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BOLOGNA – Problemi di connessione durante l’esame? La prova viene annullata o il voto decurtato. È la “prassi ormai adottata da numerosi docenti” dell’Alma Mater di Bologna denunciata dal Garante degli studenti dell’Ateneo, Francesco Scutellari, sulla base dei ricorsi ricevuti durante il 2020 dagli universitari. In totale l’anno scorso sono state 438 le istanze proposte dagli studenti dell’Ateneo, con un aumento del 18% rispetto ai ricorsi del 2019. Di queste, 159 istanze hanno riguardato l’ambito didattico. E le problematiche più sentite sono quelle relative alle nuove modalità di esame online, adottate dall’Alma Mater nell’anno della pandemia.
In questo periodo, riferisce il Garante, “molti studenti hanno segnalato particolari difficoltà di connessione che, spesso, hanno determinato la compromissione della buona riuscita degli esami. Altri si sono lamentati della prassi, ormai adottata da numerosi docenti, di considerare l’esame nullo nel caso di perdita di connessione. Talvolta è stato contestato dagli studenti il comportamento di alcuni docenti che, a causa dell’inadeguatezza del sistema dei controlli online, avevano provveduto ad annullare la loro prova d’esame ritenendola copiata”. Un’ulteriore lamentela, “segnalata come lesiva dei diritti degli studenti- aggiunge il Garante- è stata rivolta nei confronti di taluni docenti che, per poter meglio controllare l’operato degli studenti a distanza in sede di esame, avevano ridotto il numero degli esaminandi per appello”. Altra questione sollevata, “poi risolta positivamente- precisa Scutellari- è se sia legittima la detrazione di punti dalla votazione finale di una prova d’esame da parte di un docente per il ritardo degli studenti nella consegna dell’elaborato, peraltro giustificato da problematiche di connessione non imputabili a questi ultimi”.
In tutti questi casi, spiega il Garante degli studenti dell’Alma Mater di Bologna, le lamentele “sono state fatte presenti ai docenti e ai coordinatori dei corsi di laurea per le opportune valutazioni e le conseguenti decisioni”. Ad ogni modo, raccomanda Scutellari, “sarebbe opportuno che venissero adottate linee di comportamento il più possibile costanti e uniformi, per non creare disorientamento e sfiducia nei confronti dell’istituzione universitaria in questo particolare periodo di emergenza”. Di certo non legati alla pandemia sono invece gli altri problemi segnalati con maggiore frequenza dagli studenti dell’Ateneo felsineo. Questioni che si ripetono tutti gli anni e su cui, come in passato, il Garante non rinuncia a bacchettare i docenti. A partire dal ritardo nel verbalizzare gli esami o, peggio ancora, far sostenere le prove scrivendo il voto sul libretto con riserva, anche a distanza di mesi.
Questo comportamento è “in palese violazione del Regolamento didattico di Ateneo- avverte Scutellari- e potrebbe costituire, oltre che un illecito penale, anche un illecito disciplinare”. Il Garante richiama poi i docenti a mettere sempre gli elaborati a disposizione degli studenti che lo chiedono, così come va consentito il rifiuto del voto non solo una volta, ma “nella maniera più ampia”. Ai docenti, infine, Scutellari raccomanda di nuovo di evitare il “salto d’appello”, che non è più previsto nel Regolamento didattico e che “si tradurrebbe in un’effettiva limitazione del diritto allo studio”. Allo stesso modo, avverte il Garante, non è consentito “limitare il numero di studenti ammessi a partecipare all’appello, il che risulta espressamente vietato dal Regolamento didattico di Ateneo”.
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