girare sui canali di contro informazione, tra i complottisti di ogni sorta e rango.


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L’altra scena madre un mese dopo, il 13 ottobre. In piena pandemia da Covid, Montesano si presenta in piazza Montecitorio per una manifestazione a sostegno di Chico Forti, l’ex velista italiano in carcere da vent’anni negli Stati Uniti. Ma l’evento non conta. E’ appena entrato in vigore l’obbligo di tenere la mascherina all’aperto, ma lui non ci sta: “Questo è fascismo“, ragiona a favore di telecamera. Contento, sorride a volto scoperto. Girato l’angolo della piazza, però, il colpo di scena: due poliziotti lo fermano e gli chiedono di indossare la mascherina. Lui rifiuta, gli chiedono i documenti. Lui urla, sbraita, indossa la mascherina a mo’ di becco. “Io con questa non riesco a respirare”, alza la voce. E’ un crescendo, che farebbe anche ridere, non intervenisse la moglie a trascinarlo via. “Dai Enrico, non ci facciamo arrestare”.

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La trasformazione è fatta. Da quel giorno Enrico Montesano diventa l’eroe del popolo no vax, no mask, no green pass, no 5g. Altro che Rugantino, addio all’attore tanto amato sul grande schermo, il nuovo Montesano è il totem di chi combatte le limitazioni da covid. Un anno dopo, è l’ottobre del 2021, è in piazza del Popolo, osannato dal popolo del no green pass. Gridano “libertà”, scandiscono “Enrico, Enrico”, mentre lui dal palco li esalta. “A Grillo- dice rivolto al fondatore del Movimento 5 stelle che in quel momento sostiene il governo Draghi- siamo noi che ti mandiamo affanculo, perché ci hai imbrogliato”. L’attore (ex?) arringa la folla contro “il nuovo ordine mondiale” che vuole “sostituire gli uomini con le macchine”. I vaccini? “Ci vogliono inserire dei chip per un controllo individuale permanente”.

Il nuovo eroe dei complottisti e dei negazionisti, molto vicini all’estrema destra, fa il pienone sui canali alternativi. Le sue dirette da casa, in video, spopolano. Non fanno ridere, ma “contro informano”. Lui, forse, sogna un ritorno in politica. Dopotutto nel 1993, fu eletto consigliere comunale nella sua Roma (raccogliendo il maggior numero assoluto di preferenze nella sua lista), e poi nel 1994 divenne europarlamentare. In entrambi i casi per il Pds.

Oggi torna alla ribalta per la maglia della X Mas, esibita durante “Ballando con le stelle”, nel tentativo di tornare a brillare sul piccolo schermo. Han tutti frainteso, spiega lui, mostrando la tessera del Pds presa nel 1976 e un calendario di Che Guevara, “Enrico colleziona magliette- assicura la moglie- a casa ne ha anche dell’Urss e di Mao”. Un armadio fornitissimo, che legittima qualsiasi cosa. Anche la maglia nera di chi combattè nella Rsi a fianco dei nazisti. Servirebbe Armando Pellicci, il mitico personaggio portato sullo schermo da Montesano in “Febbre da cavallo”. Cosa direbbe oggi “er Pomata” di questa spiegazione? “Questa è la più grossa stronzata mai sentita da quanno l’omo inventò er cavallo!”.

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