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Agenzia Dire in audizione alla Camera, il cdr: “Ritirare i licenziamenti”

Ospiti della Commissione Cultura per riaprire dialogo con le parti

Pubblicato:16-01-2024 18:40
Ultimo aggiornamento:17-01-2024 13:19
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ROMA – Il Comitato di redazione dell’agenzia Dire ringrazia il presidente Federico Mollicone, i commissari presenti e gli esponenti della Federazione nazionale della Stampa e dell’associazione Stampa Romana, che stamani hanno preso parte all’audizione presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati, dedicata alla vertenza sindacale dell’agenzia Dire. Riteniamo che si sia trattato di un momento di confronto importante, che ha permesso di far emergere con forza e chiarezza le difficoltà che ormai da più di due anni stanno affrontando i lavoratori della Dire, che dopo 23 mesi di ammortizzatori sociali e pesanti sacrifici economici hanno visto l’azienda proseguire nell’attuazione del piano esuberi, disponendo il licenziamento di 14 redattori. Ai tali tagli si è aggiunta la decisione, notificata con una email alle 22 della sera del 31 dicembre, di sospendere con effetto immediato e sospensione dello stipendio 17 redattori sulla sola sede centrale di Roma. Azioni che il Cdr giudica improvvide e illegittime, in particolare quest’ultima, che non trova fondamento giuridico né precedenti.

Apprendiamo invece con rammarico la decisione dell’azienda di annullare l’incontro di domani con il Cdr e i sindacati, per impegni improvvisi dell’editore. Ci auguriamo che tale incontro sia riprogrammato il prima possibile. Stamani, in audizione, è inoltre emerso che nei prossimi giorni dovrebbe essere presentata l’impugnativa dinanzi al Tar del fermo amministrativo deciso dal ministero dell’Istruzione nei confronti della Com.e, società editrice dell’agenzia Dire, per vicende giudiziarie che riguardano la vecchia proprietà. Chiediamo all’azienda di illustrare le ragioni di tale scelta. Poi, come ha dichiarato Stefano Valore ancora stamani in commissione, la notifica di tale fermo sarebbe stata comunicata il 5 dicembre, quindi, al momento di firmare accordi di uscita volontaria e licenziamenti, l’azienda era presumibilmente a conoscenza di questa possibilità. Nonostante ciò non ha informato né il Cdr né i sindacati.

Ci auguriamo altresì di avere informazioni tempestive circa le prime risultanze del ricorso urgente che Valore oggi ha spiegato sia stato depositato presso il tribunale civile di Roma, sul quale è attesa la convocazione del giudice. Torniamo a chiedere un flusso di informazioni costanti, da parte dell’azienda, anche sull’imminente ricorso al Tar che è stato annunciato oggi. L’editore tra le altre cose ha accennato ai reintegri fatti dall’azienda e a questo proposito chiediamo di avere notizie dettagliate anche sul numero complessivo di giornalisti con contratto di tipo “articolo 1” a tempo pieno e indeterminato rispetto ai requisiti richiesti dal decreto del Dipartimento per l’editoria, devono ammontare ad almeno 50. Ricordiamo che è stato proprio il CdR, nei giorni immediatamente successivi ai licenziamenti, a segnalare all’azienda che il numero era drammaticamente sceso al di sotto di tale requisito.


Torniamo a chiedere con forza che le sospensioni del 31 dicembre vengano immediatamente ritirate: si tratta di un provvedimento che, lo ribadiamo, non ha alcun fondamento giuridico, e che mette a rischio la sostenibilità lavorativa della sede centrale di Roma. Grava inoltre in maniera ingiusta e inspiegabile sulle 17 persone interessate. Sono ormai trascorsi 16 giorni, sebbene l’editore, informando il CdR tre ore prima dell’invio della mail ai colleghi per informarli della sospensione, avesse espresso l’auspicio che durassero pochi giorni. Cosa aspetta a far decadere questa misura incomprensibile? I colleghi, lo ricordiamo, stanno continuando a lavorare e a garantire i notiziari come tutti gli altri.

Come ha detto stamani Stefano Ferrante dell’Associazione Stampa romana, “gli editori spesso colpiscono i giornalisti, sebbene siano proprio loro a produrre valore” attraverso “notizie di qualità”. Torniamo dunque a chiedere un incontro urgente all’editore, a cui ribadiamo l’appello a ritirare i licenziamenti e le sospensioni, e a intraprendere qualsiasi azione che possa garantire continuità all’attività aziendale. Alle istituzioni domandiamo azioni corali per trovare quella via d’uscita che possa permettere alla Dire e ai suoi circa 100 dipendenti di continuare a lavorare, per offrire prodotti e servizi all’altezza delle aspettative in qualità di agenzia di stampa nazionale, nel rispetto dei cittadini ad essere correttamente informati e del pluralismo dell’informazione. 

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