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Agricoltura, frutti “mignon” per troppo caldo, allarme in Emilia-Romagna

La Cia: "Quest'estate il 30% di produzione in meno, chiediamo stato di calamita' naturale"

Pubblicato:13-10-2022 13:34
Ultimo aggiornamento:13-10-2022 13:34

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Bologna – Frutti in formato mignon se non addirittura invendibili. E’ il grido di allarme degli imprenditori agricoli dell’Emilia-Romagna che, per i danni subiti quest’estate a causa del caldo torrido (con temperature fino a tre gradi superiori alle medie stagionali), chiedono ora alla Regione di attivare le procedure per il riconoscimento dello stato di “calamità naturale” . Il presidente regionale della Confederazione degli agricoltori (Cia) Stefano Francia parla di “danni irreversibili” a tutte le produzioni ortofrutticole, perché le alte temperature registrate nei mesi scorsi hanno innescato un rallentamento nella crescita dei frutti, che in molti casi si è poi tradotto in calibri ridotti degli stessi. “In altri- prosegue Francia- addirittura il raccolto non è commerciabile e pertanto le rese produttive sono risultate nettamente più basse e in diversi casi gravemente compromesse”.

Stefano Francia: “Nel 2022 produzione vendibile ridotta di oltre il 30%”

Tra le colture più colpite Cia segnala danni a: pomodoro, cipolla, patate zucche, mais, barbabietola da zucchero, soia e riso. E le aziende agricole ne risentono anche economicamente. “La produzione lorda vendibile del 2022 rispetto alla media ordinaria delle annate precedenti, dalle prime stime, risulta ampiamente inferiore al 30%, con gravi ripercussioni sui bilanci delle imprese agricole”, prosegue Francia. Che infine chiede sostegno al comparto visto che “ormai da diversi anni la nostra regione sta subendo una serie di eventi naturali avversi che hanno contribuito nel corso del tempo ad indebolire il settore agricolo, ed in special modo le aziende ortofrutticole”.


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