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‘MaKenya’, l’app per le foto a leoni e zebre che ne tutela anche la sopravvivenza

Il progetto del Museo nazionale punta a far avere informazioni a guardiaparchi e ricercatori, per migliorare mappatura e cura della fauna

Pubblicato:11-10-2022 15:13
Ultimo aggiornamento:11-10-2022 15:13

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Foto: Makenya

ROMA – Quali mammiferi popolano il Kenya, dove si trovano e in che condizioni sono? Lo rivela in tempo reale Makenya – sigla di Mammal Atlas Kenya project – un’app a cui chiunque può contribuire. L’idea è semplice: quando si incontra un animale, si scatta una fotografia e si inseriscono dati di contesto che andranno ad arricchire un database digitale.

Il progetto è stato sviluppato dal dipartimento di zoologia del Museo nazionale del Kenya che, contando sulla cospicua presenza di turisti e visitatori nel Paese – 2 milioni nel 2019 – punta a migliorare le conoscenze degli esperti sulla variegata fauna keniana e, al tempo stesso, usufruire di un meccanismo che permetta di segnalare a guardiaparchi e veterinari i casi di animali feriti o in difficoltà, per migliorare la tutela della biodiversità.


Attivando l’app, che è gratuita e scaricabile da Apple store e Play store, compare una mappa del Paese costellata di “gocce” o “pin”: sono le varie foto che gli utenti hanno inserito, aggiungendo la data dell’avvistamento, il nome dell’animale – se noto – l’esatta posizione (che usufruisce del Gps collegato allo smartphone) e altri elementi che anche l’osservatore più inesperto potrebbe cogliere a occhio nudo come eventuali ferite o stato di pericolo dell’esemplare, oppure l’età, il sesso, il numero degli animali presenti, oppure ancora la presenza di piccoli o di altri branchi nei paraggi.

E dato che sul pin compare l’anteprima della foto, ma mano che si ingrandisce, la mappa si trasforma in distesa di leoni, giraffe, ippopotami ma anche ricci o persino uccelli, che non sono mammiferi. La cosa interessante è che le segnalazioni riguardano non solo parchi e zone verdi ma anche aree urbane, strade e aeroporti.

Il progetto del Museo nazionale punta a far avere informazioni a guardiaparchi e ricercatori, per migliorare mappatura e cura della fauna

SENSIBILIZZARE LE PERSONE ALLA TUTELA DELL’AMBIENTE

Tramite Makenya si possono inoltre aggiungere dettagli “come il comportamento”: lo ha spiegato alla stampa internazionale Simon Musila, ricercatore presso i National Museums of Kenya. “Quando vedi questo animale, cosa sta facendo? Sta riposando? Sta scappando? Si sta nutrendo?” aggiunge l’esperto, riferendo che informazioni di questo tipo tornano utili agli studiosi, per monitorare la popolazione delle oltre 400 specie di mammiferi che conta il Paese, i loro spostamenti e lo stato di salute. Si tratta però anche di un modo per sensibilizzare le persone sull’importanza di salvaguardare la fauna selvatica: “Vogliamo incoraggiare a partecipare alla salvaguardia dei mammiferi”, continua Musila, “e il modo più semplice con cui farlo è condividere informazioni ogni volta che ne incontrano uno”.

Il Kenya è tra i Paesi chiamati a fare i conti col forte impatto dei cambiamenti climatici, le cui conseguenze hanno spesso un esito disastroso anche sulla sopravvivenza delle specie autoctone. Nasce anche da qui l’esigenza di trovare strategie che permettano agli scienziati di migliorare conoscenze e mappatura sulla vita quotidiana del patrimonio faunistico locale.

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