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VIDEO| Alla Festa del Cinema di Roma ‘Romulus 2’, le anticipazioni

La serie di Matteo Rovere arriva il 21 ottobre su Sky e in streaming su Now. L'intervista al cast

Pubblicato:14-10-2022 18:23
Ultimo aggiornamento:14-10-2022 18:23

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ROMA –  Matteo Rovere torna oggi alla Festa del Cinema di Roma con ‘Romulus II – La guerra per Roma’, la serie prodotta da Sky Studios, Cattleya e Groenlandia girata in protolatino. Nei nuovi episodi – dal 21 ottobre su Sky e in streaming su Nownuove città, nuovi popoli, nuovi re, più azione, più stunt, più sorprese, sempre più donne protagoniste e un nuovo antagonista. Prima del mito, oltre la leggenda, la nascita di Roma con i protagonisti della prima stagione Andrea Arcangeli (Yemos), Marianna Fontana (Ilia) e Francesco Di Napoli (Wiros) a cui si aggiungono Valentina Bellè nei panni di Ersilia, a capo delle sacerdotesse Sabine; Emanuele Maria Di Stefano che interpreta il re dei Sabini Tito Tazio, figlio del Dio Sancos, il più potente nemico di Roma; Max Malatesta è Sabos, consigliere e braccio destro del re dei Sabini; Ludovica Nasti veste i panni di Vibia, la più giovane fra le sacerdotesse Sabine; Giancarlo Commare è Atys, il giovane re di Satricum. Tornano anche Vanessa Scalera (Silvia), Sergio Romano (Amulius) e Demetra Avincola (Deftri). Il senso di portare avanti una serie “è l’idea di partire da un mondo che avevamo fondato con la prima stagione e usarlo come punto di partenza per regalare al pubblico qualcosa che fosse di più”, ha dichiarato Matteo Rovere. “E poi, c’era l’idea di creare l’avventura animandola con tensioni umane ed emotive molto forti, pur conservando la natura arcaica e complessa che questa serie ha in sé. Cerchiamo di fare intrattenimento popolare – ha proseguito Rovere – con una materia che si presta a un sogno che avevo da bambino, quindi l’azione e l’epica”.

‘ROMULUS 2’: LE ANTICIPAZIONI

In ‘Romulus 2’ “abbiamo avuto un’intuizione: il male non è più il passato, ovvero la stirpe, ma è lo straniero, sempre visto con ambiguità e mistero. Riportandolo al mito questo antagonista prende forma nel ‘Ratto delle sabine’ e da questa origine mitologica abbiamo sviluppato la nuova stagione”, ha raccontato Filippo Gravino, nel ‘pool’ degli sceneggiatori.

La seconda stagione si apre sotto il segno della speranza. Yemos e Wiros sono entrati a Velia non con la violenza, ma con l’autorità di chi ha liberato Alba e sconfitto il traditore Amulius. Con loro ci sono Ilia, Deftri, l’intero popolo dei Ruminales, ma anche un gran numero di latini in cerca di un nuovo inizio e di una nuova patria. Figli della Lupa e di Silvia, fratelli per scelta e destino, Yemos e Wiros sono proclamati re di una nuova città consacrata a Rumia: il suo nome è Roma e sorgerà al posto della vecchia Velia, una città fondata sulla giustizia e sulla pace, una promessa di fratellanza e riscatto sociale per tutti. Ma in un mondo arcaico fatto di violenza e sopraffazione, dove dèi e uomini raramente mostrano pietà, promesse come quelle di Roma sono difficili da mantenere. E la prima grande prova che i due re si trovano ad affrontare ha il nome di Cures, città sacra del popolo dei Sabini. Tito Tazio, giovanissimo re dei Sabini, figlio del dio Sancos, temuto e venerato dal suo popolo, temendo l’espansione del regno oltre i confini, invita i due re per un rito che si rivelerà un’imboscata volta alla sottomissione. In questa terra inospitale, Yemos e Wiros strapperanno al re le sacerdotesse Sabine, a lui molto care, in un gesto sacrilego ma inevitabile. Quando i Sabini invadono il Lazio per reclamare le donne, Yemos e Wiros restano fermi sulle loro posizioni ma di fronte a guerra e distruzione il loro sodalizio inizia a mostrare i segni di una crisi imminente, perché a Roma può esserci un solo re. Una storia così lontana dai nostri giorni ma così moderna. “I sentimenti, non hanno tempo e sono universali: amore, amicizia, rapporto padre-figlia sono legami che puoi rappresentare in tutte le epoche. Questo è l’aspetto più moderno e più istintivo che serve alla serie”, ha detto Marianna Fontana alla Dire. “I personaggi sono moderni, io sono riuscito a empatizzare con Yemos, anche se i sentimenti si esprimevano in modo diverso (rispetto a oggi, ndr)”, ha aggiunto Andrea Arcangeli.


Girata in 24 settimane, la seconda stagione è stata già venduta in 40 territori. Il team di regia è formato da Matteo Rovere, Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale, già registi della prima stagione, e da Francesca Mazzoleni (Punta Sacra, Succede). Alla sceneggiatura tornano Filippo Gravino e Guido Iuculano, cui si uniscono nella writers’ room Flaminia Gressi e Federico Gnesini. “Ho appoggiato fin da subito la scelta del protolatino, ormai c’è un enorme mercato delle serie con i sottotitoli”, ha detto il produttore Riccardo Tozzi.

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