NEWS:

Draghi e i partiti, una sola citazione e sono quelli danesi

Se al singolare la parola 'partito' in tredici pagine e' completamente assente, al plurale ricorre una sola volta

Pubblicato:17-02-2021 14:57
Ultimo aggiornamento:17-02-2021 22:11

mario_draghi_senato1
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Pandemia, Paese, Programma. Sono le parole piu’ usate nel discorso di Mario Draghi. Ma la parola meno usata? La parola “Partiti”: una volta sola, e sono tra l’altro i partiti danesi. Non quelli italiani. Anche la parola ‘politica’, intesa come l’ambito della politica, ricorre poche volte nelle 13 pagine di discorso del premier. Appena due volte, in un passaggio nel quale Mario Draghi chiarisce preliminarmente qual e’ la sua opinione sul tema.

LEGGI ANCHE: Draghi al Senato: “Basta rivalità, ora spirito repubblicano”

“Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo”, dice e aggiunge che “nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese“, come fanno del resto “famiglie e imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”.


Cosi’ e’ accaduto nei “momenti più difficili della nostra storia”. In quei frangenti “l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili. Perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere della cittadinanza. Siamo cittadini di un Paese che ci chiede di fare tutto il possibile. E noi oggi, politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo siamo tutti semplicemente cittadini italiani, onorati di servire il proprio Paese, tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato”, dice il premier. Piu’ chiaro di cosi’? “Oggi siamo tutti semplicemente cittadini italiani”.

LEGGI ANCHE: Draghi cita Cavour, che puntava sugli operai

Dopo questo passaggio la parola politica ricorre solo nell’accezione di “policy”: la politica economica, la politica di bilancio, la politica europea… E i partiti? Il premier non si cura di loro. Se al singolare la parola ‘partito’ in tredici pagine e’ completamente assente, al plurale ricorre una sola volta. Per indicare, peraltro, i partiti politici danesi e per sottolineare che anche loro si affidarono a una commissione di esperti per varare la riforma fiscale.

“Le esperienze di altri paesi – dice il premier – insegnano che le riforme della tassazione dovrebbero essere affidate a esperti, che conoscono bene cosa può accadere se si cambia un’imposta. Ad esempio la Danimarca, nel 2008, nominò una Commissione di esperti in materia fiscale. La Commissione incontrò i partiti politici e le parti sociali e solo dopo presentò la sua relazione al Parlamento. Il progetto prevedeva un taglio della pressione fiscale pari a 2 punti di Pil. L’aliquota marginale massima dell’imposta sul reddito veniva ridotta, mentre la soglia di esenzione veniva alzata”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it