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Mascherine, Arcuri contro le farmacie: “Se non le trovano problema loro, prezzo resta bloccato”

Il commissario Arcuri: "Nei supermercati le mascherine ci sono e le Regioni ne hanno 55 milioni nei magazzini"

Pubblicato:12-05-2020 11:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:18
Autore:

domenico arcuri
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ROMA – “Dal primo maggio sono state distribuite ai cittadini 19 milioni di mascherine pagate 50 centesimi piu’ Iva. Il prezzo delle mascherine di 0.50 piu Iva e’ e restera’ quello. Se le mascherine ci sono nei supermercati e non nelle farmacie vuol dire che c’e’ un difetto nella rete di approvvigionamento delle seconde”. Lo dice il commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri, in conferenza dalla Protezione Civile.

“Lavoro tutto il giorno e la notte- continua Arcuri- affinche’ gli italiani trovino le mascherine. Ora le trovano al supermercato a 50 centesimi piu’ Iva, quindi 61 centesimi, prima non le trovavano. Non e’ il commissario a dover rifornire le farmacie, ne’ si e’ mai impegnato a farlo. Non e’ lui a dover rifornire associati Confcommercio, Conad, Federdistruzioni e Coop. Il commissario si e’ impegnato ad integrare, ove possibile, le forniture che queste categorie si riescono a procurare attrvaerso le loro reti di approvvigionamento. Nei prossimi giorni stipuleremo un accordo con i tabaccai, che hanno ben 50 milioni di punti vendita in Italia, per la vendita di mascherine anche li'”.

Il commissario Arcuri elenca poi i numeri del suo lavoro: “Abbiamo distribuito 208 milioni di mascherine da inizio emergenza, e’ una quantita sufficiente. Le Regioni ne hanno 55 milioni nei loro magazzini. Nell’ultima settimana abbiamo distribuito alle Regioni 36.2 milioni di mascherine. Oggi distribuiamo il 40% in piu’ di mascherine di quelle che distribuivamo la settimana precedente”.


Per quanto riguarda la filiera del ‘made in Italy’, Arcuri aggiunge: “Volevo assicurare le imprese del settore della moda. Lungi da me abbattere o ignorare la produzione italiana di dispositivi. Affinche’ l’Italia diventi finalmente autonomo c’e’ bisogno che nasca un’offerta nazionale”.

“ALCOL E GUANTI, NON SPETTA A NOI RIFORNIRE I NEGOZI”

“Su alcol e guanti- spiega Arcuri- riforniamo di dpi i nostri target: ospedali, forze dell’ordine, servizi pubblici essenziali, tpl e rsa. Non riforniamo i negozi e non potremo mai farlo. Loro hanno i loro fornitori. Non mi risulta che gli ospedali si siano lamentati per carenza di guanti o alcol”

“AL VIA DA IERI I TEST SIEROLOGICI”

“Su test sierologici- spiega ancora Arcuri- abbiamo fatto il nostro compito in sei giorni: 150mila test per la piu’ massiccia rilevazione campionaria. Era il 26 aprile, fino ad oggi cosa e’ successo? Si e’ dialogato con l’Agenzia per la privacy. Sabato scorso e’ stata emanata la norma e da ieri sono iniziate le operazioni per avviare i test sierologici“.

“TAMPONI DA SOLI NON BASTANO, REAGENTI BENE SCARSO”

“Sui tamponi- aggiunge- ieri abbiamo fatto una richiesta pubblica di offerta perche’ da soli i tamponi non bastano, sono necessari almeno i reagenti di estrazione e i reagenti di amplificazione, ma i reagenti sono un bene scarso nel mondo. In Italia i produttori di reagenti di certe dimensioni sono pochi, e spesso non sono italiani”.

“Fino a ieri- continua- abbiamo distribuitto 4.1 milioni di tamponi e provette, ne abbiamo acquistati altri 5 milioni affinche’ possa essere incrementato il numero di cittadini, che ci aspettiamo sia crescente, saranno sottoposti a questa analisi”.

“FASE 2, CONTAGI NON SONO SALITI”

“Sulla fase 2- aggiunge ancora Arcuri- faccio un’osservazione asettica. Quando e’ iniziata la curva crescente dell’epidemia l’Italia era il secondo Paese al mondo per contagiati, ieri era il quinto. Forse qualche merito a questo Stato e a questi cittadini va dato”.

“Non penso che siamo in ritardo, i numeri ci confortano. Dal 4 maggio il numero dei contagi non ha ripreso a salire e da ieri siamo scesi sotto i mille pazienti in terapia intensiva. Sono sicuro che gestiremo la fase 2 come la fase 1″.

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