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Un canto satirico di Leopardi proiettato sul palazzo dove visse e morì a Napoli

In occasione dell'anniversario della morte del poeta, domani alle 21 sulla facciata del palazzo di vico Pero in cui Leopardi trascorse gli ultimi anni della sua vita si potrà assistere alla performance dell'artista Eugenio Giliberti

Pubblicato:14-06-2021 15:09
Ultimo aggiornamento:14-06-2021 15:09
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NAPOLI – Una grande proiezione pubblica a Napoli per l’anniversario della morte di Giacomo Leopardi sulla facciata del palazzo di vico Pero a Napoli in cui il poeta visse negli ultimi due anni della sua vita e morì. E così domani dalle ore 21 a via Santa Teresa degli Scalzi – angolo via Stella – si potrà assistere alla performance dell’artista Eugenio Giliberti: un’installazione video dal titolo ‘Voi siete qui / vico Pero / Giacomo Leopardi’, progetto di Artista Abitante, dedicata al capoluogo campano e al grande poeta di Recanati. Tra i sostenitori dell’iniziativa la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III che custodisce tutta l’opera del grande poeta, manoscritti, autografi, documenti e testi, lasciati per legato testamentario alla biblioteca dall’amico napoletano del poeta Antonio Ranieri, che con lui visse nella casa di vico Pero.


Dalle 21 nella zona di vico Pero saranno spenti alcuni lampioni dell’illuminazione pubblica e per qualche secondo sulla zona calerà il buio. Poi, sulla facciata del palazzo, comparirà in lenta progressione la proiezione luminosa del manoscritto ‘I nuovi credenti’, canto satirico e toponomastico composto da Leopardi proprio durante il soggiorno nella casa di vico Pero. Il manoscritto de ‘I nuovi credenti’ è conservato alla Biblioteca nazionale di Napoli che ne ha concesso la pubblicazione, la scrittura è di pugno di Antonio Ranieri che stese quanto Leopardi, già fortemente malato, dettava. Sul manoscritto sono visibili le cancellature del Ranieri stesso che ha ripetutamente barrato il titolo ‘I nuovi credenti’. Il testo venne pubblicato, per la prima volta, negli Scritti vari solo nel 1906, alle pagine 3-7, perché secondo Ranieri lo stesso Leopardi sarebbe stato d’accordo dall’escluderlo dall’edizione dei Canti del 1845. Si tratta di un poema satirico in terza rima in cui Leopardi disprezza i “nuovi credenti”, ovvero gli esponenti dello spiritualismo napoletano, cattolici per convenienza e scioccamente ottimisti. Molto probabilmente Leopardi si riferisce agli autori riuniti intorno alla rivista “Il Progresso”, tra cui Saverio Baldacchini.


L’installazione luminosa di Giliberti anticipa virtualmente la realizzazione fisica del grande wall painting che trasformerà il palazzo di vico Pero, dopo il necessario restauro delle facciate, in una forte e durevole testimonianza di valore storico storica e culturale del luogo dove Giacomo Leopardi terminò i suoi giorni il 14 giugno 1837, mai fino ad oggi degnamente valorizzato, ricostruendo l’identità di un quartiere sottoposto ad una delle più rilevanti trasformazioni urbanistiche della città di Napoli. Questo passaggio del Progetto di Artista Abitante è sottolineato dall’avvio dell’attività di un gruppo di urbanisti dei dipartimenti di Architettura della Federico II e della Luigi Vanvitelli, che affronteranno con gli abitanti la possibilità di disegnare un futuro per il “vicolo paese”, l’area compresa tra via Santa Teresa degli Scalzi, vico Pero, vico Noce e vico Cimitile. La proiezione sarà preceduta nel giorno dell’anniversario della morte di Leopardi, oggi alle 18 alla Villa delle Ginestre, dalla stipula di un protocollo d’intesa tra l’Ente Ville Vesuviane e il Centro nazionale di Studi Leopardiani di Recanati.


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