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La mamma non vede i figli da cinque mesi, affidati al padre rinviato a giudizio per maltrattamenti

L'avvocata: "L'uomo aveva tolto le porte e messo le telecamere in casa per controllare"

Pubblicato:14-06-2023 13:47
Ultimo aggiornamento:14-06-2023 15:04
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mamma non vede i figli
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ROMA – “Sono già cinque mesi che non vedo i bambini e non me li faranno vedere chissà per quanto tempo ancora. Chi può fare qualcosa? È assurdo, tutto assurdo”. Alla Dire mamma Grazia (nome di fantasia), la cui storia era già tra quelle denunciate con l’inchiesta mamme coraggio torna a chiedere aiuto. I suoi figli, Chiara di 10 anni e Mattia di 9 (nomi di fantasia), sono stati collocati presso il padre un anno fa in pieno anno scolastico, costretti a lasciare insieme alla mamma anche la loro sorella maggiore, gli affetti, le maestre: uno shock.

L’uomo è rinviato a giudizio per maltrattamenti domestici e la prossima udienza con probabile sentenza è stata fissata a novembre, come fa sapere l’avvocata penalista della signora.
Ci sono state già due udienze dibattimentali. Se prima mamma Grazia per un anno è stata costretta a viaggiare da Viterbo a Roma per vedere i suoi figli un’ora a settimana, con telefonate rese quasi impossibili, ora nemmeno li vede più. A decidere questo “strappo” dei bambini dalla loro mamma e da tutta la loro vita, all’origine di questa storia che assomiglia a molte altre, è stata un’assistente sociale di Viterbo che l’ha definita “ostativa” all’altra figura genitoriale. Mai un accenno al fatto che la donna avesse denunciato l’ex, il padre dei suoi ultimi due figli, per maltrattamenti domestici. I servizi di Roma hanno proseguito, a quanto pare, nella stessa direzione tanto che non rispondono, come riferisce l’avvocata civilista, alle continue mail in cui si chiede di organizzare al più presto gli incontri.

Una parziale vittoria nell’ambito della causa per l’affidamento dei minori è però arrivata.
“La Corte d’Appello- spiega sempre l’avvocata civilista- ha accolto il mio ricorso come ammissibile per rivedere completamente la vicenda e valutare la competenza del Tribunale per i Minorenni che ha preso la decisione di sospensione della responsabilità genitoriale materna”. I due minori sono appunto collocati presso il padre e ad oggi, nonostante le mail di sollecito, i servizi sociali di Roma, del municipio competente che è il X, non organizzano gli incontri con la mamma” che, denuncia l’avvocata, “è stata di fatto eliminata dalla vita dei bambini. L’ultima decisione della Corte d’Appello accende una speranza, ‘anche se con tempi non veloci rispetto alla gravità della situazione: il tempo influisce sulla vita psicofisica dei minori’, sottolinea l’avvocata.


Nel procedimento per l’affido dei minori al Tribunale di Viterbo e dopo la denuncia di violenza, maltrattamenti in famiglia e stalking presentata dalla signora la CTU non aveva riscontrato alcun disagio nella vita dei bambini con la mamma chiedendo che rimanessero collocati presso di lei, ma è stata appunto l’assistente sociale di Viterbo, poi denunciata da mamma Grazia, a redigere una relazione di segno opposto. Se a novembre dovesse arrivare la condanna per l’uomo, come agirà il servizio sociale di Roma che in nessuna relazione ha menzionato la causa penale pendente sull’uomo? “Parliamo di maltrattamenti e vessazioni, anche fisiche con referti di pronto soccorso. L’uomo, e anche da qui sono scattate le denunce per quello che l’atteggiamento di un persecutore e controllante, aveva tolto le porte in casa, e aveva messo telecamere con sistema di tracciamento sul cellulare che gli faceva arrivare messaggi su ogni cosa accadeva dentro”, ricorda la penalista. A testimoniare contro di lui anche la figlia adolescente di mamma Grazia. “Un’altra udienza ci sarà a luglio con altri testimoni. Rischia una condanna per maltrattamenti aggravati dalla presenza di minori al di sotto dei 14 anni, finché la sentenza non passerà in giudicato penso rimarrà libero”, commenta l’avvocata. Mamma Grazia racconta l’incubo di questo continuo controllo: ‘Aveva installato oltre telecamere anche localizzatori sul telefono, posizionava anche registratori ovunque’.

IL PUNTO SULLA TUTELA DEI MINORI

Ma il punto resta sempre quello della tutela dei minori: come può un tribunale collocare due minori con un genitore sospettato e imputato in un processo per maltrattamenti a fronte di un altro che non ha procedimenti a carico? In nome di una relazione dei servizi sociali che definiscono la donna ostativa all’altro genitore, accusato di violenza? Si tratta di una prassi condannata da tutte le convenzioni internazionali e che anche la commissione sul femminicidio ha evidenziato nella sua relazione d’inchiesta come grave anomalia dei tribunali su cui intervenire. A rischiare sono i bambini. Lo Stato li consegna ai violenti? Michela Nacca presidente di Maison Antigone, che ha visionato le carte del caso di mamma Grazia, commenta: ‘Ancora una volta anche in questo caso appare applicato il costrutto della alienazione parentale, sebbene non venga probabilmente nominata: ogni qualvolta un minore rifiuti il padre, nonostante sia stato rinviato a giudizio e dunque sussistano fondati sospetti di maltrattamento da parte dello stesso padre, la reazione del tribunale è immancabilmente quella di applicare il trattamento del reset che prevede lo sradicamento materno e la collocazione presso il padre per imporre il riallineamento del minore con il genitore temuto. Ciò che stupisce è il fatto che tutto ciò continui ad essere avallato dai tribunali italiani e spesso anche dalle Corti di Appello nonostante l’ennesima incisiva condanna, stavolta arrivata dalla Relatrice Speciale Onu Reem Alsalem che il 12 maggio ha reso pubblica una relazione in cui non solo questo trattamento è stato stigmatizzato come dannoso e pericoloso per i bambini che vi sono sottoposti (vengono citati ad esempio i numerosi studi di Dallam e Siilberg) ma è stato anche chiesto che i tribunali italiani escludano gli ‘esperti’ psicologi e psichiatri forensi sostenitori del costrutto Alienazione Parentale dalle liste delle loro Ctu. La Relazione della Relatrice Speciale contro la violenza sulle donne e le bambine- ricorda Nacca- verrà presentata alla Assemblea Generale Onu il 23-24 giugno prossimo venturo e potrebbe portare ad una dichiarazione di emergenza umanitaria. l’Italia è, con le sue abnormi prassi processuali, sotto il faro dell’Onu, ma pare che tutto ciò rimanga costantemente ignorato. Forse quando avremo ottenuto dei corridoi umanitari per salvare questi bambini e le loro madri, forse riusciremo a tornare ai principi propri di uno Stato di Diritto (Cassazione 9691/202)’.

Anche Maria Paola Angelini, una vita nel volontariato sociale anche con ruoli istituzionali, considerata un’ ‘icona’ in tal senso ha conosciuto mamma Grazia e il suo coraggio. “La signora- racconta alla Dire- mi ha avvicinato in un convegno dicendomi ‘so che lei non ha mai abbandonato nessuno’ e infatti è mio dovere non abbandonarla. Quello che mi ha colpito di questa storia è la sofferenza, psicologica e quindi anche fisica e di salute, che grava su questa mamma e soprattutto sui bambini. Ora sono 5 mesi che sono sospesi gli incontri protetti e questi bambini vivono in queste battaglie giudiziarie da anni in un’ età così delicata. Tutto questo incide sulla loro vita, sulla salute e sul loro futuro. La ferita di questo strappo, e se ci saranno danni chi li paga?- domanda la signora Angelini- saranno vite segnate da queste azioni superficiali e delittuose. Come è possibile poi che siano affidati a un altro genitore rinviato a giudizio nel penale. La mamma non è psichiatrica, ne pericolosa, tutto questo lascia molto perplessi. Mamma Grazia va avanti grazie al coraggio, l’amore per i figli glielo da e questa donna rappresenta un esempio di madre. Non la lascerò mai sola- è la sua promessa – è un dovere esserci e prendere posizione”.
Dal 28 dicembre non vedo i miei figli- si sfoga mamma Grazia- hanno scartato i regali in videochiamata con la sorella, chiedo aiuto a chiunque nelle associazioni, locali e nazionali, possa fare qualcosa”. Si attiverà anche una raccolta fondi per aiutare questa donna che, come tante altre che dopo la denuncia di violenza si vedono togliere i figli, sta affrontando costi enormi nelle spirali della giustizia italiana. “Non mi fermerò” è la promessa che fa ai suoi figli.

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