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Il caro bollette colpisce anche gli ospedali: costi aumentati del 72%

Giovanni Migliore (Fiaso) informa che al nord i rincari sono del 62%, al centro del 66% e al sud del 96% e parla di pandemia energetica

Pubblicato:12-10-2022 17:31
Ultimo aggiornamento:12-10-2022 17:31

bolletta energia
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ROMA – “La situazione delle aziende sanitarie ospedaliere italiane, rispetto a una stima che come Fiaso avevamo fatto a inizio anno del 30% di aumenti della bolletta energetica, purtroppo sembra consolidarsi verso un aumento che, mediamente, è quasi del 72%, con un gradiente che va dalle aree del Nord intorno al 62%, a quelle del centro, pari al 66%, fino a quelle del sud, che vedono raddoppiare la propria bolletta energetica con punte fino al 96%“. Lo spiega all’agenzia Dire il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore. “In termini pratici- continua- questo significa che, siccome prima dell’inizio di questo trend il conto energia di tutte le aziende sanitarie ospedaliere italiane era di circa 1 miliardo e 300 milioni di euro, quest’anno avremo un extra costo stimato intorno a un altro miliardo di euro“. “È un fatto che abbiamo sottolineato e- informa Migliore- devo dire che c’è stata un’attenzione da parte del governo, perchè per la prima volta nel Decreto aiuti ter sono stati stanziati 400 milioni per questo costo in più che le aziende dovranno sostenere. Soldi destinati alle aziende del Servizio sanitario nazionale, non per gli enti locali“.

LUCI SEMPRE ACCESE E RISCALDAMENTI MAI SPENTI NEGLI OSPEDALI

“Anche perchè- tiene a precisare il presidente Fiaso- noi siamo assimilabili agli enti locali della Pubblica amministrazione e, nel fatto specifico, non possiamo spegnere le luci, abbassare il riscaldamento e, tantomeno, spegnere le grandi macchine. Se iniziamo un esame, lo dobbiamo terminare.
Non possiamo spegnere il gas come facciamo, ad esempio, quando cuciniamo la pasta“.
Giovanni Migliore si dice preoccupato. “Nessuno di coloro che andrà in un ospedale o in pronto soccorso troverà mai la luce spenta o non potrà effettuare un esame, questo va sottolineato nuovamente in maniera molto decisa. Vivecersa, è possibile che dovremo rinunciare a una serie di investimenti aggiuntivi che avevamo programmato”. “Quest’anno- prosegue Migliore- dopo due anni drammatici di emergenza Covid ci aspettavamo effettivamente di poter tornare a investire in sanità, a stabilizzare il personale, il bene più prezioso, i professionisti che ci aiutano, che ci aiuteranno e che ci avrebbero aiutato a superare il problema delle prestazioni non erogate, perchè liste d’attesa significa certamente avere tecnologia ma anche un personale medico e sanitario per eseguire le prestazioni. Invece quest’anno, con questo extra costo, non è detto che riusciremo a fare le cose che avevamo preventivato”.

RINCARI PARI A DUE TERZI DELLA BOLLETTA, BILANCI IN SOFFERENZA

Interpellato su quale sia lo scenario che dobbiamo aspettarci per l’inverno ormai alle porte, Giovanni Migliore risponde che “noi abbiamo già da tempo investito in programmi di riqualificazione e di efficientamento energetico, però tutto questo, seppur portato a regime, può costituire un beneficio che non supera il 6-8%. Ci confrontiamo, infatti, con rincari che saranno, mediamente, di due terzi della bolletta, dunque dell’80%, e chiuderemo i bilanci in sofferenza“.


UNA ‘PANDEMIA ENERGETICA’

“Ovviamente si tratta di qualcosa di imprevisto e di imprevidibile– sottolinea- che ha un impatto sovrapponibile a quello della pandemia, perchè ricordo a tutti che il finanziamento 2021 per il Covid è stato di 1 miliardo e 700 milioni. Noi quest’anno chiediamo almeno un altro miliardo per la bolletta energetica, perchè siamo di fronte a una pandemia energetica“. “Una pandemia energetica- conclude Migliore- che andrebbe affrontata con gli stessi strumenti, ovvero un finanziamento che possa sterilizzare sui bilanci l’effetto di questa situazione che, ovviamente, non dipende nè dalle aziende, nè dalla conduzione manageriale ma da fattori esterni ingovernabili dal Servizio sanitario nazionale. Questo ci consentirebbe di tornare a sperare di poter stabilizzare entro l’anno i precari che ci hanno dato un aiuto straordinario durante il periodo del Covid“.

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