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BARI – I 37 arresti eseguiti oggi dai carabinieri a Brindisi e nelle carceri di Milano, Voghera, Lecce, Taranto, Brindisi e Bari, sono il risultato di due indagini condotte rispettivamente da novembre 2014 a luglio 2019 e da gennaio 2018 ad aprile 2019 anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali.
Delle persone raggiunte dal provvedimento emesso dal tribunale di Brindisi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, 29 sono in carcere e 8 ai domiciliari. Le accuse, a vario titolo, sono associazione mafiosa, con l’aggravante della disponibilità di armi, associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsioni. La prima indagine – denominata Synedrium – che ha coinvolto 20 persone (7 delle quali erano già detenute in istituti penitenziari) ha accertato la responsabilità di esponenti del gruppo criminale Coffa-Romano nell’omicidio di Cosimo Tedesco e del tentato assassinio di suo figlio Luca avvenuti nell’aprile di sei anni fa.
Per gli inquirenti il delitto sarebbe maturato all’interno dei contrasti finalizzati al controllo dei traffici illeciti gestiti dai capifamiglia Coffa e Romano nonostante fossero ai domiciliari. Una gestione possibile grazie a una rete di collaboratori con cui controllavano le piazze di spaccio su Brindisi in particolare nei quartieri Sant’Elia e Paradiso.
“Da evidenziare – riferiscono gli investigatori – è il ruolo svolto dalle donne per l’apporto che le stesse fornivano alla vita del sodalizio e allo svolgimento delle attività illecite ma anche la piena consapevolezza e volontà di essere stabilmente a disposizione dell’organizzazione. I vincoli familiari che le legano agli uomini del sodalizio hanno rafforzato indubbiamente il vincolo associativo”.
Le donne delle famiglie sopperiscono all’assenza dei mariti se detenuti prendendo decisioni “da adottare in merito alla ripartizione dei proventi per il proprio sostentamento e quello dei mariti latitanti, con specifico riferimento anche al traffico di stupefacenti”. I gruppi usavano pizzini per impartire ordini e armi per imporsi.
L’altra indagine è quella denominata Fidelis, coordinata dalla procura di Lecce, successiva al ferimento di Damiano Truppi, avvenuto a Brindisi la sera del 2 novembre 2017 e per il quale, al termine delle indagini, sono stati arrestati i responsabili. Anche in questo caso il movente è da ricercare nel controllo del traffico di droga anche a carattere internazionale.
Gli investigatori hanno appurato “l’esistenza di una stabile e articolata associazione criminale operante nel territorio di Brindisi riconducibile alla famiglia Coffa che conduceva personalmente le trattative legate alla compravendita e alla cessione delle sostanze stupefacenti”.
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