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Parola d’ordine: rallentare. Venezia cerca idee per per andare più piano e ridurre il moto ondoso

Il sindaco Brugnaro lancia il piano: canale online per raccogliere proposte. E ipotizza: premi a chi sceglie barche che fanno poca onda

Pubblicato:14-11-2023 17:06
Ultimo aggiornamento:14-11-2023 17:06
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laguna venezia
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VENEZIA – Il moto ondoso non è “l’invenzione di qualcuno, ma è un dato oggettivo e come tale va affrontato. Adesso è necessario trovare le soluzioni“. Cioè, a Venezia bisogna rallentare. Ma come? Alcune soluzioni “sono di lungo periodo, ma è necessario che vi siano delle attenzioni da parte di tutti per difendere l’idea del rispetto, che è questione prioritaria”. Per questo, annuncia il sindaco di Venezia Luigi Burgnaro, da domani alle 12 sarà aperto un canale telematico sulla piattaforma Dime (http://dime.comune.venezia.it) affinché “tutti possano presentare le varie proposte sul tema”. Ma non si parte da zero.

IL SINDACO: SERVONO FONDI PER PREMIARE CHI ADOTTA BARCHE CHE FANNO POCA ONDA

C’è il SiSa, il sistema automatico per la rilevazione della velocità delle barche e Brugnaro ha avuto “garanzie dal Governo perché l’omologazione venga inserita nel prossimo decreto legge utile”. Moderare traffico e velocità “comporterà tempi e costi maggiori in vari ambiti e di questo parleremo con le categorie economiche perché significa anche rivedere probabilmente i turni di lavoro. Dovremo poi impegnarci sul piano del traffico che non può coinvolgere solo il Comune, ma anche altre autorità”.
Il rifinanziamento della Legge speciale per Venezia deve poi essere una richiesta “di tutti per ottenere dallo Stato quelle risorse utili per sviluppare aspetti legati alla tecnologia. Dobbiamo tenere presente che non abbiamo le leggi che possono obbligare i proprietari delle varie imbarcazioni a cambiarle, perché se per strada esiste la Motorizzazione civile che interviene sulle varie tipologie di motori, qui non esiste pari legislazione in tal senso”. Secondo Brugnaro si potrebbe “iniziare a valutare l’opportunità di premiare imprese e privati che investono in motorizzazioni ibride o scafi che fanno poca onda, in modo che in certi orari e in certi canali possano circolare dove oggi è vietato“.

GLI STATI GENERALI SULLA MOBILITÀ ACQUEA: “IL MODO ONDOSO DANNEGGIA LA CITTÀ”

E’ stato il Polo nautico sportivo Venezia di Punta San Giuliano ad ospitare questa mattina gli Stati Generali della città sulla mobilità acquea e il moto ondoso. Un incontro indetto e voluto dal sindaco Brugnaro a cui hanno preso parte i rappresentanti di Autorità, enti, istituzioni e tutte le associazioni di categoria e sportive, operatori, concessionari coinvolti in ambito lagunare per presentare e condividere istanze e proposte operative legate alla risoluzione del moto ondoso. “Da questo tavolo parte, dunque, l’idea della lentezza della città e bisogna mettersi al lavoro per redigere un piano il più presto e il più sostenibile possibile“, dice Brugnaro.
Raggiungere l’obiettivo significa anche di tenere puliti i canali della laguna “così possiamo fornire alle remiere e a chi vuole svolgere attività di canottaggio, dei luoghi tranquilli dove andare tutto il giorno, senza intersecarsi con il traffico a motore. Un’ultima tematica riguarda la formazione: non solo per i più giovani, a partire dalle scuole, ma anche un aggiornamento tecnico per quanto riguarda gli operatori anche in merito a quelle che sono le loro responsabilità”. L’imperativo è rimediare: il moto ondoso quotidianamente “danneggia la città e i suoi abitanti” e “dobbiamo affrontare la realtà a viso aperto, senza ipocrisie, e ammettere che esiste un problema“, insiste Brugnaro rivendicato di essersi dedicato al tema fin dalla sua elezione con l’operazione ‘Onda Zero’ per controllare la velocità delle imbarcazioni in determinate zone di Venezia, come San Marco, la Stazione o l’area dell’ospedale. “Attraverso questo sistema siamo riusciti ad avere dei primi buoni risultati”. Attualmente ci sono 56 postazioni di rilevazione del traffico acqueo sui principali canali. Ma appunto serve anche altro.


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