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Tennis, Djokovic di nuovo detenuto. Il governo australiano: “Talismano No Vax, rischio rivolte civili”

Anche Nadal scarica il serbo: "Siamo stanchi, vogliamo tornare a parlare di tennis"

Pubblicato:15-01-2022 10:47
Ultimo aggiornamento:15-01-2022 10:48

Novak Djokovic
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ROMA – Novak Djokovic è stato portato nuovamente al The Park Hotel, il centro di detenzione di Carlton, a Melbourne, dove era detenuto la settimana scorsa in seguito alla prima cancellazione del suo visto. E’ lì che aspetterà la sentenza che deciderà, dopo oltre una settimana di saga diplomatica e giudiziaria, il suo destino australiano: espulso e rimpatriato, o in campo per provare a vincere il decimo Australian Open. La nuova udienza, presumibilmente l’ultima, si terrà davanti a tre giudici, limitando così la possibilità del governo australiano di appellarsi se dovesse essere ribaltata – per la seconda volta – la decisione di revoca del visto. L’esordio in torneo di Djokovic è programmato per lunedì. 

IL MINISTRO HAWKE: DJOKOVIC TALISMANO NO-VAX, RISCHIO RIVOLTE CIVILI

Novak Djokovic è un “talismano del sentimento no-vax” e la sua presenza sul territorio australiano potrebbe causare “disordini civili”. Così il ministro dell’immigrazione australiano, Alex Hawke, ha motivato la seconda cancellazione del visto del numero uno al mondo del tennis. Djokovic affronterà l’udienza decisiva davanti ad un tribunale federale domenica mattina (la notte tra sabato e domenica in Italia), che determinerà se il ministro ha agito in modo irragionevole o no. Gli atti depositati in tribunale rivelano le ragioni del ministro inviate a giustificazione dell’annullamento del visto.

Hawke ha detto è un “rischio trascurabile per coloro che lo circondavano”, ma che è “percepito da alcuni come un talismano per la comunità anti-vaccino”: “Ritengo che la presenza del signor Djokovic in Australia possa portare a un aumento del sentimento anti-vaccinale, portando potenzialmente a un aumento dei disordini civili del tipo precedentemente sperimentato in Australia con raduni e proteste che potrebbero essere essi stessi un fonte di trasmissione del virus”.


“Il signor Djokovic è una persona influente e di prestigio. Visto il comportamento del signor Djokovic dopo essere venuto a conoscenza di un risultato positivo al test, le sue opinioni pubblicamente dichiarate, nonché il suo stato di non vaccinato, ritengo che la sua presenza in Australia possa incoraggiare altre persone a ignorare o agire in modo incoerente con i consigli e le politiche di salute pubblica in Australia”.

Hawke ha anche affermato che le conseguenze della cancellazione del visto di Djokovic sono state “significative”: “Il signor Djokovic si reca regolarmente in Australia per partecipare a tornei di tennis. Questa cancellazione del visto potrebbe pregiudicare la sua possibilità di ottenere un visto per entrare in Australia in futuro”. 

NADAL: AUSTRALIAN OPEN PIÙ IMPORTANTE DI DJOKOVIC

“L’Australian Open è molto più importante di qualunque giocatore”. Anche Rafa Nadal, solitamente diplomatico nell’affrontare i problemi del tennis, è stanco della situazione “spiacevole” che Djokovic ha imposto al suo mondo alla viglia del primo Slam stagionale.

“Siamo un po’ stanchi della situazione, vogliamo tornare a parlare di tennis“, ha detto il 20 volte vincitore di uno Slam, che però a Melbourne ha vinto una sola volta. “L’Australian Open sarà un grande Australian Open con o senza di lui. E’ chiaro che Novak Djokovic è uno dei migliori giocatori della storia, senza dubbio. Ma non c’è nessun giocatore nella storia che sia più importante di un evento, perché i giocatori rimangono e poi se ne vanno, e altri giocatori stanno arrivando. Nessuno: Roger, Novak o me stesso, Bjorn Borg, che era fantastico ai suoi tempi. Il tennis continua. L’Australian Open è molto più importante di qualsiasi giocatore. Se giocherà il torneo va bene. Se non giocherà l’Australian Open, sarà un grande Australian Open con o senza di lui“.

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