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Gaza, Tajani: “Italia in prima linea per la missione dei caschi blu”

Il ministro degli affari esteri in audizione: "L'Iran riduca i toni e Israele conceda pause umanitarie"

Pubblicato:14-11-2023 18:50
Ultimo aggiornamento:16-11-2023 08:36
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ROMA – Una volta tornata la quiete nella Striscia di Gaza, “un ritorno al controllo da parte di Hamas è impensabile: per questo al Consiglio Affari esteri di ieri a Bruxelles è stata fatta una riflessione sul giorno dopo. In ambito Ue e G7 l’Italia quindi è in prima linea nel sostenere la presenza di una missione delle Nazioni Unite sul terreno, sul modello Unifil in Libano o Unmik in Kosovo”. Così ha riferito in audizione il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, alle commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato, riferendo sul conflitto Israele-Hamas e sulle principali questioni dell’agenda europea e internazionale. Una eventuale missione di caschi blu, come ha detto Antonio Tajani, dovrebbe prevedere “una amministrazione internazionale transitoria che, su mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e con una forte partecipazione degli Stati della regione, prepari ritorno a Gaza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) e favorisca la ripresa di un negoziato politico con Israele”.
Tale ripresa del processo politico, che deve puntare sulla formula “due popoli per due stati”, secondo Tajani “dovrà essere accompagnato da un ambizioso piano di ricostruzione e sviluppo, con soluzioni che interrompano il ripetersi periodico di questo insensato ciclo di violenze”.

Tale formula per il titolare della Farnesina “è l’unica prospettiva politica credibile, e l’Italia farà di tutto affinché possa realizzarsi”. Anche al recente G7 di Hiroshima, a cui Tajani ha partecipato prendendo dal Giappone il testimone per la presidenza di turno, “è stata affermata la volontà di uno stretto coordinamento per rilanciare il dialogo tra israeliani e palestinesi”. Tajani ha assicurato che “il medio oriente e l’Ucraina saranno al centro della presidenza italiana, insieme ai temi legati alla stabilità in Africa, Mediterrnaeo e Iindo-pacifico”, e con temi più trasversali come l’intelligenza artificiale”.

TAJANI: IRAN RIDUCA TONI E ISRAELE CONCEDA PAUSE UMANITARIE

Ieri a Bruxelles, il ministro ha anche chiesto “all’Iran di abbassare i toni e moderare le azione degli attori nella regione, a partire da Hezobollah”. In sede europea, ha continuato Tajani, “ho ribadito l’importanza di tracciare una linea netta tra Hamas e il popolo palestinese le cui legittime aspirazioni nulla hanno a che vedere con Hamas, e non possono giustificare la strage di cui si è macchiato”. Il ministro ha spiegato che dal 27 ottobre scorso “siamo entrati in una nuova fase” dell’offensiva israeliana sulla Striscia. L’esercito israeliano, dice Tajani, “ha accompagnato ai raid aerei incursioni terrestri. Hamas continua a lanciare razzi verso Israele e quotidianamente si assiste a scontri tra l’esercito ed Hezbollah”. Inoltre, “i ribelli houty hanno lanciato attacchi verso Israele dallo Yemen”. Tajani ha avvertito che “resta il rischio di un allargamento del conflitto”. Ciò riguarda anche Siria e Iraq.


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Il capo della Farnesina ha aggiunto: “Le tensioni sono salite anche Cisgiordania. Dall’inizio del conflitto Israele ha intensificato le operazioni di antiterrorismo e si registrano scontri quotidiani tra le forze israeliane e manifestanti palestinesi, con episodi di violenza purtroppo non isolati da parte di estremisti israeliani, che rappresentano una minaccia alla sicurezza”. Sul tema delle “pause umanitarie” chieste anche dall’Ue, “una prima approvazione da parte di Israele è un segnale importante. Dimostra che Israele ascolta i nostri appelli alla de-escalation, ma devono partecipare anche Hamas ed Hezbollah che non possono continuare a lanciare razzi” verso lo Stato ebraico. Tajani ha concluso: “serve un intervento urgente per evitare ulteriori sofferenze alla popolazione civile di Gaza ed esodi di massa che contribuirebbero a destabilizzare ancora la regione”.

TAJANI: SANZIONI AD HAMAS? È SOLO PROPOSTA INFORMALE

“Ieri al Consiglio Affari esteri con Francia e Germani abbiamo presentato un testo informale con proposte per isolare finanziariamente Hamas e contrastare l’antisemitismo. Si tratta di un home paper, che abbiamo sottoposto all’attenzione dei 27. Poi, certamente non per una fuga italiana, è stato diffuso e pubblicato sulla testata Politico, e quindi non ho potuto smentirlo perché era vero. Ma voglio ribadire che non è un documento ufficiale, che non è stato soggetto a votazione, e non è neanche frutto di valutazioni formali da parte del Consiglio. È solo uno strumento fornito a nostri interlocutori contenenti azioni possibili”, ha poi chiarito il ministro degli Affari esteri.

TAJANI: ITALIA ALL’ONU ASTENUTA PER COERENZA SU AIUTI

L’Italia si è astenuta dal votare la risoluzione sugli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, presentata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a fine ottobre, “per ragioni di equilibrio e coerenza”, ha detto detto il ministro Tajani. “L’Onu- spiega il titolare della Diplomazia- non è riuscita a dar vita ad una azione incisiva a causa delle divisioni interne al Consiglio di sicurezza, a cui contribuisce- sostiene Tajani- l’atteggiamento ostruzionistico della Russia che cerca di spostare l’attenzione verso la guerra in Ucraina. Così, la questione è passata all’Assemblea generale, con un testo presentato dalla Giordania”.
Il ministro continua: “Il documento presentato è incentrato sugli aspetti umanitari, ed è stato migliorato grazie ad una azione costruttiva dell’Ue. Il Canada però ha proposto un emendamento per aggiunge una esplicita condanna ad Hamas e per invocare il rilascio degli ostaggi, che non è passato perché non ha raggiunto la maggioranza dei voti. Ma l’alto numero di voti favorevoli, ben 88, tra cui tutti quelli dei paesi Ue, ha dimostrato l’importanza di avere un testo più equilibrato. Per equilibrio e coerenza l’Italia si è astenuta, insieme alla maggioranza degli Stati del G7 e dei Paesi Ue: 15 su 27. Mancavano insieme a quei punti, il riconoscimento del diritto di Israele ad esistere e difendersi. Persino la Tunisia- conclude Tajani- che per oltre un decennio è stata la sede dell’Olp, ha votato come noi”.

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