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Uccise il nonno a coltellate e bastonate, arrestata 26enne a Matera

Per il Gip l'omicidio è stato condotto con l'aggravante di aver "agito con crudeltà" nei confronti del 91enne che la stessa nipote accudiva

Pubblicato:13-07-2020 12:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:38
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polizia auto
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POTENZA –  Una donna di 26 anni, Carmen Federica Lopatriello, e‘ stata arrestata questa mattina dagli agenti della squadra mobile di Matera con l’accusa di omicidio nei confronti del 91enne Carlo Antonio Lopatriello, suo nonno, trovato nella sua abitazione in una pozza di sangue a seguito di ferite da arma da taglio lo scorso 7 gennaio a Marconia di Pisticci. I particolari dell’operazione della squadra mobile sono stati illustrati questa mattina nella sala Palatucci dal questore di Matera Luigi Liguori e dal procuratore capo della Repubblica di Matera, Pietro Argentino.

Nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Matera che ha disposto la custodia in carcere, e’ esplicitato come l’omicidio sia stato condotto con l’aggravante di aver “agito con crudelta’” nei confronti del proprio nonno, accudito dalla stessa nipote. La vittima infatti e’ stata colpita da ben 26 coltellate inferte nella parte anteriore e posteriore del torace e da 11 colpi di bastone, la maggior parte dei quali alla testa, a seguito di una violenta lite. Le indagini hanno svelato sin dall’inizio un quadro di forte conflittualita’ familiare, tra il defunto, i suoi figli e i nipoti e tra i nipoti stessi, per ragioni soprattutto economiche. Gia’ dal primo sopralluogo si delineava la convinzione che l’omicidio fosse maturato in ambito familiare o comunque che lo stesso fosse stato commesso da una persona conosciuta dalla vittima.

Tra gli indizi a carico della 26enne, l’orario della morte dell’uomo che, stando alle risultanze medico legali, e’ avvenuto tra le 13 e le 14 del 7 gennaio ed e’ risultato quindi compatibile con la presenza nell’abitazione della nipote. Inoltre, alla richiesta degli investigatori di consegnare i fotogrammi delle telecamere della sua abitazione, la donna ne ha forniti tutti tranne tre, che inquadravano il momento della sua uscita di casa per recarsi all’abitazione del nonno la mattina dell’omicidio. In quei fotogrammi, estrapolati successivamente, la donna e’ stata immortalata vestita con gli abiti e soprattutto le scarpe che indossava al momento dell’omicidio.


Pochi giorni dopo, l’intercettazione ambientale nell’auto della ragazza ha registrato che la stessa, percorrendo la Strada provinciale destra Basentana (Pozzitiello-San Basilio), giunta all’altezza di una piazzola di sosta, si e’ fermata per circa trenta secondi per prendere qualcosa dal sedile dell’auto e rientrare subito dopo. Gli inquirenti hanno rinvenuto sul posto un paio di scarpe Adidas numero 38 di colore fucsia, dello stesso tipo, modello e colore di quelle che la giovane donna calzava la mattina dell’omicidio uscendo di casa e immortalate nelle telecamere della sua abitazione. Proprio quei fotogrammi non erano stati consegnati dalla ragazza alla polizia, dichiarando che le sue erano ancora nell’abitazione del nonno. La giovane avrebbe anche negato di essersi fermata nella piazzola di sosta. Gli esami della polizia scientifica sulle scarpe hanno fatto poi emergere che quelle rinvenute nella cunetta erano state lavate con un detergente e presentavano tagli netti e asportazioni, fatte volontariamente, sulla gomma dura di entrambe le suole; erano inoltre prive di lacci e di solette interne come a voler far sparire ogni traccia. Alle stesse, un esame di polizia scientifica ha riconosciuto un rapporto di compatibilita’ con un’impronta ritrovata sul luogo del delitto per impressione col sangue del deceduto. Sono state rinvenute tracce di Dda misto, della vittima e della nipote, sia sulla felpa da lei indossata il giorno dell’omicidio, sia sul bastone utilizzato per colpire l’uomo. Non sono state trovate in tutta l’abitazione tracce di un’altra persona, diversa dalla vittima e dalla nipote. Destano molti sospetti a carico di quest’ultima anche se le sue dichiarazioni in ordine al rinvenimento del cadavere di Carlantonio Lopatriello, contraddittorie rispetto a quanto emerso dalle immagini delle telecamere, dai tabulati telefonici e da quanto immediatamente dichiarato alla volante intervenuta.

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