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ROMA – Duro colpo per la premier britannica Theresa May. Ieri è stata sconfitta in parlamento sul piano per la Brexit, anche se con un margine inferiore, di 159 voti, rispetto al voto dello scorso gennaio.
Il Parlamento britannico, infatti, ha detto “no” al trattato modificato dalla premier e dalla Ue ieri sera nel quale era stato ridotto, ma non annullato, il rischio che il Regno Unito rimanga per sempre legato al backstop, la rete di protezione che mantiene il nord Irlanda dentro l’Unione europea.
In circostanze normali la premier si dimetterebbe, hanno sottolineato tutti i commentatori britannici, ma nessuno vuole il suo incarico. “Manterrò le mie promesse”, ha detto Theresa May, quasi senza voce, visibilmente provata, “e oggi il Parlamento sceglierà se vuole un ‘no deal’, ovvero lasciare la Ue senza accordo, e giovedì deciderà se chiedere un’estensione dell’articolo 50 che ha avviato il processo di recesso dall’Unione”.
Anticipando che domani il “no deal” verrà bocciato e giovedì approvata l’estensione dell’articolo 50, la premier ha avvertito: “Votare per un’estensione non risolverà i nostri problemi perché la Ue ci chiederà per quale motivo vogliamo un’estensione. Ovvero se vogliamo cambiare la data in cui lasciamo l’Unione o revocare l’articolo 50. Oppure se vogliamo un secondo referendum o un accordo diverso da quello che è stato bocciato questa sera”.
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