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Mattarella a Napoli, gli studenti davanti all’università con la bandiera della Palestina: “Qui festa, ma a Gaza si muore”

Volevano consegnare una lettera al presidente della Repubblica, oggi all'università Federico II per i festeggiamenti degli 800 anni dell'ateneo

Pubblicato:13-11-2023 13:03
Ultimo aggiornamento:13-11-2023 16:46
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NAPOLI – “Oggi a Napoli è una giornata di festa, ma a Gaza si muore nella complicità dei governi occidentali. Ecco la democrazia della Repubblica italiana: in apparenza lustrini e vestiti puliti, ma ogni voce di dibattito e dissenso viene nascosta e repressa. Chiediamo di poter entrare in delegazione per consegnare la lettera scritta da centinaia di studentesse e studenti al Presidente della Repubblica e ai rettori riuniti nella celebrazione. Anche noi abbiamo diritto a far sentire la nostra voce”. Lo dice una delegazione di studenti e studentesse universitari che, in occasione della presenza di Sergio Mattarella nella sede centrale dell’università Federico II per i festeggiamenti degli 800 anni dell’ateneo, volevano consegnare una lettera al presidente della Repubblica. Ai manifestanti non è stato consentito di avvicinarsi all’ingresso di corso Umberto dell’università.

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Gli studenti, con una bandiera della Palestina, si trovano all’esterno dell’università degli studi di Napol. Nell’aula magna dell’Ateneo ci sono 65 rettori, oltre a quello della Federico II Matteo Lorito, ed è a loro che si rivolge la lettera degli studenti che chiedono di “stare dalla parte dei diritti umani e della popolazione civile che sta venendo massacrata”.

LA LETTERA DEGLI UNIVERSITARI

Diversi i cori degli studenti contro lo Stato di Israele. “In un momento storico tragico come questo – si legge nella lettera – non esiste alcun vessillo della neutralità dietro a cui nascondersi. L’equidistanza, difatti, non è più una virtù: quando due soggetti impari si trovano a confliggere non c’è ingiustizia più grande di dividere in parti uguali tra ineguali. Bisogna che l’Università prenda subito posizione, nelle parole e nei fatti, per non trovarsi avanti ai suoi studenti (e alla storia) con una macchia indelebile di coloro che sono stati in silenzio davanti al primo genocidio in diretta televisiva. Per questa ragione, Magnifici rettori, vi chiediamo di pretendere un immediato cessate il fuoco a Gaza; di richiedere l’apertura di corridoi umanitari e di riconoscere che non sarà la guerra e il massacro indiscriminato di civili lo strumento che porterà la pace in Palestina”. Infine, si legge, “chiediamo a tutti i rettori e alle università che essi rappresentano di riconoscere il regime di apartheid a cui è sottoposto il popolo palestinese”.

GLI STUDENTI DE L’ORIENTALE: MOBILITAZIONE PER LA PALESTINA CONTINUA

“L’assemblea comune delle studentesse e degli studenti dell’Università L’Orientale ha deciso di continuare la sua mobilitazione mantenendo un presidio costante all’interno della sede di Palazzo Giusso per continuare l’attività di denuncia e contro-informazione con tutte le studentesse e gli studenti che frequenteranno le attività ordinarie”. È quanto comunicano gli studenti dell’ateneo napoletano che oggi hanno interrotto l’occupazione della sede di Palazzo Giusso, iniziata una settimana fa con l’intento di solidarizzare con il popolo palestinese.

“Sono state giornate intense che hanno visto l’Università animata da tantissime attività di formazione e contro-informazione sulla situazione palestinese: dibattiti, mostre fotografiche, proiezioni di film, momenti di aggregazione, laboratori e conferenze con tanti ospiti, dal mondo dello spettacolo all’attivismo internazionale”, spiegano gli studenti, ringraziando le personalità che hanno animato i dibattiti.

Parlano dell’ateneo come di una “università finalmente piena di studentesse e studenti, aperta e partecipata, che è stata un luogo di confronto e di discussione: tutt’altro rispetto alla situazione descritta dal Senato Accademico. Grazie alla nostra azione siamo riusciti a diffondere questi temi nel dibattito pubblico della nostra città e a contribuire alla diffusione della mobilitazione per il popolo palestinese che si è allargata a molte scuole secondarie, facoltà e piazze di tutta Italia”.

“Alle nostre richieste – aggiungono – non c’è stata nessuna risposta, ma solo un muro di scontro e provocazione da parte del rettore Tottoli e del Senato Accademico. Per questo oggi siamo andati a consegnare personalmente alla Crui riunita a Scampia e al Presidente della Repubblica una lettera per chiedere ancora una volta di esprimersi sul genocidio in corso, di spendersi per un cessate il fuoco immediato e interrompere ogni tipo di rapporto con le istituzioni israeliane e le aziende che, fornendo armi ed equipaggiamenti, sono complici della pulizia etnica in corso. Quando arriverà una risposta? Il silenzio è ormai evidente malafede”.

“Chiediamo a tutte le studentesse e gli studenti – concludono – di continuare a partecipare per organizzare insieme nuovi momenti e spazi di confronto e di lotta nell’università, nelle scuole, nelle strade e nelle piazze di questa città, e non solo”.

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