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VIDEO | Ambiente, dalle batterie elettriche possibili 70.000 posti di lavoro

E_mob: "Serve filiera nazionale; da Cobat tecnologia gia' pronta"

Pubblicato:16-09-2019 12:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:42

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MILANO – Il settore del riciclo e dismissione delle batterie per le auto elettriche potrebbe creare in Italia 70.000 posti di lavoro nei prossimi anni, ma oggi nel Paese manca un filiera nazionale del settore, anche a causa di scelte mancate della politica. La conseguenza è una perdita di possibilità di occupazione, di business per le aziende italiane e anche di maggiori rischi per l’ambiente. Pochi sanno, infatti, che le batterie al litio usate per la trazione di veicoli elettrici sono altamente infiammabili e, dunque, nel loro fine vita vanno trattate in maniera adeguata. Se ne è parlato oggi al primo dei tre incontri organizzati dal Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo (Cobat) in vista di e_mob, il Festival dell’eMobility in calendario a Palazzo Lombardia di Milano dal 26 al 28 settembre 2019.

Intervenendo oggi al primo seminario organizzato a Palazzo Pirelli, intitolato “La sfida italiana alla creazione di una filiera nazionale per il riutilizzo delle batterie di trazione delle auto elettriche”, Camillo Piazza, presidente di Class onlus, l’associazione di coordinamento di e_Mob, spiega che “oggi in Italia ancora non esiste un impianto per il trattamento delle batterie al litio, sebbene sia previsto dalla legislazione comunitaria”. Quindi “le batterie che ad esempio raccoglie Cobat sono inviate a impianti esteri, primariamente in Europa, soprattutto in Germania, dove esistono delle tecnologie che sono in grado di garantire il riciclo di queste batterie o un loro corretto fine vita”. 

Il contributo governativo dello scorso anno al settore “era di 60 milioni, ma non sono stati spesi tutti, perché i venditori stranieri hanno preferito portare le macchine in altri Paesi, perché in Italia non abbiamo un mercato maturo: governo e enti pubblici non hanno ancora dato una certezza a questo mercato“. E’ comprensibile quindi che case automobilistiche come “Nissan o Renault preferiscano scegliere una piattaforma norvegese, francese o tedesca dove il governo ha già deciso da quattro o cinque anni la linea”. Piazza ne è convinto: “Non è una questione di costi, è un problema di scelta industriale da parte della politica”.


L’IMPEGNO DI E_MOB PER UNA FILIERA NAZIONALE DEL SETTORE

Da qui l’impegno di e_Mob per avere una filiera nazionale del settore. Nonostante le carenze, sono in cantiere alcuni progetti di diverse realtà nazionali accomunati dalla finalità di rendere la filiera più economica e compatibile sul piano ambientale, e con l’ambizione di permettere al Paese di diventare la guida in Europa in questo campo creando decine di migliaia di posti di lavoro. Da qui anche la necessità di una riqualificazione della forza lavoro italiana.

“Fca ci ha chiesto di formare i propri dipendenti in Italia“, riferisce Piazza, esprimendo, fra l’altro, soddisfazione per l’adesione a e_Mob 2019 della casa automobilistica Fiat Chrysler Automobile, la cui strategia di elettrificazione comprenderà importanti investimenti in Italia. Una scelta che per Piazza “è un segnale che qui ci sarà un mercato”. Ma già da ora bisogna iniziare a prepararsi: “i meccanici si devono trasformare in meccatronici, dobbiamo puntare su una buona formazione professionale”.

LA TECNOLOGIA SVILUPPATA DA COBAT

Ad aver sviluppato una tecnologia innovativa per il riciclo delle batterie al litio è Cobat, come spiega Luigi De Rocchi, responsabile della divisione ricerca del consorzio, che collabora con Cnr e Università. Attualmente in fase di ottenimento di brevetto, la tecnologia messa a punto da Cobat, unica in Europa, permette “di trattare la parte chimica della batteria al litio, consentendo di riottenere i metalli all’interno contenuti come il cobalto e lo stesso litio, nickel, manganese, rame e alluminio”. Un processo importante, continua De Rocchi, perché offre “la massima efficienza del recupero” e “consente infatti di riottenere metalli che possono essere utilizzati per fabbricare nuove batterie, un tema particolarmente importante in un contesto come quello europeo, notoriamente privo dei metalli utilizzati per la costruzione di batterie al litio”. 

BATTERIE ELETTRICHE E SICUREZZA

Al centro del convegno di oggi anche il tema della sicurezza, considerando che questo tipo di batterie sono altamente infiammabili, al pari di benzina o Glp, ma con “particolarità oggi allo studio”. Nel momento in cui scoppia un incendio coinvolgente un veicolo a trazione elettrica o nel caso di dismissione delle batterie “la carcassa spenta dopo qualche ora può riprendere fuoco”. 

Ne parla Massimo Nazareno Bonfatti, dirigente del nucleo investigativo anti incendio dei Vigili del fuoco. Le batterie al litio, chiarisce l’ingegnere, “sono fatte da tante piccole cellette: se una si è bruciata e si spegne, dopo un po’ di tempo può riaccendersi un’altra che non si era accesa prima”.

Ne segue l’inefficacia degli estinguenti tradizionali, anzi, in caso di un incendio di un’auto elettrica, lo spegnimento non deve avvenire come quelli tradizionali: gettare dell’acqua sarebbe un danno ulteriore. Studi sono quindi stati avviati “ormai da vari anni, perché ci si rende conto che bisogna dare sicurezza”, sottolinea Bonfatti, che cita “risultati sia sull’intervento sia per la neutralizzazione degli effetti”. Questi ultimi possono comportare anche “sfoghi di gas infiammabili e tossici, e non si sa neppure bene che cosa siano, stiamo facendo delle prove”. Si comprende quindi che anche lo smaltimento delle batterie elettriche è potenzialmente pericoloso anche per l’ambiente, se non trattato adeguatamente. Quindi, conclude l’esperto, “bisogna studiare un intervento incisivo e noi andiamo avanti a lavorare con serietà”.

BATTERIE ELETTRICHE, E MOB A GOVERNO: SERVONO 150 MILIONI

Per dare impulso al riuso e riciclo delle batterie delle auto elettriche in Italia “e-Mob chiede al Governo di raddoppiare la cifra prevista nel 2019, per arrivare attorno a 150 milioni di euro il prossimo anno”. A parlare è Camillo Piazza, presidente di Class onlus, l’associazione di coordinamento di e-Mob, la terza edizione della conferenza nazionale sulla mobilità elettrica che si terrà a Milano a Palazzo Lombardia dal 26 al 28 settembre.

Parlando questa mattina all’incontro promosso a Palazzo Pirelli da Cobat, intitolato “La sfida italiana alla creazione di una filiera nazionale per il riutilizzo delle batterie di trazione delle auto elettriche”, Piazza insiste su un intervento dell’esecutivo nel settore affinché una filiera preposta al riciclo e dismissione delle batterie al litio delle auto elettriche “sia resa certa rispetto alle politiche, anche a fronte degli incentivi già offerti”. Ricordando che e-Mob è anche un tavolo permanente di confronto mensile con le imprese, Piazza sottolinea che proprio “le aziende chiedono alla classe politica di avere delle certezze sul piano giuridico, cosa che finora non è accaduta”. Il presidente di Class onlus spiega quindi che il prossimo 26 settembre sarà consegnato da e-Mob un documento al nuovo ministro per i Trasporti a Infrastrutture Paola De Micheli, alla quale “illustreremo le linee guida a nostro avviso, per questo settore”.

Piazza esprime infine la sua soddisfazione per l’adesione a e-Mob della casa automobilistica Fiat Chrysler Automobile (Gruppo Fca), la cui strategia di elettrificazione comprenderà investimenti in Italia. “Questa volta Fca non ha scelto di andare all’estero ma di restare in Italia- conclude Paglia- questo è un segnale che qui ci sarà un mercato”.

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