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Coronavirus, Sant’Orsola: “Il Covid non molla, il vaccino contro l’influenza sarà determinante”

Quello in arrivo sara' "sicuramente un autunno difficile, per le strutture sanitarie e in modo particolare per gli ospedali"

Pubblicato:12-09-2020 13:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:52

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ROMA – In attesa del vaccino contro il Covid, nei prossimi mesi sara’ “particolarmente determinante” l’uso di quelli per l’influenza. L’appello arriva dal policlinico Sant’Orsola per bocca della direttore generale Chiara Gibertoni, oggi a margine dell’inaugurazione del Day service di Oncologia medica, ristrutturato grazie ai fondi raccolti con la vendita delle luminarie con “L’anno che verra’” di Lucio Dalla.

Quello in arrivo sara’ “sicuramente un autunno difficile, per le strutture sanitarie e in modo particolare per gli ospedali”, avverte Gibertoni, perche’ l’incidenza di casi Covid “nelle ultime sei settimane continua ad essere in aumento” e quindi “l’esperienza drammatica dell’epidemia ancora in corso convivra’ con le normali patologie da raffreddamento, l’influenza e le sindromi parainfluenzali che tutti gli anni stagionalmente colpiscono in questi mesi dell’anno”.


Certo, ora “sicuramente siamo piu’ pronti ad affrontare il Covid, ci siamo strutturati”, sottolinea Gibertoni, pero’ “ci vuole l’attenzione e la capacita’ da parte di tutti di cogliere la particolare complessita’ del momento, quindi in modo particolare quest’anno dovremo stimolare molto la vaccinazione anti-influenzale che servira’ a ridurre la circolazione del virus e anche a evitare sovraffollamento delle strutture sanitarie”.

Allo stesso tempo, servira’ anche “l’attenzione di tutti soprattutto sulle misure e sulle precauzioni”, aggiunge la direttrice del Sant’Orsola, mentre invece “abbiamo sentito anche di personaggi che nonostante i sintomi non utilizzavano la mascherina e in questo modo hanno ovviamente reso piu’ difficile tutto quello che ne e’ conseguito in caso di positivita’”.

Per tutti i cittadini, quindi, resta valida la raccomandazione di “utilizzare in maniera responsabile la mascherina- rimarca Gibertoni- e le misure, che ormai conosciamo tutti bene, dell’igiene delle mani e del distanziamento. Se tutti daranno il loro contributo, anche per le strutture sanitarie sara’ piu’ facile. Certamente e’ un anno estremamente difficile da affrontare in termini di complessita’ organizzativa e assistenziale”.

Tutto questo in attesa di un vaccino. “Ho le notizie che sento dalla stampa e confrontandomi con il professor Pierluigi Viale (direttore dell’unita’ Malattie infettive del Sant’Orsola, ndr) e con gli infettivologi- afferma Gibertoni- non abbiamo ancora sentore che ci sia nell’imminenza, anche perche’ poi c’e’ da ragionare su tutta la parte di implementazione del vaccino e quindi anche sulla campagna vaccinale e in particolare chi vaccinare per primo”.

In altre parole, “credo che sicuramente dovremo aspettare oltre la fase invernale per averlo quindi, a maggior ragione- ribadisce la direttrice- nella fase invernale usiamo i vaccini che abbiamo”.

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