NEWS:

La Corte europea blocca i trasferimenti dei richiedenti asilo dal Regno Unito al Ruanda

La Corte europea dei diritti umani accoglie l'appello di un iracheno e stoppa i piani di trasferimenti forzati da Londra al Paese africano

Pubblicato:15-06-2022 11:30
Ultimo aggiornamento:15-06-2022 11:30
Autore:

boris johnson
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Il Ruanda “non è scoraggiato” dalla sentenza della Corte europea dei diritti umani (Cedu) che ha sospeso i piani britannici di trasferimento forzato nel Paese di richiedenti asilo entrati, e rimane “pienamente impegnato a fare in modo che la partenrship con Londra funzioni”. Così la portavoce del governo di Kigali Yolande Makolo dopo che l’organismo dell’Unione europea ha di fatto impedito a un aereo carico con sette rifugiati di partire alla volta della capitale ruandese.

Dopo una serie di dinieghi da parte della giustizia britannica, la Cedu ha accolto un appello che era stato presentato il giorno prima da un richiedente asilo iracheno, probabile vittima di tortura stando a quanto sostiene la Corte nella sua sentenza, destinato a essere trasferito in Ruanda. Il rifugiato sarebbe dovuto essere inviato nel Paese africano nell’ambito di un accordo bilaterale per la proiezione della gestione della richiesta dell’asilo politico dei migranti entrati nel Regno Uniti illegalmente, siglato da Londra e Kigali lo scorso aprile.

Secondo i giudici europei nessun migrante potrà essere trasferito nel quadro dell’intesa fino a che questa non verrà sottoposta al definitivo parere dell’Alta corte britannica, atteso a un’udienza prevista per il mese prossimo. La decisione del tribunale europeo ha innescato una serie di ricorsi degli altri passeggeri che ha ulteriormente bloccato la procedura di partenza del volo.


Commentando il dietrofront, giunto al termine di una lunga giornata di proteste da parte delle numerose organizzazioni contrarie alla misura, Makolo ha affermato che il Ruanda è pronto a portare avanti la sua parte dell’accordo, nell’ottica di fornire una soluzione all'”attuale situazione delle persone che compiono viaggi pericolosi” per arrivare in Europa, che “non può continuare perché sta causando sofferenze indicibili a così tante persone”. Il Regno Unito è soggetto alla decisione della Cedu in quanto Paese membro del Consiglio d’Europa.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it