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L’affondo di Roversi Monaco: “Bologna in grave decadenza, non vedo forze giovani”

Il presidente di Genus Bononiae lascia alla città la copia esatta del Polittico Griffoni ed un ammonimento: "Non basta avere le idee, bisogna portarle avanti"

Pubblicato:11-05-2021 14:36
Ultimo aggiornamento:11-05-2021 14:36

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BOLOGNA – Negli ultimi giorni da presidente di Genus Bononiae (la Fondazione Carisbo giovedì nominerà il nuovo cda della ‘Musei’ che dovrebbe essere guidato dal numero uno di casa Saraceni, Carlo Monti), Fabio Roversi Monaco lascia in eredità alla città un “dono” prezioso, la copia esatta, riprodotta al millimetro, del Polittico Griffoni, e uno schiaffo, di quelli che lasciano il segno (e non è il primo). “Le intuizioni nascono facendo muovere il ‘brain’, che sarebbe il cervello, e vi assicuro che siamo in una fase di grave, grave decadenza della città“, dice a margine della presentazione della nuova collocazione della copia del capolavoro di Francesco
Del Cossa ed Ercole De’ Roberti nel Museo della città di Palazzo Pepoli.

Non basta dire che ci sono le idee, bisogna avere la possibilità di portarle avanti“, ammonisce, rigirando il coltello nella piaga di quella che ritiene una delle più sanguinose ferite nello sviluppo urbanistico della città, il mancato completamento del distretto della Fiera così come lo aveva progettato l’architetto giapponese Kenzo Tange. “Il progetto di Tange è la più grande idea che abbia avuto Bologna nel Dopoguerra, poi è finita com’è finita e pur di non fare quello che era stato previsto, la zona è stata circondata da un gruppo di case economiche e popolari che hanno cambiato le caratteristiche della città”, lamenta. Di sicuro, Roversi Monaco ha pensato in grande nel corso degli anni, anche se non tutte le sue intuizioni hanno visto poi la luce, come l’Auditorium progettato da Renzo Piano che avrebbe dovuto compiere il distretto delle arti e della musica tra il Cavaticcio, la Cineteca e il Dams.

“Gradirei di poter vedere qualcosa in vita, è bene che lo facciano gli altri. Per me si è toccato il fondo, ma chi può dire ‘ho ragione o torto’. Il mio può essere un gesto di arroganza, ma ritengo che siamo scivolati verso il fondo”, affonda l’ex rettore, che ha diversi obiettivi verso i quali dirigere le sue stoccate (compresa la Fondazione, che nell’ultimo bilancio ha dato un’ulteriore sforbiciata ai fondi di Genus). Ma nemmeno nelle giovani generazioni (i due candidati alle primarie del centrosinistra in vista delle prossime amministrative sono appena quarantenni) Roversi Monaco vede un segnale di inversione di tendenza. “Se mi fate vedere queste forze giovani, sarà per me una gioia. Purtroppo certe volte accendo la televisione e sono poche le volte in cui non svengo di colpo. Quindi, non ditemi questo. Chi sono i giovani? Avete presente chi è che parla? I giovani per dimostrare che sono bravi devono fare cose importanti“, conclude l’ex rettore.


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