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“Ho avuto la dengue”: quei sintomi che non se ne vanno dopo un mese. Come capire se si è stati infettati

Febbre alta, dolori muscolari molto forti e strascichi che a volte non se ne vanno neanche a distanza di mesi; ecco cosa racconta chi ha avuto la Dengue. Ma come si trasmette e quali sono i campanelli d'allarme?

Pubblicato:14-02-2024 16:19
Ultimo aggiornamento:17-02-2024 13:44

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ROMA – “Ho avuto la Dengue un mese fa, ma soffro ancora molto. Ho stordimenti, palpitazioni, estrema debolezza e dolori in tutto il corpo, anche diarrea”, testimonia una persona anonima iscritta al gruppo Facebook ‘Dengue Fever survivors’. E ancora, sempre all’interno dello stesso gruppo, un’altra donna racconta di aver avuto la febbre di Dengue l’anno scorso e conferma, oltre alla temperatura molto alta, “la diarrea, sfoghi cutanei per alcune settimane e il ferro nel sangue quasi scomparso”. Infine, una persona americana sui 50 anni condivide la sua sintomatologia: “Ho contratto la Dengue a Cancun- ricorda- avevo una temperatura corporea sopra i 40 gradi. Sono stata ricoverata per 4 giorni negli Stati Uniti con una caduta di piastrine per cinque giorni”.

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I SINTOMI E LE TESTIMONIANZE

In Italia a raccontare la malattia a Il Giorno è stata Giulia Lanzetti, educatrice per la commissione europea a Bruxelles, che aveva contratto il virus durante un viaggio in Thailandia: “Sono stata tre settimane bloccata a letto e anche per ogni piccolo spostamento, come per esempio andare in bagno, dovevo chiedere a mio padre di sostenermi. I primi segnali di malessere sono comparsi durante il viaggio di ritorno. Avevo la febbre a 39 e sentivo come se qualcuno mi avesse calpestato le gambe con un tir, ho capito immediatamente che non avevo a che fare con una febbre normale”.


NON È UNA FEBBRE COME TUTTE LE ALTRE

Effettivamente la Dengue non è una febbre come tutte le altre. “Come sintomi caratteristici, può dare grandi dolori muscolari e articolari, un po’ di rossore agli occhi, vomito e diarrea. È una febbre vera, ci si sente davvero male“, spiega Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie Infettive dell’Università Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali).

QUALE ZANZARA PUÒ TRASMETTERE LA DENGUE

“La malattia di Dengue è dovuta a un virus – ne esistono quattro sottotipi virali differenti – e viene trasmessa all’uomo dalla puntura delle zanzare della specie Aedes. In Italia a trasmetterla sono quelle della specie Aedes albopictus, note come la zanzara tigre- precisa Andreoni- nel mondo invece è la zanzara Aedes aegypti a trasmetterla. L’albopictus è sempre competente nel trasmettere la Dengue, ma meno efficace rispetto alla aegypti”, precisa lo specialista. La zanzara tigre è diffusa ormai in tutta Italia, mentre l’aedes aegypti si sta avvicinando al nostro paese, ora si trova intorno al Mar Caspio. La malattia è grave soprattutto “se si contrae una seconda volta, perché una successiva infezione espone al rischio emorragico”.

COME SI TRASMETTE LA DENGUE

Come si trasmette? “Una persona malata di Dengue arriva in Italia da un paese endemico- continua Andreoni- a quel punto la zanzara la pizzica e il virus si replicherà nell’animale. Quando la zanzara pungerà un’altra persona, le inoculerà il virus di Dengue e la persona si ammalerà. Il virus rimarrà attivo nella zanzara per tutto il tempo in cui resterà in vita. Pensiamo che l’albopictus vive circa 4 settimane, ma può resistere anche più a lungo, quindi per un mese intero sicuramente può trasmettere il virus. Inoltre la zanzara tigre punge in qualsiasi momento della giornata e più volte, ha un’alta capacità di tramettere le infezioni”.

La trasmissione dell’infezione di Dengue avviene quindi solo per via ematica, “pure con le trasfusioni di sangue, che devono essere testate per la Dengue. Nelle persone con tossicodipendenza ci sono stati casi di Dengue, che possono avere anche un decorso paucisintomatico”, aggiunge Andreoni.

COME CAPIRE SE SI È STATI INFETTATI

Come si può capire se si ha l’infezione? “Aldilà del sospetto clinico, bisogna fare il test sul sangue. Ma se si ha una febbre subito dopo un viaggio in un luogo in cui c’è l’endemia (Brasile, Sud est asiatico, Cuba, Rep. Dominicana, Perù, Costa d’avorio, Sri Lanak, Costarica, Bangladesh, Burkina Faso, ecc.), si può sospettare di avere la febbre di Dengue. Nel 2023 abbiamo avuto 82 casi di Dengue autoctoni”, quindi l’Italia è una sorvegliata speciale e “bisogna che i medici di medicina generale inizino a pensare alla diagnosi se dovessero incontrare un caso di febbre in persone che hanno sviluppato questi sintomi anche se non hanno viaggiato in paesi endemici”.

COME PROTEGGERSI

Come ci difendiamo? “Come ci si difende contro le zanzare- spiega ancora Andreoni- bisogna coprirsi. La zanzara tigre pizzica in tutte le ore, ma copriamoci soprattutto all’alba e al tramonto quando le zanzare in generale pizzicano di più. Si possono usare poi i repellenti, sanificare gli ambienti, evitare di avere acqua stagnante nei vasi il più possibile e usare zanzariere”.


Infine, esistono due vaccini per la Dengue, “però questi sono riservati nelle zone di alta endemia o per coloro che si recano in zone di alta endemia. Non si usano ancora in Italia”. Una terapia specifica nei confronti del virus non esiste, “ma bisogna idratare la persona, usare analgesici per alleviare i dolori e una terapia per abbassare la febbre. Il virus deve fare il suo decorso- sottolinea in conclusione il professore- Infine, va ricordato, che la Dengue può avere un decorso più grave nelle donne in gravidanza, come accade in moltissime malattie infettive. Tuttavia, in gravidanza la Dengue ha un aumentato rischio di mortalità”.

L’Istituto Superiore di Sanità ha affermato che attualmente “la Dengue è risultata nel mondo l’infezione più diffusa, rappresentando una minaccia per oltre 2,5 miliardi di persone in 100 Paesi e registrando un incremento del numero di casi di circa 30 volte nel corso degli ultimi 50 anni”.


Gli 82 casi confermati e trasmessi localmente in Italia (notificati al 27 novembre 2023) “sono riferiti a quattro episodi di trasmissione non collegati tra loro in provincia di Lodi (41 casi confermati), in provincia di Latina (2 casi) e in provincia di Roma (38 casi con esposizioni in diverse parti della città metropolitana di Roma e 1 caso ad Anzio, per cui sono in corso indagini per verificare eventuali collegamenti epidemiologici). Tutti i casi, di cui è noto l’esito, sono guariti o in via di miglioramento. Dall’inizio dell’anno- sottolinea l’Iss- sono stati notificati anche 256 casi di Dengue importati da altri Paesi, tra questi si segnala un decesso“.

Questo aumento globale dei casi di Dengue ha portato ieri il ministero della Salute a diffondere una circolare agli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera (USMAF-SASN) chiedendo di “innalzare il livello di allerta e vigilanza nei confronti dei vettori provenienti e delle merci importate dai Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia o dove è presente l’Aedes aegypti“.


Il Sud America, scrive su Facebook l’infettivologo genovese Matteo Bassetti, “è flagellato dalla febbre Dengue: c’è particolare apprensione in Brasile, dove si temono oltre 4 milioni di contagi e dove i festeggiamenti per il carnevale potrebbero comportare un’accelerazione nella diffusione della malattia. Molti saranno gli italiani che andranno in Brasile per il carnevale e poi rientreranno in Italia. È importante fare due cose: chi si reca in Brasile e ha già avuto la Dengue proceda con la vaccinazione, perché in questo momento la malattia è fortemente endemica in tutto il Sud America. Serve poi informare chi rientra dal Brasile che, se ci sono sintomi compatibili con la Dengue deve avvisare il proprio medico per fare il test (un esame del sangue): questo si può fare con avvisi negli aeroporti o messaggi sul cellulare a chi sta viaggiando e rientra in Italia, anche attraverso le triangolazioni dei voli, così da intercettare i possibili casi. In un Paese come il nostro- conclude- che già ha avuto casi autoctoni, ci potrebbero essere tanti altri contagi rischiando di rendere il virus endemico. Facciamo prevenzione anche sulla dengue”.

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