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Con il ‘corridoio Nato’ riparte l’export dall’Ucraina, anche verso la Nigeria

Una via ulteriore per il transito merci è rappresentata dai porti ucraini di Reni e Izmail, sull’estuario del Danubio

Pubblicato:14-02-2024 14:20
Ultimo aggiornamento:14-02-2024 14:20

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ODESSA – È diretta in Nigeria la prima nave cargo salpata quest’anno dall’Ucraina con un carico di aiuti alimentari: a comunicarlo è stato il ministero delle Infrastrutture di Kiev, secondo il quale in consegna ci sono 25mila tonnellate di grano. A coordinare le forniture è il World Food Programme (Wfp), organismo delle Nazioni Unite. La nave si chiama Sky Gate ed è partita dal porto di Odessa sul mar Nero. Il programma è denominato “Grain from Ukraine“, in italiano “grano dall’Ucraina”, ed era stato annunciato la prima volta dal presidente Volodymyr Zelensky nel novembre 2022.
Stando ai dati del ministero, in un anno è stato possibile esportare circa 170mila tonnellate di cereali in Paesi vulnerabili come Etiopia, Yemen, Somalia, Kenya e Afghanistan. Il programma è finanziato anche dall’Italia, che ha di recente sottoscritto un accordo con il Wfp per un valore di due milioni di dollari.

Il ministro delle Infrastrutture di Kiev, Oleksandr Kubrakov, ha annunciato alcuni giorni fa che solo il mese scorso dai porti della regione di Odessa sono state esportate sei milioni e 300mila tonnellate di cereali, altri prodotti agricoli e metalli. Numeri, questi, ha aggiunto il dirigente, “quasi uguali” a quelli precedenti all’offensiva militare della Russia avviata il 24 febbraio 2022.
I dati confermerebbero la crescita di una rotta alternativa dopo che nel luglio scorso Mosca si è ritirata dagli accordi mediati dall’Onu sul cosiddetto “corridoio del grano” attraverso il mar Nero. Da allora l’export dai porti della regione di Odessa si è orientato sempre verso lo stretto del Bosforo ma non seguendo una linea retta in mare aperto bensì un percorso più lungo e più a occidente, che passa nelle acque territoriali di Romania e Bulgaria, Paesi membri della Nato.

Una via ulteriore per il transito merci è rappresentata dai porti ucraini di Reni e Izmail, sull’estuario del Danubio. Secondo Kubrakov, negli ultimi sei mesi il volume dell’export ha superato i 20 milioni di tonnellate. Stando alla comunicazione del ministro, 661 navi hanno fornito carichi a 32 Paesi. Come sottolinea il quotidiano Kyiv Independent, però, “nonostante alcuni bombardamenti ucraini che hanno colpito le capacità della Marina russa, le rotte commerciali del mar Nero continuano a dover far fronte ai rischi della guerra, in particolare al pericolo di mine galleggianti”.


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