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Unicef: “Morte decine e decine di bambini chiusi nella stiva, questo è troppo”

Durissime le parole di Unicef sulla strage di pylos, in Grecia: "Quando è troppo è troppo. Un'atrocità che perseguiterà queste coste per anni a venire"

Pubblicato:15-06-2023 17:56
Ultimo aggiornamento:15-06-2023 19:44

naufragio grecia (foto quotidiano Efimerida ton Sintakton)
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(L’immagine di copertina è tratta dal quotidiano Efimerida ton Sintakton)

ROMA – “Quando è troppo è troppo“. Soprattutto perchè era una perdita di vite “evitabile”. È durissima la presa di posizione dell’Unicef dopo la tragedia di Pylos, in Grecia, dove un peschereccio con centinaia di persone e bambini a bordo si è ribaltato ed è affondato. “L’Unicef- si legge in una nota firmata da Philippe Cori, il direttore ad interim dell’Ufficio regionale Unicef per l’Europa e l’Asia centrale e Coordinatore speciale per la risposta ai rifugiati e migranti in Europa- è profondamente addolorato e scosso dalle molteplici segnalazioni secondo cui fino a cento bambini sarebbero rimasti intrappolati nella stiva di un’imbarcazione che si è rovesciata e affondata al largo della costa della Grecia ieri, in una delle più grandi tragedie in mare nel Mediterraneo degli ultimi anni“. Cori non usa mezzi termini: si scaglia contro “l’atrocità” a cui il mondo si trova ad assistere e sottolinea che quanto avvenuto “perseguiterà queste coste per anni a venire“. Poi, per l’ennesima volta, torna a ripetere la necessità di “percorsi sicuri e legali per la migrazione e l’asilo nell’Unione Europea“: un bambino è un bambino, per l’Unicef pensare che decine e decine di bambinni siano morti intrappolati nella stiva del peschereccio Adriana è “troppo”.

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“Possiamo supporre che molti di questi bambini abbiano perso la vita, al momento le notizie sui sopravvissuti sono limitate- scrive ancora Cori-. Le nostre più sentite condoglianze vanno alle famiglie dei bambini e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo orribile evento. Si tratta di bambine/i migranti e richiedenti asilo che sono fuggiti da conflitti, violenze e povertà. Sono minorenni che probabilmente hanno subito sfruttamento e abusi in ogni fase del loro viaggio. La maggior parte di loro avrà cercato di attraversare il mare in condizioni pericolose, affidandosi a trafficanti. L’Unicef è pronto a rispondere alle esigenze immediate dei bambini e delle donne che potrebbero essere sopravvissute al naufragio, in coordinamento con le autorità nazionali e i partner”.

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“QUANDO È TROPPO È TROPPO”

“Ogni perdita di vita è una tragedia. La perdita evitabile di così tante vite di bambine/i nel Mar Mediterraneo è un’atrocità che perseguiterà queste coste per anni a venire. Quando è troppo è troppo. In base al diritto internazionale e alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, i Paesi sono obbligati a proteggere i diritti e il superiore interesse dei bambini. L‘Unicef continua a chiedere che vengano predisposti percorsi sicuri e legali per la migrazione e l’asilo nell’Unione Europea, e per operazioni di ricerca e soccorso coordinate che aiutino a prevenire le morti in mare. Un bambino è un bambino, e i Paesi dovrebbero lavorare insieme per garantire che la vita di tutte/i le bambine e i bambini sia protetta, indipendentemente dal loro status migratorio”.

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