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VIDEO | Imprenditrici Coldiretti: “Fattorie didattiche per aiutare le mamme al lavoro nella fase 2”

"Attività connesse a una maggiore guida femminile sono le più colpite"

Pubblicato:12-05-2020 15:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:18

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ROMA – Arriva dalle imprenditrici agricole di Coldiretti una mano tesa ai genitori, in particolare alle madri, che stanno tornando al lavoro con la Fase 2 o non hanno mai smesso di lavorare e, a scuole chiuse, non sanno a chi affidare i bambini. Entro la prossima settimana, infatti, sara’ chiuso e lanciato un progetto che prendera’ il via dalle 1.800 fattorie di didattiche della storica associazione di agricoltori – l’80% delle quali e’ a guida femminile – per accogliere in tutta sicurezza i bambini, mentre mamma e papa’ sono al lavoro. L’obiettivo e’ coniugare la ripresa di un settore che- spiega all’agenzia di stampa Dire la responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti Floriana Fanizza “con la chiusura delle attivita’ didattiche ha subito una perdita del 100%”, proprio nei mesi tradizionalmente piu’ promettenti e la necessita’ di un’offerta di welfare a famiglie e donne, sempre piu’ in difficolta’.

“Noi siamo agevolati, abbiamo tanti spazi all’aperto- sottolinea- Mantenere il distanziamento sociale in una fattoria didattica non e’ difficile e il dispositivo di sicurezza in alcuni momenti potrebbe anche essere tolto e rimesso nel momento in cui ci si riavvicina. Vogliamo offrire ai bambini l’opportunita’ di riprendersi gli spazi all’aperto, dopo due mesi di chiusura negli appartamenti, riavere contatti sociali in piccoli gruppi, e soprattutto- aggiunge l’imprenditrice- vogliamo riprendere il nostro progetto delle fattorie didattiche, che parte dall’educazione alimentare e da un contatto diretto con la natura”.


COME NASCE IL PROGETTO

L’iniziativa e’ stata elaborata grazie a un “tavolo nazionale che ho voluto fare con le nostre segreterie e con le imprenditrici” e prevede diversi step: “che il bambino possa andare una mezza giornata o, laddove c’e’ accanto alla fattoria un agriturismo, restare anche a pranzo, ma anche, avvicinandosi l’estate, partecipare a campi estivi e dormire qualche notte”. Una “risposta alle esigenze delle famiglie” che il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha proposto all’attenzione delle ministre Bonetti, Azzolina e Bellanova con una lettera. Non solo. “Abbiamo chiesto che il bonus baby sitting venga esteso alle fattorie didattiche”, fa sapere Fanizza, che sottolinea come il progetto sia nato proprio per le mamme: “Abbiamo pensato alle fattorie didattiche come una misura verso quelle donne che avendo le scuole chiuse e dovendo tornare a lavorare, probabilmente corrono il rischio di restare a casa. Questo significherebbe tornare indietro”.

DONNE E IMPRESE AGRICOLE

E a tornare indietro le agricoltrici proprio non ci stanno, nonostante la crisi picchi duro proprio sui settori in cui sono piu’ forti. Come le cosiddette “attivita’ connesse“, “la vendita diretta, gli agriturismi e le fattorie didattiche”, anche se sempre di piu’ “le donne si occupano anche di produzione. Rappresentiamo il 35% delle aziende agricole nazionali- ricorda la responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti- secondo i dati Unioncamere aggiornati a settembre 2019 sono in tutto 743mila quelle a guida femminile. Le perdite ammontano a centinaia di milioni di euro, come ha detto il presidente Prandini, ed e’ chiaro che l’incidenza e’ maggiore per le donne”, proprio per il blocco delle attivita’ connesse. A partire dagli agriturismi “che, come ha asserito il presidente nazionale di Terranostra Scaramuzza, hanno perdite di circa il 90% (con un 10% recuperato grazie ai pasti da asporto)”, anche dovute alla “cancellazione delle prenotazioni per la parte ricettiva dedicata alle comunioni e alle cerimonie di aprile-maggio”.

E poi “la vendita diretta, con il blocco dei mercati di Campagna Amica e con il floro-vivaismo che ha subito un durissimo contraccolpo, visto che la crisi Covid e’ arrivata proprio nel momento in cui le attivita’ di queste aziende sarebbero state nel periodo massimo di commercializzazione. Le imprese al femminile oggi hanno subito sulle attivita’ connesse una fortissima perdita di fatturato”. Come la sua azienda agricola multifunzionale, AgriCultura Fanizza, attiva in Puglia in ambito olivicolo, dell’orticoltura e della cerealicoltura e con un agriturismo “in una masseria del 1700 a Montalbano di Fasano, dove lavoriamo molto con i turisti stranieri, in particolare con il wedding”. Proprio il business dei matrimoni “proposti come esperienze enogastronomiche di piu’ giorni e non come il singolo evento” a causa del Covid, “ha subito il 100% di cancellazione delle prenotazioni”. A monte, anche l’ultima raccolta “di 180mila piante di sedano e 80mila di cima di rapa- sottolinea l’imprenditrice- perche’ i nostri collaboratori non se la sono sentita di continuare a lavorare”, vista anche la difficolta’ di reperimento dei dpi. E se tra Fase 1 e Fase 2 “per noi imprese agricole femminili non e’ cambiato molto”, quello che emerge e’ la modifica delle modalita’ di acquisto, sempre piu’ orientate verso l’e-commerce “che tante aziende ancora non avevano strutturato” e sicuramente “avrebbe aiutato le vendite”, sostiene Fanizza.

I VOUCHER AGRICOLI

Bene per Donne Impresa Coldiretti l’accesso al credito, la cassa integrazione in deroga, la “proroga dei permessi di soggiorno per gli stranieri gia’ presenti nel territorio nazionale” e “l’anticipo della Pac al 70%, che ha permesso di avere liquidita’ alle aziende”. Misure non ancora sufficienti secondo i coltivatori diretti, che chiedono “il voucher agricolo per trovare manodopera velocemente senza perdersi nella burocrazia“, il “pagamento di tutti quei Psr che non sono stati concessi”, e, alla ministra Bellanova, “la firma del Decreto Donne in Campo che ci aveva annunciato tempo fa e prevedeva un fondo rotativo da 15 milioni di euro per mutui a tasso zero per le imprese al femminile. Credo- conclude Fanizza- che il piano Marshall della nostra Coldiretti sia oggi l’unica luce in fondo al tunnel che puo’ portare ad una piccola ma anche sostanziale rigenerazione delle nostre aziende agricole”.

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