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Pluriclassi o con videolezioni da casa, ma salve: la crociata per le scuole elementari sull’Appennino

In Emilia-Romagna si stanno valutando varie soluzioni per manterene aperte le scuole primarie dove i bambini scarseggiano: tra queste anche il modello che vede una parte di giorni in presenza e l'altra collegati da casa, magari insieme a un educatore

Pubblicato:12-10-2023 15:51
Ultimo aggiornamento:12-10-2023 16:01
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maltrattamenti maestra
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BOLOGNA – Classi ‘flessibili’, anche a distanza per alcuni giorni con l’aiuto della tecnologia, per salvare le scuole primarie in Appennino e nelle aree a rischio spopolamento. Non è la Dad, “l’eremitismo scolastico” come lo definisce il direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna Stefano Versari, cioè i bambini soli a casa davanti allo schermo. Ma il digitale sarà indispensabile per tenere aperte le piccole scuole periferiche anche nei prossimi anni.

ATTESO UN CALO DI 40-50 MILA BAMBINI NEI PROSSIMI 5 ANNI

L’Emilia-Romagna, finora tra le poche regioni a veder crescere anzichè diminuire il numero dei propri studenti, nei prossimi anni andrà incontro ad un brusco calo. Da 40 a 50.000 studenti in meno nel prossimo quinquennio in base alle stime dell’Usr. Ma soprattutto non accadrà in modo uniforme: il calo degli alunni “sarà concentrato in alcune aree. Per questo- spiega Versari- bisogna porre attenzione in modo innovativo alle aree collinari, di montagna e interne”, soprattutto per quanto riguarda le scuole primarie, frequentate bambini troppo piccoli per spostarsi in autonomia coi mezzi pubblici.

SI IPOTIZZA UNA SCUOLA CON QUALCHE GIORNO IN COLLEGAMENTO DA CASA

Non sarà pensabile mantenere presidi scolastici ovunque– afferma Versari, presentando stamane la decima edizione del Festival della cultura tecnica a Bologna- quindi bisogna costruire modelli di scuole e di classi aperte e connessioni tra i comuni prossimi”. L’idea non è solo quella delle pluriclassi, cioè classi formate da alunni di diverse età, già ampiamente applicate in Emilia-Romagna: ne sono state attivate ben 124 nell’anno scolastico 2023-2024. Nel piacentino, a Ottone, e nella montagna reggiana si sta già sperimentando un modello diverso, “piccoli gruppi di apprendimento” per alcuni giorni a settimana in presenza e per altri in videocollegamento, accanto ad un educatore, con l’insegnante. Insomma una “sorta di classe aperta che opera su più plessi”.


LE PLURICLASSI COME OPPORTUNITÀ PER MANTENERE LE SCUOLE APERTE

“Dobbiamo pensare a questi percorsi- sottolinea ancora il numero uno dell’Usr- perchè non possiamo pensare di chiudere, fino a quando è possibile, le scuole primarie nelle aree montane dove non ci sono più bambini“. “Abbiamo sempre visto anche le pluriclassi come un elemento negativo, in realtà anche sulla scorta di esperienze di altri paesi sono una grande opportunità per mantenere presidi scolastici“, afferma ancora Versari. Ma “nel breve volgere di qualche anno sarà difficile da mantenere anche quel tipo di presidio formativo”, almeno in una parte dei casi. Eppure “dobbiamo fare in modo che rimanga la scuola primaria dove ci sono le comunità, perchè altrimenti significa fare morire queste comunità”.

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