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In Veneto 260.000 pensionati vedranno sparire 400 euro, e la Cgil: è colpa del Governo Meloni, toglie a loro per finanziare la flat tax

Il sindacato pensionati della Cgil del Veneto all'attacco: il Governo Meloni toglie a chi ha lavorato duramente per tutta la vita

Pubblicato:15-12-2022 16:48
Ultimo aggiornamento:15-12-2022 16:48

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VENEZIA – Sono più di 260.000 i pensionati veneti che nel 2023 subiranno il taglio della rivalutazione degli assegni previdenziali a causa del nuovo meccanismo di adeguamento “introdotto dal governo Meloni per fare cassa. In pratica, nella nostra regione, un pensionato su cinque perderà nell’arco dell’anno un importo superiore ai 400 euro rispetto al meccanismo di adeguamento all’inflazione riconquistato lo scorso anno con il governo Draghi grazie proprio alle mobilitazioni dei sindacati”, denuncia lo Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil. “Nell’esercito di beneficiari trasformati in bancomat per pagare la flat tax agli autonomi e per favorire gli evasori, più della metà, circa 156.000 anziani veneti, può contare su pensioni medie comprese fra quattro e cinque volte il trattamento minimo”. Si tratta spesso di ex insegnanti, ex infermieri professionali, ex operai specializzati con 41-43 anni e più di contributi interamente versati che portano a casa assegni netti mensili di 1700-1.800 euro “e che non sono dunque ricchi nababbi da spremere fino all’osso per recuperare risorse, come hanno fatto negli anni passati anche altri governi“.

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SPI-CGIL: IL GOVERNO SI ACCANISCE CONTRO CHI HA LAVORATO DURAMENTE TUTTA LA VITA

Dunque, “di fronte a una manovra di bilancio iniqua, definita senza un confronto con le parti sociali, e improntata a togliere soldi ai pensionati e ai soggetti fragili percettori del reddito di cittadinanza”, anche il sindacato dei pensionati del Veneto sarà domani a Roma alla manifestazione organizzata dallo Spi nazionale in piazza Santi Apostoli. Intanto ieri il sindacato dei pensionati ha aderito allo sciopero generale indetto dalla Cgil contro la manovra. “Il governo si accanisce contro uomini e donne che hanno lavorato duramente per una vita versando tutti i contributi e smonta una conquista del sindacato senza alcun confronto- dice lo Spi del Veneto- stiamo parlando di pensionati che nel 2022 sono stati travolti, come tutti gli altri, da una inflazione arrivata ormai a due cifre e per la quale sembra inadeguata anche la rivalutazione piena al 7,3%”. La mobilitazione di domani diventa quindi anche l’occasione “per denunciare le altre misure inique previste nella legge di bilancio: i tagli alla sanità, l’abolizione del reddito di cittadinanza, le misure a favore dei furbetti delle cartelle esattoriali e degli evasori. Naturalmente al primo punto della protesta ci sarà il taglio delle rivalutazioni ma anche la legge delega sulla non autosufficienza, anche quella una conquista dei sindacati dei pensionati durante il precedente governo, alla quale, però, l’esecutivo Meloni non ha finora dato alcun seguito”.


ED ECCO QUALI SONO E DOVE SONO I PENSIONATI CHE PERDONO MAGGIORAMENTE

A livello provinciale i pensionati più colpiti dai tagli sono quelli veneziani, mentre a Rovigo la percentuale di anziani coinvolti è decisamente inferiore. A Venezia la pensione media è di 1.582,66 euro lordi mensili, 1.902,26 euro per gli uomini e 1.260,56 euro per le donne. Il nuovo meccanismo di rivalutazione ridurrà, secondo i calcoli sindacali, l’adeguamento a circa 53.000 pensionati, il 23,5%. In particolare, verrà penalizzato il 33,5% dei pensionati e il 13% delle pensionate. A Belluno la pensione media è di 1.518 euro lordi mensili, 1.792,17 euro per gli uomini e 1.263,45 euro per le donne. Il nuovo meccanismo di rivalutazione ridurrà l’adeguamento a circa 12 mila pensionati, il 19% del totale. In particolare, verrà penalizzato il 28% dei pensionati e il 12% delle pensionate. A Padova la pensione media è di 1.573,80 euro lordi mensili, 1.871 euro per gli uomini e 1.280 euro per le donne. Il nuovo meccanismo ridurrà l’adeguamento a circa 51.000 pensionati, il 21,3% del totale. In particolare, verrà penalizzato il 29,5% dei pensionati e il 13% delle pensionate. A Rovigo la pensione media è di 1.435,63 euro lordi mensili, 1.643,62 euro per gli uomini e 1.242,54 euro per le donne. Il nuovo meccanismo di rivalutazione ridurrà l’adeguamento a circa 11.800 pensionati, il 16,5% del totale. In particolare, verrà penalizzato il 22,5% dei pensionati e l’11% delle pensionate. A Treviso la pensione media è di 1.512,18 euro lordi mensili, 1.809,40 euro per gli uomini e 1.218,11 euro per le donne. Il nuovo meccanismo di rivalutazione ridurrà l’adeguamento a circa 44.300 pensionati, il 19,5% del totale. In particolare, verrà penalizzato il 28% dei pensionati e l’11% delle pensionate. Verona: pensione media di 1.526,10 euro lordi mensili, 1.818,66 euro per gli uomini e 1.245,21 euro per le donne. Il nuovo meccanismo ridurrà l’adeguamento a circa 47.500 pensionati, il 20%. In particolare, il 28,5% dei pensionati e il 12% delle pensionate. Infine, Vicenza: la pensione media è di 1.511,13 euro lordi mensili, 1.788,33 euro per gli uomini e 1.241,54 euro per le donne. Il nuovo meccanismo di rivalutazione ridurrà l’adeguamento a circa 44.000 pensionati, il 19,5% del totale. In particolare, verrà penalizzato il 27,5% dei pensionati e l’11,5% delle pensionate.

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