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La carica dei mille per Cecilia, la sfida (quasi) impossibile dell’ex assessora

Un successo la manifestazione 'Sarà Firenze'. E adesso cresce l'appello perché Schlein imponga le primarie

Pubblicato:16-11-2023 10:17
Ultimo aggiornamento:16-11-2023 11:39
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FIRENZE – Al Tuscany Hall l’ex assessora all’Urbanistica Cecilia Del Re fa il pieno. La prima scommessa, quella di riunire mille persone attorno a una proposta di candidatura, a colpo d’occhio sembra vinta. L’obiettivo più ambizioso, ovvero convincere i vertici del Partito democratico a concedere le primarie per designare il proprio candidato sindaco del centrosinistra a Firenze, quello invece resta lontano. Lei ne è conscia, così intende bussare alla porta anche della segretaria Elly Schlein. Ed esorta i suoi simpatizzanti a fare altrettanto, al punto che ogni partecipante all’ingresso del palazzetto riceve una cartolina destinata alla leader nazionale con un messaggio da comporre seguendo questo canovaccio ‘Cara Elly, a Firenze chiedo primarie perché…”. Il carico da undici lo mette quando, in conclusione del suo intervento dal palco, l’ex assessora- defenestrata da Dario Nardella per diversità di vedute sulla tramvia in Duomo- con un pizzico di audacia si paragona proprio a Schlein per invocare un suo intervento risolutivo. “Le nostre sono due situazioni diverse, ma frutto della medesima società patriarcale– tuona Del Re parlando dinanzi ai suoi sostenitori- puoi spezzarla tu, di nuovo, indicendo le primarie, per rafforzare il Pd, la partecipazione, ma soprattutto per la storia di Firenze. Le primarie sono diventate oggi, infatti, anche uno strumento di emancipazione femminile, e consentono di liberarci dalle catene di potere tipicamente maschili”.

IN PRIMA FILA, FRA IL PUBBLICO, SPUNTA ANCHE IL BRACCIO DESTRO DI RENZI

In effetti per tentare di scardinare i ‘no’ del gruppo dirigente fiorentino, le speranze di colei che è stata quattro anni fa la recordwoman di preferenze in Comune sono riposte, anzitutto, in un aiuto esterno. Forse anche allo stesso Pd. In platea, in prima fila, è foriera di riflessioni la presenza di Francesco Bonifazi, braccio destro di Matteo Renzi, segno di una possibile interlocuzione, se non di uno scoperto gioco di sponda, fra Del Re e Italia viva in chiave di interdizione verso le trame del Pd e del sindaco uscente, Dario Nardella, intenzionati a schierare la prossima primavera per palazzo Vecchio l’attuale assessora al Welfare, Sara Funaro. Interpellata dai cronisti, Del Re mostra di credere ancora allo scenario di un ravvedimento operoso del suo partito, forte proprio del pubblico affluito al Tuscany Hall: “Siamo qui per ribadire questo concetto- afferma- il Pd deve rispettare se stesso, perché come dimostreremo anche stasera se ci si apre alla cittadinanza, facendo parlare le cittadine e i cittadini la partecipazione questo aiuta pure un buon risultato alle elezioni, perché poi ciò che conta è vincere a giugno 2024 contro le destre”.

“CANDIDATO UNITARIO? PD NON MI HA PROPOSTO NEMMENO UN CONFRONTO”

Innegabile, tuttavia, l’amarezza per la forte chiusura finora manifestata dai dem locali: “Quello che appunto dispiace è che in direzione, nella prima che c’è stata, il segretario cittadino disse che il percorso avrebbe portato alle primarie in assenza di un nome unitario e condiviso”, risponde Del Re a chi le chiede se considera ancora possibile una mediazione, se non un accordo. “È ovvio- puntualizza ancora- che noi crediamo nelle primarie ma se poi ci fosse stato un nome forte e condiviso, poteva anche essere valutato. Non siamo contrari a priori, questo nome però non solo non è venuto fuori, ma non c’è stato nemmeno proposto. Non c’è stato nessun tavolo e quindi siamo qui per far sentire la nostra voce”. L’ex titolare della delega all’Urbanistica, rimarca il concetto a scanso di equivoci: “Non mi è stato proposto nemmeno un confronto, un tavolo però quello che dico è che se c’è un nome unitario deve essere forte, condiviso da tutti“. L’accesso sembra vietato, ma dopo la serata del Tuscany Hall la speranza di trovare un pertugio per ribaltare un esito apparentemente segnato non è ancora del tutto tramontata.


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