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Tik Toker suicida dopo castello di accuse, la psicologa: “I social e gli haters possono essere distruttivi”

"I social hanno un potenziale distruttivo che quando i diversi follower protetti dall’anonimato, si lasciano andare a commenti odiosi e violenti": il commento della psicologa sulla vicenda di Vincent Plicchi, il 23enne Tik Toker che si è suicidato in diretta

Pubblicato:13-10-2023 18:01
Ultimo aggiornamento:14-10-2023 18:40
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SOCIAL HATERS TIK TOKER
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ROMA – “Certamente è un segnale di quanto oggi i social, in alcune circostanze, possano essere potenti riguardo all’identità del sé. Per coloro che esprimono e in parte costruiscono la propria identità sui social, allora, può trovare un senso usarli per rappresentare anche la propria morte in diretta. Sulle piattaforme social mostro la mia vita e la mia morte, senza soluzione di continuità“. Così la dottoressa Roberta Bommassar, psicologa psicoterapeuta e referente del Gruppo di Lavoro Infanzia e Adolescenza nel Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop), interpellata dalla Dire in merito alla morte di Vincent Plicchi, il ragazzo di 23 anni che martedì sera a Bologna si è tolto la vita durante una diretta social su Tik Tok.

IL POTENZIALE DISTRUTTIVO DEI SOCIAL SE SI SCATENANO GLI HATERS

Il giovane, piuttosto noto in rete con il nickname ‘Inquisitor Ghost‘, lavorava in un negozio di tatuaggi, era un creatore digitale e un appassionato di cosplayer (il mondo dei travestimenti legato a film, anime e manga giapponesi). Nell’ultimo periodo, però, era stato sommerso da una campagna di odio legata all’accusa di presunte molestie da lui compiute ai danni di una ragazza di 17 anni. Plicchi, non reggendo alla pressione, ha così deciso di farla finita, in diretta web, mentre molti dei suoi follower erano collegati a guardarlo. “Tutto ciò deve farci riflettere sul potenziale distruttivo che i social hanno quando i diversi follower protetti dallo schermo e dall’anonimato, si lasciano andare senza filtro a commenti odiosi e violenti“.

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UN SUICIDIO IN DIRETTA FORSE PER RIMANERE NELLA MEMORIA DI TUTTI

“Un suicidio in diretta- prosegue la psicologa- potrebbe essere considerato anche un modo per diventare ‘immortali’: sono ovviamente nel campo delle ipotesi, ma posso immaginare che nella mente di chi compie un gesto così tremendo e clamoroso possa esserci l’idea di ‘rimanere’ nella memoria di tutti“. Secondo Bommassar, quindi, un suicidio in diretta potrebbe essere anche un modo per essere finalmente ‘riconosciuti’ e per arrivare a “riempire i mezzi di comunicazione e quegli stessi social dove loro passano gran parte del loro tempo”.

IL RISCHIO EMULAZIONE

Sul rischio di emulazione, sempre secondo l’esperta, un suicidio così straordinario “può essere seduttivo per alcuni ragazzi, che magari hanno già l’idea di morire o di togliersi la vita, perché si tratterebbe di un modo per raccogliere l’attenzione di tutti”. Da non sottovalutare, ancora, la ‘macchina del fango’ che si è scatenata su Vincent Plicchi, accusato appunto di presunte molestie su una minorenne: “Non si può escludere che il ragazzo abbia messo in atto una risposta aggressiva e violenta nei confronti dei suoi stessi follower– ha commentato la psicologa- esibendo la sua morte sui social, non è improbabile volesse cercare di suscitare un senso di colpa in coloro che lo avevano messo in quella situazione”.

Infine, una ‘suggestione’ suggerita dall’esperta in merito al nickname utilizzato sui social dal Tiktoker di Bologna: “Si faceva chiamare ‘Inquisitor Ghost- ricorda Bommassar- e si potrebbe pensare che da ‘inquisitore’ quindi da giustiziere, sia diventato lui stesso un inquisito, dopo la pioggia di critiche ricevute. È solo un’ipotesi, ma questa contraddizione potrebbe avergli reso particolarmente insopportabile l’essere stato messo nella situazione di essere accusato di qualcosa”, conclude.

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