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Università La Sapienza: “Indignati per la panchina distrutta, sono stati pochi facinorosi. Sarà ripristinata”

Dure parole della rettrice dell'Università La Sapienza dopo il brutto episodio della panchina rossa distrutta: "Pochi facinorosi che cercano lo scontro ideologico". "Dispiaciuta" anche la presidente della Casa internazionale delle donne

Pubblicato:11-12-2023 20:20
Ultimo aggiornamento:11-12-2023 20:33
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ROMA – “Nella giornata di oggi, mentre la Sapienza era impegnata a confermare la propria costante azione nella lotta contro la violenza di genere ospitando una manifestazione organizzata insieme ad AS Roma e all’Assemblea Capitolina, nel momento stesso in cui alcune studentesse e rappresentanze portavano la loro testimonianza di attività concreta con denunce e iniziative, un manipolo di pochi facinorosi, tra studenti e persone estranee all’università, ha distrutto la panchina rossa donata alla comunità universitaria da AS Roma, contestando la posa di un simbolo universalmente riconosciuto come impegno nella lotta contro la violenza sulle donne”. Lo scrive oggi in una nota l’università Sapienza di Roma a proposito della vandalizzazione della panchina rossa all’interno dell’ateneo, inaugurata solo poche ore fa.

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“NOI APRIAMO CENTRI ANTIVIOLENZA, LORO CONTESTANO E OCCUPANO”

“Riteniamo che l’obiettivo di un grande Ateneo come il nostro- dichiara la rettrice Antonella Polimeni– sia quello di mettere in atto azioni concrete e simboliche, di costruire una comunità educante, di cercare alleanze e di costruire esempi. Starà alla nostra comunità stabilire se l’esempio corretto è quello di chi posa simboli o di chi li distrugge. Di chi mette in atto azioni o di chi le contesta, di chi apre i centri antiviolenza, con professionisti formati, rivolti alla propria comunità e al territorio nel quartiere di San Lorenzo, oppure di chi occupa spazi, sottraendoli a tutta la comunità studentesca. Ci sarà tempo- prosegue la Rettrice- per capire quali possano essere le ragioni per cui il simbolo universale della lotta contro la violenza nei confronti delle donne, viene violentemente abbattuto“.


“LA PANCHINA SARÀ RIPRISTINATA”

“Oggi è invece per noi il tempo di indignarci per l’accaduto-prosegue Polimeni-, ripristinare la panchina e rinsaldare l’alleanza con tutti coloro che vogliono contribuire a creare una cultura diffusa, trasversale tra le generazioni, basata sul rispetto della persona, dell’individuo in quanto tale. In una giornata come oggi- conclude la rettrice- in cui le nostre studentesse hanno affermato che non intendono più subire, tollerare o assistere ad alcuna forma di violenza voltandosi dall’altra parte, serve sorellanza e solidarietà tra le donne, e tra donne e uomini”.
La Sapienza ribadisce il proprio impegno a contrastare ogni forma di violenza di genere attraverso attività concrete, nell’ambito di un confronto che riconosce differenze di opinione e di pensiero, ma non cede alla logica o ai soprusi di chi ricerca scontri ideologici e occasioni di strumentalizzazione”, conclude l’ateneo.

RONZULLI: “DISTRUGGERE PANCHINA ROSSA SFREGIO A VITTIME”

Questo non è antagonismo, è vandalismo, oltre che uno sfregio ad un simbolo che ricorda tutte le donne vittime di violenza. Distruggere una panchina rossa, peraltro appena inaugurata all’università ‘La Sapienza’, per reclamare più consultori per le vittime, significa usare la violenza per combattere quella violenza che a parole si dice di voler sconfiggere. E questo è stupido, oltre che profondamente sbagliato. Perché la battaglia contro i femminicidi e per difendere le donne da soprusi e maltrattamenti si deve affrontare su più terreni. Sono importanti la prevenzione, la repressione, il sostegno alle vittime con strutture adeguate, ma anche la sensibilizzazione, strumento che non va mai sottovalutato. Le panchine rosse hanno proprio l’obiettivo di tenere viva l’attenzione e ricordare a tutti il dovere del rispetto, della tolleranza e della non violenza”. Così, la vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli.

COSSUTTA (CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE): “DANNEGGIAMENTO PANCHINA ATTO CONTRO SIMBOLO”

“Dispiace per il danneggiamento della panchina rossa, avvenuto oggi all’Università la Sapienza di Roma. Un atto che colpisce un simbolo della violenza contro le donne e che non produce avanzamento sul piano delle battaglie contro la cultura patriarcale. Pur comprendendo le ragioni degli studenti e delle studentesse infatti penso che questa sia una fase storica in cui il tema del contrasto alla cultura patriarcale è al centro del dibattito pubblico e che, a maggior ragione, dopo la grande manifestazione del 25 novembre, c’è bisogno di lavorare per accrescere la consapevolezza. Oggi la priorità è fare rete, senza per questo rinunciare alla radicalità e alla pretesa di atti concreti da parte delle istituzioni”. A dichiararlo è Maura Cossutta, Presidente della Casa internazionale delle donne.

CARFAGNA: “DISTRUZIONE PANCHINA ROSSA OPPOSTO CULTURA RISPETTO”

“Il senso di distruggere la panchina rossa contro la violenza sulle donne a La Sapienza? Non c’è, non ci può essere. C’è solo l’assurdo ricorso alla violenza per chiedere ascolto e centri antiviolenza, l’opposto di quella cultura del rispetto per cui magari si dice di lottare”. Lo scrive su X Mara Carfagna, presidente di Azione.

PELLEGRINO: “COLLETTIVI DIFENDONO ABUSIVISMO CON ATTI VANDALICI”

“Con l’atto vandalico perpetrato all’Università ‘La Sapienza’ contro la panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, i collettivi di estrema sinistra si sono distinti anche oggi per la loro ‘personale’ interpretazione della legalità e del diritto ad a protestare. D’altronde, il vile gesto ha fatto il paio durante la manifestazione con la difesa tout court del centro ‘Lucha y siesta’, un locale di proprietà di Atac, occupato abusivamente dalle kompagne nel 2008 con la scusa di destinarlo alle vittime di violenza, ma di fatto sottratto alla collettività per adoperarlo come spazio prettamente politico. Da anni la Sinistra si impegna in tutti i modi per garantirne la sopravvivenza nella piena illegalità, anche in barba al danno economico, pari a 1,3 milioni di euro, per il quale ci auguriamo non debbano pagare in futuro gli onesti cittadini romani. In un momento in cui la sensibilizzazione e la collaborazione sono fondamentali per contrastare efficacemente la violenza sulle donne, non abbiamo bisogno di chi manifesta con gesti deprecabili e difende l’abusivismo. Mi auguro che tutta la comunità accademica e politica non mostri alcuna remora nel condannare questo gesto indegno”. Lo dichiara la Senatrice Cinzia Pellegrino, Coordinatore nazionale del Dipartimento tutela Vittime di Fratelli d’Italia.

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